Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film
Melodramma fuori tempo massimo di circa tre decadi, questo La cicala non offre nè uno sguardo rinnovato sul genere, essendo un prodotto che tenta in ogni modo di aderire piattamente agli standard del filone in voga fra i '40 e i primi '50, nè particolare motivo di interesse nella storia, che ricalca il classico luogo comune della disputa intergenerazionale madre-figlia (più in generale: anziano-giovane) all'invecchiare della prima e allo sbocciare della seconda. Lattuada poteva ben avere ragioni nostalgiche nell'affrontare un simile soggetto (da un racconto di Natale Prinetto e Marina Di Leo), con una sceneggiatura firmata assieme a Franco Ferrini (agli esordi); ma per il grande pubblico nel 1980 non poteva essere più di tanto appetibile un film di questo tipo, per giunta soltanto parzialmente 'eroticizzato', a dimostrazione che il regista non avesse alcun interesse a sfornare una pellicola 'attuale'. Sicuramente se l'opera risulta comunque apprezzabile è per il buon cast che vede impegnati Virna Lisi (in quel periodo raramente attiva sul grande schermo), Renato Salvatori in una delle sue ultime interpretazioni (perfetto come camionista, d'altronde), Barbara De Rossi ventenne invece in una delle sue prime (alla quale sono affidate le principali scene pruriginose e di nudo) e ancora Clio Goldsmith, Anthony Franciosa e Riccardo Garrone; il finale negativo è l'unico possibile per mantenere intatta l'atmosfera tragica di tutta la storia. Lattuada è bravo nel non fare macchiette dei personaggi; Carla Boni doppia la Lisi nelle canzoni; David proprio per la Lisi e per Fred Bongusto, autore della colonna sonora. 5/10.
Wilma, ex cantante caduta in disgrazia, ora vive in un motel, sposata al proprietario Ulisse. L'unica ospite fissa del posto è la Cicala, prostituta amica di Wilma, raggiunta inoltre dalla figlia adolescente Saveria. Quando Ulisse si assenta per qualche giorno, fra Wilma e Saveria scatta un'insana competizione.
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