Regia di Castellano & Pipolo vedi scheda film
Un tipo solitario e scorbutico come un orso viene corteggiato da una bellissima ragazza: ma non importa, lui continua a fare lo scontroso e lo scostante. Almeno fino ad un certo punto...
Lo avevo visto tante volte a pezzi, nei suoi vari passaggi televisivi, ma mai tutto in una volta. Probabilmente, è il miglior film di Celentano – secondo me. Al contempo, è l'unico a raggiungere la sufficienza.
Nonostante qualche banalità ogni tanto, qualche forzatura narrativa, e qualche gag che manca il bersaglio, il film si regge sulle proprie gambe, è moderatamente divertente, e non annoia. Oltre a ciò è pervaso da una piacevole aria fanciullesca e scherzosa. Altri film del cantante con Castellano e Pipolo sono più esili e banali di questo (Mani di velluto, con la Giorgi, è volatile e bidimensionale come una piuma).
Il personaggio dello scorbutico, scontroso e pazzerello è sicuramente congeniale al Molleggiato, come pure le battute surreali e parossistiche (mi sono sempre chiesto se le pensasse lui, o la coppia di registi e sceneggiatori). Alcune, benché non siano certo colte e argute, sono entrate nel mito, come “Sta piovendo... – Mica tanto.” e la lascia sotto la pioggia. Oppure, mentre guarda per la prima volta una partita di pallacanestro chiede “Com'è che funziona questo gioco?”. A far ridere e il tono intelligente con cui rivolge la domanda rispetto a uno sport così noto.
Una sequenza originale e divertente è la pigiatura dell'uva. Come sottofondo, sentiamo una canzone dalle parole puerili, ma cantata come se fosse un'aria d'opera. A lato i contadini ondeggiano a tempo e fanno il tifo. L'idea vanta una sicura originalità.
Ornella Muti dal canto suo, è anch'ella calata bene nel personaggio: una ragazza che, all'inizio, forse più che innamorarsi, s'incapriccia, perché non è abituata a ricevere rifiuti. L'attrice, conscia della propria bellezza, gioca a mostrarsi e non mostrarsi, e ad ammiccare allo spettatore.
Il ritmo, devo dire, è abbastanza brioso, e l'insieme abbastanza vario.
È un cinema popolare, di buon umore e di poche pretese, ma dignitoso, che vanta un felice e delicato equilibrio tra i vari ingredienti, che secondo me non sarebbe più stato raggiunto dalla premiata ditta Castellano-Pipolo-Celentano.
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