Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Film del filone jazzistico di Pupi Avati, una tematica che percorre come un filo rosso tutta la carriera del regista bolognese, da Jazz Band (1978) a Ma quando arrivano le ragazze? (2005), passando per i divertenti siparietti di Festa di laurea (1985). Un film come questo si chiamerebbe oggi, anche in Italia, biopic, seppure focalizzato sugli ultimi anni di vita del cornettista Leon "Bix" Beiderbecke, uno dei migliori musicisti di pelle bianca della sua epoca, morto nel 1931 - a soli ventott'anni - per gli eccessi legati all'abuso di alcolici. Il film di Avati è corretto e interessante, ben girato e documentatissimo, corredato di ottima musica, ma gli manca il guizzo che ne avrebbe potuto fare una grande opera cinematografica. Bix fu l'esponente di un jazz classico, quello delle big band legate ad un suono basato sulla lettura del pentagramma, che poco spazio lasciava alla libera interpretazione del solista di turno e quindi anche all'istrionismo di autodidatti come era il musicista di Davenport, Iowa.
L'andamento di questo lavoro avatiano risente del genere musicale di cui tratta e il suo andamento è, per così dire, assai poco jazzistico, anche se la trama procede per lunghi flashback che partono a ritroso dal momento in cui l'amico violinista Joe Venuti accompagna dai genitori di Bix la ragazza di una fotografia che il giovane aveva spedito alla famiglia presentandola come la fidanzata.
In ogni caso, Bix sa rendere la vicenda umana di un musicista che non era riuscito a vincere con la musica il disagio causatogli dalla strenua opposizione e quasi dal disprezzo della famiglia d'origine per un "mestiere" così aleatorio.
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