Finalmente l’Anna

Anna Magnani. Al termine della proiezione di Finalmente l’alba di Saverio Costanzo, in Concorso all’80ª Mostra del cinema di Venezia, una spettatrice dice a un amico che la mamma della protagonista Rebecca Antonaci, interpretata in modo splendido da Carmen Pommella, «pare la Magnani ma nel corpo di Ave Ninchi». Chissà. Di sicuro Nannarella vive e lotta insieme a noi. Non solo nell’opera nuova di Costanzo come rimando, ma anche su The Film Club, che propone nella sua library titoli super interessanti.

A partire da quello forse più presente, come riferimento (insieme a Lo sceicco bianco di Federico Fellini), in Finalmente l’alba, ovvero Bellissima di Luchino Visconti (1951, RaroVideo). Qui Magnani è la sora Cecconi disposta a tutto pur di far entrare la figlia nel mondo dello spettacolo e di Cinecittà. Per il nobile cineasta milanese è il film della rinascita dopo l’insuccesso di La terra trema e dopo tre anni di assenza dai set.

La fortuna viene dal cielo (1942, Minerva Classic), regia di Ákos Ráthonyi, un ungherese ex sacerdote cattolico attivo da noi nel Ventennio, qui alle prese con una commedia degli equivoci così recensita da Guido Piovene: «Un piccolo film brioso in cui la cosa migliore è l’interpretazione di Anna Magnani nella parte della donnina allegra». La carrozza d’oro (1952, RaroVideo) di Jean Renoir, niente meno. Per conquistare il cuore di Anna Magnani, il vicerè del Perù le regala una carrozza d’oro. Ma lei ha altri pretendenti. Un po’ più raro è La pila della Peppa (1963, Minerva Classic) di Claude Autant-Lara, scritto da Aurenche e Bost, con Magnani oste nel sud della Francia che si inventa un’inesistente eredità mettendo nei guai il figlio che studia a Parigi. Con Bourvil, il quale fu tra l’altro colui che si impose affinché fosse scritturata l’attrice romana, investendo soldi propri nella produzione. Infine i film realizzati da Alfredo Giannetti, regista produttore e sceneggiatore.

Partiamo dall’ultimo: ...Correva l’anno di grazia 1870 (1972, RaroVideo), con Mastroianni ribelle repubblicano e anticlericale nella Roma papalina che la moglie popolana Magnani cerca di convincere ad abiurare e a chiedere perdono al pontefice, ma lui figurarsi. Cast spettacolare (su tutti Mario Carotenuto nei panni del parroco) e notevole senso del melodramma, ma con abbondanti aperture alla commedia. Sempre di Giannetti su Minerva Classic la trilogia televisiva delle cosiddette tre donne (1971), ovvero 1943: un incontro, La sciantosa e L’automobile. Particolarmente adorabile La sciantosa, per chi scrive uno dei ruoli migliori di Magnani in assoluto, lei diva del café chantant in disarmo che decide di cantare ‘O surdato ‘nnammurato davanti a una platea di soldatini della Grande guerra orribilmente feriti. Un monumento al suo talento.

Anna Magnani su The Film Club