Regia di Krzysztof Kieslowski vedi scheda film
L'intensità di un'emozione si fa solida, e grida, a tratti, attraverso glaciali sprazzi di colore. Il blu è il dolore nascosto che talora emerge; l'istinto di sopravvivenza lo respinge, eppure esso trova sempre il modo di tornare indietro. Il pianto trattenuto è come la musica negata, è il rifiuto di quel fremito che fa vibrare l'anima, toccando là dove fa più male. Per questo l'autocondanna di Julie è una sorta di consegna del silenzio, una impermeabilità ai suoni del mondo; un giuramento a se stessa che viene messo a dura prova, in mezzo a una realtà scossa da sussurri d'amore, sospiri di sofferenza e schianti d'odio. Kieslowsli racchiude la sua protagonista in una bolla d'aria, trafitta, però, da violenti lampi di esistenza, da lancinanti stilettate della vita vera: una campana di vetro destinata a essere infranta dagli acuti di una sinfonia insistente, che nessuno può mettere a tacere.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta