Regia di Krzysztof Kieslowski vedi scheda film
Primo capitolo della trilogia di Krzysztof Kie?lowski. Grande cinema, film memorabile
La mdp indugia su un’automobile, mostrandoci i suoi occupanti: Julie, in compagnia del marito Patrice, un famoso e brillante compositore e della loro figlioletta. La sequenza viene interrotta all’improvviso, da un drammatico evento: l’auto esce fuori di strada e si schianta contro un albero, mentre un ragazzo si avvicina per prestare soccorso. Jule a seguito di questo incidente, perde il marito e la figlia, lei è l’unica sopravvissuta. Il dolore per il lutto è gigantesco e l'annichilisce, spingendola a rinchiudersi in un isolamento fisico e mentale, prova perfino a suicidarsi, non riesce ad elaborare il lutto, ma invece tenta di liberarsi dei suoi dolorosi ricordi, privandosi di oggetti, appartenenti a Patrice e alla figlia, per cercare in ogni modo di rompere col passato e allontanarsi dai suoi ricordi e dai fantasmi che evocano. Mette in vendita la villa dove prima della tragedia abitava con i suoi, si concede a Olivier, l'assistente del marito, da sempre innamorato di lei, si sbarazza della partitura che insieme a Patrice stava componendo: un monumentale concerto per l'Europa unita, grandiosa opera per dodici elementi, uno per ogni paese dell'Unione Europea di allora, siamo nel 1993. In preda ai sensi di colpa e disperata, infine si ritira nel solitario anonimato di un appartamento sito in un quartiere periferico di Parigi; non le è di conforto nemmeno la visita alla vecchia madre, incapace perfino di riconoscerla, ostaggio di un incalzante e devastante Alzheimer. Julie è una donna che fugge da sé stessa, che ritiene di poter esorcizzare il dolore, distruggendo le prove della sua vecchia vita, ma in sostanza non fa altro che abbrutirsi, smarrirsi e morire un po' alla volta; a scuoterla dall’angosciante torpore, sarà una choccante e rivitalizzante scoperta. Leone d’Oro a Venezia, primo capitolo di una trilogia di film consacrata ai significati dei colori della bandiera francese: blu come simbolo della Libertà, bianco dell’Uguaglianza, rosso della Fratellanza.Il film dell'indimenticabile e compianto Krzysztof Kie?lowski , celebra il valore della libertà, intesa nell'accezione più personale, è ricco di metafore e allegorie, nonché di dettagli premonitori, come l’auto che perde olio prima dello scontro fatale, si sublima nel volto della Binoche, sopraffatta da un dolore lacerante, segnata da una pena sospesa, in balia di una rabbia silenziosa, avvolta nelle “nuance” di blu, che sottolinea le fasi cruciali della storia; accompagnata dalle sinfonie solenni e malinconiche di Preisner, sulle parole in tema della “Lettera ai Corinzi” di S. Paolo. Attraverso una grandiosa alchimia, tra immagine, colore e suono, il regista polacco disegna il travagliato percorso interiore di Julie, tratteggiando ogni passo del suo doloroso viaggio intimo, in una “chirurgica” introspezione: prima si eclissa dal mondo, poi dopo la rivelazione ritrova un senso all’esistenza e infine anche se ferita, in qualche modo, riesce a risollevarsi e a tornare a vivere. Cinema denso e al contempo rarefatto, intenso, di grande spessore emotivo. Film memorabile
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta