Regia di Luigi Capuano vedi scheda film
Quella storia che una particolare cosa tira più che un carro di buoi era nota e verificabile già dall'antichità: questa è l'unica morale e l'unico insegnamento che viene da La vendetta di Ursus. Amenità a parte, fra gli innumerevoli peplum questo si distingue per la volontà esplicita e insistita di far accoppiare il protagonista con la sua bella, volontà già palesata fin dalla prima scena, entro la fine della pellicola; tutto il resto del film è già visto e già noto, seppure il genere mitologico non fosse ancora superabusato sugli schermi nostrani. Ma da qui a un paio di anni si vedranno molti altri Ursus, al fianco di ancora più numerosi Maciste, Ercole e via dicendo; il primo Ursus in assoluto uscì nel 1960 a firma Campogalliani. Questo è stato scritto da Marcello Ciorciolini, Roberto Gianviti, Nino Scolaro e Luigi Capuano, già regista esperto di b-movie d'azione e buoni sentimenti; il muscoloso protagonista è Samson (vero nome Samuel) Burke, al primo ruolo di questo stampo (ne seguiranno altri, chiaramente). Fra gli altri nomi nel cast, Livio Lorenzon, Gianni Rizzo, Franco Fantasia, Attilio Dottesio: niente di eccezionale, come prevedibile. Epico il finale in cui Burke trascina via un elefante tirandolo per una sorta di guinzaglio: una scena che spiega già tanto del film in generale. 2,5/10.
L'energumeno Ursus ha salvato il regno di Licia e si è ritirato a fare il contadino. Ma la figlia del re, da lui amata, gli chiede di tornare a combattere contro Zagro, che per giunta è di lei promesso sposo.
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