Ogni mattina che il buon dio anglicano degli inglesi ricchi e belli manda sulla terra, Seamus O’Hannigan si sveglia con l’entusiasmo di un labrador, beve frullato di sedano per colazione e mette la cremina per le borse sotto gli occhi. È un presentatore televisivo vanesio e abituato a un’esistenza fuori dal comune, eppure si guadagna da vivere discutendo dei problemi concreti che affliggono il paese e la gente.
Parla di politica e intervista le persone che governano senza avere una minima idea pratica degli argomenti di cui sta trattando. È bello, sicuro di sé, egocentrico appena oltre il giusto, brillante e stolido allo stesso tempo. In pratica è Andrea Giambruno. Per la sua nuova trasmissione solista, BBC decide di spedire l’Andrea Giambruno della Inner London negli studi di Belfast, città originaria della madre ma con cui lui – londinese privilegiato e dalla vita completamente priva di asperità – non ha nulla a che fare. Per lui i Troubles, il conflitto trentennale tra lealisti e nazionalisti che ha insanguinato quell’angolo d’Irlanda, è una cosa molto teorica che forse – ribadiamo forse – ha letto sui libri mentre studiava giornalismo.
Janet, invece, lavora in un supermercato di Belfast e ai “Buongiorno” dei suoi colleghi risponde con un succinto e succulento “Vai a succhiare un cazzo”. Non è arrabbiata e depressa a caso. È arrabbiata e depressa perché Belfast viene trattata come la periferia di un impero a cui non vuole appartenere e perché suo marito l’ha lasciata per un’altra due mesi prima – anche se a lei piace raccontare che è morto soffocato da un dildo durante una pratica sessuale andata storta.
Il giorno in cui raccoglie il coraggio per spararsi con il canne mozze che tiene in cucina, Seamus – che è appena sbarcato in Irlanda del Nord e già sta facendo danni – la salva fortuitamente mentre scappa da un gruppo di ragazzotti locali che non hanno preso troppo bene le sue parole ignoranti, disinformate e di una banalità sconcertante sulla piaga della disoccupazione, giovanile e non, a Belfast.
Lei non sa chi sia lui – guarda solo reality show per annichilire ogni pensiero razionale mentre mangia una stecca di Toblerone dietro l’altra – e lui non è in possesso di abbastanza doti empatiche per capire le circostanze in cui vive lei. Eppure si piacciono. L’approccio vano alla vita di Seamus è un toccasana per alleggerire la pesante disperazione di Janet, nascosta sotto una manciata di strati di sarcasmo e volgarità. Il senso pratico e l’umorismo schietto di Janet, invece, sono in grado di tenere a bada l’ego di Seamus ma sono utili anche per alleviare le ansie di una persona poco abituata a essere in contatto con le proprie emozioni.
Aspetta però. La serie, perdincibacco, non si intitola The Lovers (“Gli amanti”) così a caso. A Londra Seamus vive con la fidanzata, attrice tanto famosa e tanto immersa nel glitter del jet set quanto lui. Ma che, apparentemente, è una persona perfettamente ok. Da quel che è dato vedere nel pilota, la fidanzata di Seamus non è un’oca cattiva la cui sgradevolezza ci fa tifare un sacchissimo acciocché la storia d’amore in nuce ed eventualmente clandestina esploda in tutta la sua gloria rom-com.
Semplicemente il presentatore tv e la sua ragazza attrice provano un goffo e tenero affetto l’uno per l’altra – quando lui ritorna dal suo primo viaggio a Belfast si salutano con uno zoppicante bacio a stampo – e ognuno sostiene la carriera dell’altra con sincera passione. Sembrano stare insieme per abitudine e per comodo, non certo per quell’amore scompiglia capelli che pare covare tra Seamus e Janet. Detto questo, è sempre brutto dover tifare per le corna.
Chissà in che modo l’autore, il commediografo nord-irlandese David Ireland (giuro) all’esordio come showrunner ma già sceneggiatore di tre puntate di Derry Girls – l’eccellenza narrativa irlandese (che sia del Nord o dell’Eire) continua a conquistare i cuori – riuscirà a gestire questa questione scivolosa. Nel frattempo The Lovers – produzione Sky Atlantic che potrebbe (dovrebbe in un mondo giusto) arrivare presto anche da noi – ha tutta l’aria di essere un’altra tappa di maturazione per un genere (la commedia romantica) che ha fatto la sua discreta dose di danni negli anni ‘90, creando aspettative eccessive in tutte quelle persone che non hanno mai avuto troppa voglia di affrontare al 100% la triste realtà delle reali dinamiche dei rapporti di coppia, preferendo l’escapismo dell’attrice famosa Julia Roberts che si innamora di un libraio di Notting Hill con la faccia da cavallo e segugio di Hugh Grant.
Anche in The Lovers una (mezza) celebrità si prende una cotta per una sconosciuta calpestata dalla vita, ma grazie al senso pratico dello storytelling irlandese non sembra di assistere a una storia di fantascienza. Non serve che qualcuno dica esplicitamente “Sono solo un ragazzo che sta di fronte ad un ragazza e le sta chiedendo di amarla”. Anche perché il rischio è che Janet risponda “Bene, allora vado a recuperare il mio dildo”.
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