Flapper è un termine intraducibile. Letteralmente si riferisce all’uccello giovane che sbatte le ali (to flap) per iniziare a volare. Nei ruggenti anni ‘20, l’età del jazz, le flappers erano le ragazze “maschiette”: troppo truccate, giovanissime, disinibite. Erano l’altra faccia delle prime conquiste femminili. Le suffragette volevano votare come i maschi, loro volevano divertirsi come i maschi: bere, fumare, fare tardi e andare a letto con chi pareva loro. Clara Bow era la regina delle flapper, quella a cui tutte si ispiravano. 
Ma la sua vita non fu sempre feste e balli: dietro alla vivace ragazza con i capelli corti che stregava l’America, c’era stata un’infanzia durissima. Cresciuta a Brooklyn quando Brooklyn non era affatto un posto raccomandabile, Clara Bow era figlia di una donna che soffriva di schizofrenia e di una padre alcolista che abusava di lei. E anche quando era all’apice del successo, venne tenuta sempre un po’ ai margini dell’alta società di Hollywood, alla quale andava bene far fruttare la jazz girl dai capelli rossi, ma non andava affatto bene vederla alle sue feste
La sua carriera finì con l’avvento del cinema sonoro: la sua voce sembrava non piacesse. A complicare le cose si aggiunse uno scandalo: la pubblicazione dei suoi diari, rubati dalla sua segretaria e venduti a un giornale. I suoi ultimi anni furono molto tristi: diede forti segni di disagio psichico, tentò il suicidio, rifuggì da ogni contatto. E morì a 60 anni, di infarto. Niente a che vedere con il personaggio pubblico dei suoi anni migliori, a cui si ispirò anche Max Fleischer nel tratteggiare il famoso personaggio di Betty Boop
E anche se oggi non viene ricordata come meriterebbe, la sua figura continua a ispirare (la protagonista femminile di The Artist è chiaramente ispirata a lei e il film Babylon, di Damien Chazelle, parla proprio della sua vita). 

 

Tutti i film di Clara Bow

Leggi anche