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Film blu

Regia di Krzysztof Kieslowski vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Film blu

di port cros
9 stelle

Juliette Binoche

Film blu (1993): Juliette Binoche

Primo capitolo della celebrata trilogia dei tre colori della bandiera francese di Krzysztof Kieslowski , a cui ho dedicato questa prima domenica di reclusione domestica da Covid-19, avvicinandomi all'opera del maestro polacco di cui finora ero rimasto digiuno.

 

Il blu è tradizionalmente il colore associato alla tristezza, ma, in un'associazione tradizionalmente attribuita alla Rivoluzione francese, rappresenterebbe la libertà nel trittico “liberté, égalité, fraternité” del celebre motto.

In questo film il blu esprime quindi uno stato d'animo di sofferenza legata ad un lutto devastante, quello della protagonista Julie (Juliette Binoche) che perde in un incidente d'auto il marito Patrice, celebre compositore, e la figlia di nove anni.

Ma il blu è anche libertà come liberazione dal dolore, che Julie prova a raggiungere attraverso la liberazione anche da tutti i legami la cui perdita può essere traumatica e sono pertanto ”trappole” (Adesso so che farò una sola cosa: niente. Non voglio più né proprietà né ricordi, amici, amori o legami: sono tutte trappole"). La giovane vedova vende la casa, mette la madre in una casa di riposo, getta nella spazzatura la composizione incompleta del marito, per condurre un'esistenza isolata e libera da ogni genere di legame affettivo, ritraendosi in se stessa in un nuovo appartamento, portando con sé dall'esistenza precedente un solo oggetto, un gingillo di perline e cristalli blu pendente dal soffitto della camera della figlia.

 

Risultato immagini per blue kieslowski final shot

 

Il passato con cui vuole tagliare i ponti sembra tuttavia caparbiamente ritornare nonostante tutti i suoi sforzi, in una collanina che Antoine, l'adolescente testimone dell'incidente, le restituisce, nella musica di Patrice che continua a risuonarle nella testa e che riconosce persino nelle note suonate da un pifferaio di strada, nel corteggiamento di Olivier, un ex collega del marito da sempre invaghito di lei, che la rintraccia nel suo nascondiglio e le propone, come pretesto per riavvicinarla, di completare la sinfonia celebrativa dell'unità europea che Patrice aveva lasciato incompiuta.

Julie cerca di liberarsi dalla sofferenza imparando a vivere senza legami o desideri, ma si rende conto che, in quanto essere umano, non ne sarà mai in grado e nel finale accetta finalmente di aprirsi alla possibilità dell'amore e della ricerca di una nuova serenità.

 

 

Ovviamente il colore del titolo domina la palette cromatica, con il colore blu che espressivamente avvolge l'intera messinscena, seppur non come presenza invadente, anche rispetto al bianco e al rosso nei capitoli successivi. Kieslowski non dipinge tutto di blu (tra l'altro ho notato anche una diffusa presenza del verde), ma lo concentra in oggetti, luoghi e momenti significativi: la stanza della figlia con il gingillo pendente dal soffitto, la carta della caramella che la bambina succhiava in macchina, il maglione indossato da Julie, l'acqua della piscina in cui nuota durante la notte per svuotare la mente. E poi il blu della luce, nei riflessi sul viso di Julie seduta pensierosa sulle scale e in una vera e propria ondata luminosa che la travolge, insieme al risuonare della musica, mentre sprofondata su una poltrona della clinica abbandona i propositi suicidi.

 

 

La musica è l'altra colonna portante espressiva di Film Blu: essendo i personaggi compositori, la colonna sonora, composta da Zbignew Preisner, è parte integrante della trama. Kieslowski spariglia le carte tra musica diegetica ed extradiegetica e ci fa ascoltare la musica che è nella testa di Julie, mentre la legge sullo spartito e nella parte finale le diverse versioni di quella che immagina per completare l'opera del marito, mentre l'immagine va fuori fuoco.

Ma Kieslowski utilizza il sonoro in generale, anche non musicale, come curatissima modalità espressiva, come nella nello sbattere improvviso del coperchio del pianoforte o nel crescente bussare contro le porte degli appartamenti del palazzo da parte di un uomo in fuga notturna dai suoi assalitori, mentre vediamo solo al reazione di Julie al baccano.

 

 

In questa come in tante altre scene, e come ci si può attendere da un'opera che racconta l'esperienza mentale ed emotiva di una donna di fronte ad un trauma, prevalgono i primi piani, con la macchina da presa quasi sempre vicina al volto della Binoche, che regala un'interpretazione intensa nella sua controllata moderazione, in cui lascia sempre trasparire una crepa nel muro di insensibilità che la donna cerca di costruirsi attorno. Le scene in cui esprime solo con gli occhi, senza versare una lacrima, tutto il dolore alla notizia della morte dei familiari sono un esempio di bravura straziante.

 

 

Kieslowski adotta uno stile registico rarefatto, maniacalmente attento ad ogni dettaglio e per gran parte minimalista, interrotto tuttavia da esplosioni musicali e immaginifiche travolgenti. Tante sono le scene che rivelano la cura espressiva del regista: la mano che Julie sfrega contro il muro, l'occhio di Julie in cui si riflette l'immagine del dottore che porta ferali notizie, il suo viso riflesso in un cucchiaino ondeggiante, la zolletta di zucchero che assorbe il caffè. Da notare l'uso personalissimo delle dissolvenze, che non segnano il passaggio ad un momento o luogo successivo come comunemente utilizzate, ma, dopo un'esplosione musicale si sfondo nero, ci riportano allo stesso istante, segnando le occasioni in cui Julie è costretta a confrontarsi con l'incomprimibilità delle sue emozioni.

 

Il film culmina in un finale emotivamente travolgente, che si avvia dalla scena d'amore tra Julie e Olivier pressati contro un vetro, con i due amanti che appaiono come rinchiusi in un acquario, passa da dissolvenza in dissolvenza a ricollegare tutti i personaggi, mentre il risuonare della musica infonde un'elevazione spirituale all'immagine; la pellicola si conclude con l'immagine di Julie riflessa nella pupilla di Olivier e infine col fotogramma finale di Julie finalmente per la prima volta in lacrime.

 

  

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