Uomini d’azione

La sfida, la fuga e la vendetta. Attorno alla fisicità di Harrison Ford vs Liam Neeson e poi Jean-Claude Van Damme, Steven Seagal e Bruce Willis si costruisce il ciclo della piattaforma The Film Club, di cui fanno parte film realizzati tra la fine degli anni 90 e il 2018. Alcuni di questi titoli sono da riscoprire, a cominciare da K-19. Diretto da Kathryn Bigelow nel 2002, è un altro incalzante action acquatico della cineasta statunitense realizzato a 11 anni di distanza da Point Break. Punto di rottura.

A fronteggiarsi, in un conflitto sempre crescente, ci sono Harrison Ford nei panni del temerario Capitano Vostrikov e il più prudente Liam Neeson in quelli di Polenin, entrambi parte dell’equipaggio del sottomarino nucleare K-19, che rischia di esplodere dopo un guasto a un reattore, scatenando una terza guerra mondiale. Ispirato a un fatto realmente accaduto nel 1961 e coperto da segreto militare per quasi trent’anni fino alla caduta del Muro di Berlino del 1989, K-19 è un action storico teso ed emozionante, muscolare come il McTiernan di Caccia a Ottobre Rosso ma con frammenti da Aldrich in una guerra di nervi che diventa sfida a due. È certamente uno dei passaggi centrali (e colpevolmente dimenticati) della filmografia di Bigelow e un’ottima prova nelle carriere di Ford e Neeson, capaci di rendere ancora più soffocante un gran film dal respiro claustrofobico.

Da rivalutare c’è anche uno dei film di Van Damme più vicini a Stallone, The Legionary - Fuga all’inferno (1998), diretto dal regista di Rambo III Peter MacDonald, dove l’attore è un pugile in fuga che, dopo essersi rifiutato di perdere un incontro combinato, si arruola nella Legione straniera. Ambientato a Marsiglia negli anni 20, il film punta all’esemplare sintesi di Walter Hill di L’eroe della strada, e Van Damme trova la strada dello Sly di Rambo e Rocky soprattutto nelle scene dell’addestramento fisico.

Più vicino ai ruoli più riconoscibili dell’attore di origine belga è invece The Bouncer - L’infiltrato (2018), dove Van Damme è un buttafuori costretto a collaborare con l’Interpol per rintracciare delle informazioni sul suo capo. In ballo c’è la custodia della figlia. Del ciclo di Full Action fanno parte anche tre film con Steven Seagal.

In Born to Raise Hell (2010), di cui è anche sceneggiatore e produttore, scatena l’inferno a Bucarest, dove deve fermare un’organizzazione criminale che traffica armi e droga nei Balcani. In General Commander (2019) è un agente della CIA che deve vendicare uno dei suoi uomini ucciso durante un’operazione contro la mafia. In Force of Execution (2013), infine, è a capo di un impero criminale, e il suo nemico è uno spietato assassino interpretato da Ving Rhames. Seagal è ancora a testa bassa, mitra in mano, senza esclusione di colpi. Tutto il contrario invece di Bruce Willis in Setup (2011): è uno dei più potenti boss di Detroit, e a lui si rivolge il rapinatore 50 Cent per vendicarsi di un ex amico scappato col bottino. Gli basta solo un piano, uno sguardo. John McClane di Trappola di cristallo è già alle spalle.

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