Volpi e leoni

I film premiati nel corso del tempo alla Mostra del cinema Venezia sono su The Film Club numerosi. A partire da Grisbì (1954) di Jacques Becker per il quale Jean Gabin vinse la Coppa Volpi. Primo film di Lino Ventura, che allora si occupava di pancrazio (stava per cominciare la carriera di allenatore dopo anni da atleta) e non aveva mai recitato in vita sua. Certo a dominare la scena è soprattutto “le vieux ”, Gabin, gangster anziano che dopo il colpo della vita si vuole ritirare. Il film rilanciò il genere noir alla francese, il polar, già in voga negli anni 30.

Se Grisbì è il più antico tra i titoli proposti, il più recente è di un cineasta pochissimo etichettabile come Giuseppe M. Gaudino: Per amor vostro, che io considero tra i migliori film italiani dell’ultimo decennio. Esagero? Guardatelo. O riguardatelo oggi a otto anni di distanza dalla sua uscita, vi accorgerete che certe scelte di stile all’epoca tacciate di “manierismo magico” risultano invece non solo molto ispirate ma anche originali. Voglio dire, ci si entusiasma per i film di Alice Rohrwacher e si misconosce Gaudino: follia. E vi racconto un aneddoto. Il presidente della giuria Orizzonti di quell’anno, 2015, era Jonathan Demme. Dopo la cerimonia conclusiva mi sono ritrovato con lui e Alix Delaporte a chiacchierare, un momento per me indimenticabile con uno dei miei registi preferiti, che tra una rivelazione su Neil Young e un siparietto su Springsteen mi ha confessato di avere adorato Per amor vostro, di considerare Valeria Golino «la nuova Anna Magnani» (vinse la Coppa Volpi infatti) e di voler favorire una distribuzione americana del film, come anni prima aveva fatto per Così ridevano di Gianni Amelio.

Non sembra esserci riuscito davvero, ma voi, intanto, recuperatelo su The Film Club. Altri premiati: Il generale della Rovere di Roberto Rossellini (1959), Leone d’oro, Il buio nella mente di Claude Chabrol (1995), Coppa Volpi alle due fantastiche protagoniste Sandrine Bonnaire e Isabelle Huppert, Gatto nero, gatto bianco di Emir Kusturica (1998), Leone d’argento, e Hurlyburly di Anthony Drazan (1998) uscito in sala come Bugie, baci, bambole e bastardi ma per fortuna riproposto ora con il titolo originale (la parola vuole dire “tafferuglio”), Coppa Volpi a Sean Penn. Last but not least, Nostra signora dei turchi di Carmelo Bene (1968), coraggiosissimo Premio speciale della giuria presieduta da Guido Piovene in una edizione memorabile anche per le massicce contestazioni (sarà l’ultima competitiva fino al 1980) ma anche per il programma clamoroso del Concorso scorrendo il quale si trovano Teorema di Pasolini, Artisti sotto la tenda del circo: perplessi di Alexander Kluge (che vinse il Leone d’oro), Volti di John Cassavetes e Silenzio e grido di Miklós Jancsó. Per Carmelo Bene fu la consacrazione artistica anche al di fuori del teatro.

Da Venezia a The Film Club