C’era la fila, per ottenere un cameo nella seconda annata di The Bear: le autocandidature delle star sono fioccate sulla creatura di Christopher Storer, facendo di questa stagione un degno rivale dei super-cast del 2023 (Barbie, Oppenheimer, Asteroid City), costellata di star da premio Oscar (Olivia Colman, Jamie Lee Curtis) o da Storia della tv (Bob Odenkirk). Sarà perché questa dramedy frenetica valorizza come pochi altri show l’elemento corale del cast; sarà per l’eterno fascino del food porn (che qui si apre a sperimentazioni ambiziose); ma forse è soprattutto perché The Bear fa sua la massima che campeggia perentoria sui muri del locale: «Ogni secondo conta».
Ogni secondo conta, lo sa bene lo chef Carmy Berzatto, quando hai investito perfino i soldi che non hai nel progetto di un ristorante che renda giustizia al sogno di un fratello morto suicida. Questa annata si colloca là dove molte storie finiscono: dopo il lieto fine, dopo il ritrovamento delle migliaia di dollari che chiudevano la precedente stagione su note di euforica speranza. Già, ma la speranza costa, evolvere costa, e la trasformazione della paninoteca unta e bisunta in un raffinato punto di riferimento sulla mappa culinaria di Chicago è la scoperta metafora di un tentativo di crescita interiore che coinvolge Carmy come la chef Sydney, come il manager Richie (il più commovente arco di trasformazione); e ogni secondo conta, quando cerchi di diventare una persona migliore.
Lo sa bene anche Storer, che fa contare ogni secondo: usando con duttilità la struttura seriale per trascinare lo spettatore nel conto alla rovescia dell’apertura del ristorante, ma anche per aprire digressioni di fulgida bellezza (la trasferta a Copenhagen del pasticciere in divenire Marcus), che cesellano i personaggi “minori” rendendoli insostituibili; giocando con la durata (che varia dai 27 ai 67 minuti per episodio) affinché ogni storia, ogni personaggio si prenda il suo tempo. Ecco perché, forse, i divi si mettono in coda per una comparsata: perché sanno che ogni secondo di quell’apparizione sarà cruciale; esattamente come la preparazione di una banale omelette non sarà mai meno importante dell’impiattamento della portata principale della cena di inaugurazione, perché ogni piatto, ogni volto conta.
L’apice di questa idea è nel cuore della stagione, la clamorosa puntata Pesci, lunghissimo flashback ambientato nell’affollato e disastroso cenone di Natale dei Berzatto, che ci trascina dritti nel nucleo del trauma di Carmy, alla fonte di quel buco nel petto che gli rende impossibile conciliare amore e lavoro, affidarsi alle mani, alla cura, di qualcuno. Saldamente imperniata sulle spine dolorosissime dei rapporti madre-figli, quest’annata mette in scena teatri psicoanalitici di grande complessità, ovviamente in cucina: niente dice dell’amore, e del narcisismo, quanto il gesto di nutrire i propri cari. E, appropriatamente, la stagione finisce in una cella frigorifera, come in una versione da barzelletta di Shining: perché The Bear è anche, forse soprattutto, una serie sulla paura - del fallimento, della mancanza di scopo, dell’impostura -, che proprio come la fame abita lì, nello stomaco. Una delle serie dell’anno.
La serie tv
The Bear
Commedia - USA 2022 - durata 29’
Titolo originale: The Bear
Creato da: Christopher Storer
Con David Zayas, Jeremy Allen White, Corey Hendrix, Bob Odenkirk, Jon Bernthal, Christopher Storer
in streaming: su Disney Plus
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