Regia di Pasquale Festa Campanile vedi scheda film
Un contabile italiano, a Londra per lavoro, conosce una bella ragazza e, al termine di una folle serata alcolica, la sposa. Se la ritrova perciò nel letto, a Roma, al risveglio il giorno dopo; la ragazza è candida e disinibita, e fa gola a molti.
Fin dalla premessa, dalla scena d’apertura, si capisce perfettamente dove andrà a parare questo film: da nessuna parte, per essere precisi. Dove vai tutta nuda? è una farsetta postsessantottina leggermente scollacciata (di certo lo era per i tempi) che rifà il verso nella maniera più borghese, reazionaria possibile ai figli dei fiori, alla libertà sessuale, alla swingin’ London e a tutta una serie di punti fermi dello scenario culturale dell’epoca. Naturalmente questo tipo di caricatura di costume (chiamarla satira parrebbe francamente eccessivo) non solo non coglie nel segno nell’immediato – e infatti la pellicola, nonostante gli ottimi nomi nel cast, è stata un discreto buco nell’acqua – ma è anche invecchiato precocemente; vale comunque la pena ricordare, per l’appunto, la presenza fra gli interpreti di Gastone Moschin, Tomas Milian, Vittorio Gassman (in un ruolino che pare sostanzialmente posticcio), Tito LeDuc (delle Sorelle Bandiera) e Maria Grazia Buccella, quest’ultima la destinataria della domanda del titolo e ai tempi fidanzata di Vittorio Cecchi Gori, figlio del produttore del film, Mario. Poco di memorabile, qualche cliché oggi considerabile politicamente scorretto (la donna oggetto, il cameriere ostentatamente omosessuale), un tema musicale piacevolmente scanzonato che reca la firma di Armando Trovajoli; sceneggiatura di Ottavo Jemma, Sandro Continenza, Luigi Malerba e del regista Pasquale Festa Campanile. 3/10.
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