Distribuito circa vent’anni prima dello scoppio ufficiale della guerra in Ucraina, Atlantis, 2003 di Michal Blasko è un cortometraggio di grande attualità (nonostante l’età) che segue con occhio partecipe ma mai enfatico (alternando inquadrature statiche a una camera a mano compassata) il viaggio di Martin e Denisja, giovane coppia di amanti ucraini che tenta di fuggire dai conflitti sul suolo natio per espatriare in Germania, terra promessa, oasi, miraggio che li obbliga ad affrontare i limiti del confine slovacco, uno dei più controllati d’Europa.
Durante la traversata, sotto un cielo piovoso e di luce adamantina, passando dalla macchina ai piedi, dalla camminata alla corsa, i due devono convivere con la minaccia perennemente in fuoricampo (e quindi più pervasiva, onnipresente) della cattura, uno spettro caratterizzato dal regista principalmente a livello sonoro: sono i rumori degli scarponi delle forze dell’ordine e delle eliche degli elicotteri di sorveglianza, sono i battiti alla porta o i brusii in lontananza a provocare l’allarme e a far salire le palpitazioni in Martin. Lui, determinato, protettivo, vive il peso della riuscita della fuga, che pare aver organizzato nei minimi particolari, decidendo persino di non lasciare sue notizie ad amici e parenti per evitare qualsiasi intoppo o intercettazione. Lei, più fragile, impaurita, malinconica, deve provare a venire a patti con la condizione disumana dei fuggitivi (la stessa ragazza dirà “non mi sento nemmeno più un essere umano”), senza possedere nulla (la maglietta preferita rischia di dover essere sacrificata per alleggerire lo zaino e correre più veloce), senza casa né patria, in fuga da una terra inospitale per raggiungerne un’altra che li rifiuta altrettanto.
Qui, in questa zona sospesa tra i ruscelli fangosi guadati con gli stivali e le notti all’agghiaccio, dove nessun rumore è concesso, nemmeno un respiro affannato durante il sonno (quasi una versione realista di A Quiet Place - Un posto tranquillo di John Krasinski, dove, però, gli alieni sono altri esseri umani) e dove non è nemmeno concesso l’uso del telefono per contattare la propria famiglia (per paura della tracciabilità, certo, ma sono la voce e il dialogo stesso a essere negati, denigrando e rimuovendo l’identità dei protagonisti), Martin si dimostra un fidanzato amorevole e accudente, pronto a difendere o a prendere il posto della donna nelle situazioni più pericolose, anteponendo la sua vita alla propria. È lui che ha studiato il piano. È lui al volante della macchina. È lui che indica la direzione da intraprendere e i momenti in cui riposarsi. Una volta giunti in Slovacchia e avvicinati da un uomo che dovrebbe aiutarli a ottenere dei documenti falsi utili per l’espatrio, i due si vedono però costretti a trascorrere più tempo di quanto avessero preventivato all’interno di una casa isolata prima di riprendere il loro viaggio verso il confine tedesco in un climax di tensione che rimodula davanti agli occhi dello spettatore la natura del loro rapporto.
Atlantis, 2003 di Michal Blasko è disponibile in streaming gratuito su ARTE fino al 07/05/2024
Il film
Atlantis, 2003
Cortometraggio - Slovacchia, Repubblica Ceca 2017 - durata 30’
Titolo originale: Atlantída, 2003
Regia: Michal Blasko
Con Elizaveta Maximova, Levan Mania, Vladislav Sarissky
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