Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Sandokan, non riuscendo a liberare suo padre dalle grinfie degli inglesi invasori, rapisce la nipote del governatore. La ragazza però si innamora di lui, mentre il nostro eroe viene fatto a sua volta prigioniero. Ma i suoi fedeli amici e alleati lo aiuteranno a risolvere la situazione per il meglio.
Le avventure di Sandokan, direttamente dalla penna di Emilio Salgari, hanno ricevuto particolare attenzione nel nostro cinema; prima ancora che Kabir Bedi riscuotesse il successo nazionalpopolare con il telefilm diretto negli anni Settanta da Sergio Sollima (Sandokan, appunto), un buon artigiano come Umberto Lenzi dirigeva un paio di pellicole espressamente salgariane, questa e la successiva I pirati della Malesia (1964), infilando in mezzo un 'Sandokan apocrifo' come Sandok, il Maciste della giungla (anch'esso uscito nel 1964). La scelta di affidare il ruolo del protagonista all'energumeno Steve Reeves è azzeccata: già celebre presso il pubblico come Ercole o in parti similari, la sua prestanza garantisce l'apporto giusto in termini di fisicità al personaggio; nel cast sono inoltre presenti Andrea Bosic, Genevieve Grad, Leo Anchoriz, Rik Battaglia, Maurice Poli e Mario Valdemarin (già dai cognomi si nota la triplice targa produttiva: Italia-Spagna-Francia); buona parte di loro tornerà ne I pirati della Malesia, Reeves in testa naturalmente. Prodottino onesto e palesemente alimentare, Sandokan, la tigre di Mompracem segue una sceneggiatura che il regista ha scritto insieme a Fulvio Gicca Palli, farcita di azione, colp(ett)i di scena, buoni sentimenti, con un bel contorno di scenari esotici. Nel complesso, un'operina di poche pretese, ma raggiunte senza fatica. 3/10.
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