Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Jazz, prima passione dell’artigiano Pupi. Inevitabilmente in molti film del regista bolognese si può trovare una vena jazzistica. Qui il genere musicale più cinematografico possibile è addirittura il tema base del film, così come l’era in Round midnight o Bird. Essenzialmente, Bix è la biografia romanzata del più grande jazzista bianco della storia, ed automaticamente una storia di ascesa e declino, di rovinose dipendenze e fragilità congenite. Sostenendo l’intera struttura su un’ipotesi formulata da Joe Venuti, amico del protagonista, il film stenta a trovare una sua identità e una sua cifra caratteristica. Dalla sua ha due fattori quali la passione (che emerge in ogni angolo della scena) travolgente – il jazz è musica totale e totalizzante – e l’indubbio interesse nei confronti di una storia che ben si conforma al mezzo cinematografico. Però Pupi zoppica, si lascia travolgere dagli odori dell’America degli anni venti e dalla parabola umana di quest’uomo geniale e in disfacimento, e non azzecca sempre il tono giusto. Qua e là qualcosa di struggente c’è, ma non basta.
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