L’udienza non è tolta

Saint Omer - Leone d’argento e Leone del futuro (migliore opera prima) alla Mostra di Venezia 2022 - è un film straordinario. Poterlo vedere, o rivedere, su RaroVideo Channel è occasione da non perdere. Alice Diop, la regista, è conosciuta per i suoi documentari, in particolare Nous (2021), un’interrogazione prima di tutto a se stessa, partendo da filmati anche famigliari, sul senso di «essere un popolo» per una francese di origine senegalese cresciuta in banlieue.

Saint Omer è il suo primo film a soggetto, per questo il Leone del futuro, si ispira a un fatto vero (il processo per infanticidio di una giovane madre che abbandonò il figlio di pochi mesi su una spiaggia) trasfigurato però dallo sguardo di una narratrice esplicita, la scrittrice Rama (Kayije Kagame). La quale, incinta, è sempre più in preda all’angoscia man mano che prende coscienza di quel gesto e della paradossale innocenza della donna (Guslagie Malanda). Il materiale drammatico è incandescente, la struttura, se proprio vogliamo rintracciarla in un genere, in una categoria, è quella del film processuale con lo scontro tra avvocati, l’opinione pubblica e la tensione crescente delle udienze.

Tuttavia lo sguardo di Diop resta realistico, senza artifici, se non sapessimo di essere di fronte ad attori e attrici potrebbe benissimo trattarsi della ripresa di un tribunale vero, visto da un personaggio di finzione. Rama è la chiave del racconto. Il suo sguardo non riesce a essere mai solo testimone, è una futura madre e di origine africana, cosa che provoca una sorta di doppio circuito, nel film esplicitato dalla difficoltà dell’accusata sia di sentirsi francese sia di essere accettata dalla sua comunità di origine, che la tratta ormai da straniera. Alice Diop non giudica mai né chiede a noi di farlo, affronta il mito (Medea, con citazioni di Pasolini) e compone un’opera uguale a nessun’altra per forza morale e di visione.

Il film