Regia di Robert De Niro vedi scheda film
Stavolta mi trovo agevolato nello scrivere la mia opinione, avendo riscontrato una completa sintonia con il giudizio del critico Roger Ebert, il quale assegnò all'opera quattro stelle su quattro. In poche frasi concise riesce a esprimere precisamente quanto da me provato, con una tale efficacia che dubito possa essere eguagliata da un qualsivoglia mio tentativo. Ecco quanto scrisse: «a very funny movie sometimes, and very touching at other times. It is filled with life and colorful characters and great lines of dialogue, and De Niro, in his debut as a director, finds the right notes as he moves from laughter to anger to tears. What's important about the film is that it's about values». Condivido ogni parola di questo pensiero, che più o meno tradotto dovrebbe essere: «un film talvolta molto divertente, talaltra assai toccante. È pieno di vita, di personaggi pittoreschi e di grandi battute di dialogo; De Niro, al suo debutto come regista, trova le note giuste mentre si muove dal riso alla rabbia fino alle lacrime. L'importanza del film è nel fatto che concerna i valori».
Soggetto e sceneggiatura nacquero dalla mano di Chazz Palminteri, il quale adattò il suo stesso show teatrale, parzialmente basato su elementi autobiografici tratti dalla sua infanzia. Le due anime della narrazione, commedia e dramma, si compenetrano e completano a vicenda, in una commistione priva di discordanze. Encomiabile in questo senso è il lavoro di Robert De Niro alla regia, quasi fosse un professionista del mestiere. Si respira davvero l'aria di quegli ambienti, nei contrasti e nei colori dei luoghi, nelle sonorità delle musiche cariche di emozioni (ottima colonna sonora) e nei diversi protagonisti incarnati da un cast individuato da un'oculata, attenta, meticolosa e indovinata selezione. Il risultato è un racconto che non può lasciare indifferenti. Uno scorcio sulla realtà di tutti i giorni, senza sconti, nelle gioie condivise e nei dolori o brutture che si vorrebbe non esistessero. Mi azzarderei addirittura a definirlo una sorta di Bronx History X.
Calogero Aniello, bambino di nove anni, diventa amico di un gangster di nome Sonny. Il padre Lorenzo, che tutta la vita ha lottato per impedire al figlio di venire travolto dall'ambiente corrotto del Bronx, non vede di buon occhio questo legame. Passano otto anni. Sonny ha acquistato più potere e a Lorenzo non rimane che guardare il figlio vivere sulla scia del criminale. Conteso tra il padre e il boss, il futuro di Calogero sembra essere deciso...
Esordio che non poteva essere migliore. La sua bravura si trasferisce pure dietro la macchia da presa. Una rarità.
Impeccabile incarnazione del malavitoso Sonny LoSpecchio. La sua maggior performance.
Un credibile e umano Lorenzo Aniello. Sa rendere grande il più piccolo ruolo. Un maestro.
Colpisce soprattutto lo sguardo del suo Calogero Aniello (a 9 anni).
Sincero e spontaneo Calogero Aniello (a 17 anni). Impressiona la sua somiglianza con Robert De Niro.
Eccellente lavoro di Butch Barbella, che adatta le sue composizioni richiamando anche diverse musiche più o meno note di quegli anni. Ricrea l'atmosfera e traduce alla perfezione le emozioni trasmesse dalle immagini.
Assolutamente nulla!
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