Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Pupi Avati non è Woody Allen, anzi come autore ne è sicuramente piuttosto distante, ma spesso e volentieri i due nomi vengono affiancati: come non ritrovare infatti, nelle vicende di questo sfortunato Bix, le basi su cui lavorerà il regista americano una decina di anni più tardi per la sua indagine fantasiosa (ma con chiari appigli alla realtà) sul jazzista Emmet Ray in Accordi e disaccordi? Oltre alle curiose affinità in termini di produzione (entrambi i registi sfornano dalla fine degli anni '60 una pellicola all'anno o quasi) ed alla caratteristica di registi-autori dei propri film, Avati e Allen spartiscono la passione per il jazz; il primo poi tornerà sull'argomento con quell'atto d'amore verso la musica e le emozioni che essa sa dare, che sarà Ma quando arrivano le ragazze?, nel 2005. Bix è una biografia romanzata di un perdente, già per questo simpatico, ambientata negli Usa e proprio negli Stati Uniti girata; nonostante nel cast non compaia alcun nome noto (almeno al pubblico italiano), la capacità di direzione di Avati è nota e infatti nessuno sfigura. Certo, la durata poteva essere sensibilmente ridotta: due ore di lunghezza sono un po' eccessive per una storia come questa; non tutti i momenti riescono così allo stesso modo e lo spazio lasciato alla musica talvolta pare perfino esagerato (in alcune scene seguiamo esecuzioni di brani per alcuni minuti consecutivi). Al di là di questi difettucci, un altro solido lavoro - ed un altro film sulla memoria e sul passato - del regista bolognese. 5,5/10.
Vita e successi (soprattutto sfiorati e mancati) di 'Bix' Beiderbecke, grande jazzista bianco negli Usa degli anni '20, morto giovanissimo, solo ed alcolizzato, il tutto ricostruito dalle approfondite indagini del fratello.
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