Che Exil sia un film su un uomo di troppo, con la certezza di essere escluso dal mondo in cui vive, lo si capisce dalle prime inquadrature, quando il protagonista riempie il campo visivo con la sua nuca sudata. L’uomo si chiama Xhafer, è kosovaro ma da anni vive in Germania, è ricercatore in un centro farmaceutico ed è sposato con una donna tedesca, ricercatrice anche lei (è Sandra Hüller, protagonista della Palma d’oro di Cannes Anatomy of a Fall e di The Zone of Interest), con la quale ha tre figli piccoli.
Un quadro perfetto, anche se pure qui c’è qualcosa di sbagliato e di troppo: un ratto morto appeso al cancello di Xhafer. Chi dunque lo perseguita? E perché, contemporaneamente, sul lavoro aumentano gli episodi di mobbing e pure la moglie si comporta in modo strano? Va detto che Xhafer, di suo, la moglie la tradisce, ma nel mondo di quest’uomo fuori luogo, integrato tra i tedeschi ma dall’aspetto inevitabilmente slavo (un collega pensa sia croato, come a dire che una nazionalità vale l’altra...), c’è spazio solo per lui, che è il primo a occupare un posto troppo vasto nella sua testa riempiendola di pensieri e ossessioni. Xhafer è certo di essere perseguitato in quanto straniero e non accetta altre spiegazioni al suo disagio. Il regista, kosovaro anche lui, porta nelle immagini le convinzioni ottuse del suo protagonista, ammantando gli ambienti di una luce cupa e giallognola che trasforma i corpi in statue di bronzo, gli interni in fornaci, i volti in sculture di cera sul punto di sciogliersi. La visione del film è greve, come la vita di Xhafer: ma diversamente dal protagonista, allo spettatore potrebbe venire la tentazione di mollare.
Il film
Exil
Drammatico - Germania, Belgio, Kosovo 2020 - durata 121’
Titolo originale: Exil
Regia: Visar Morina
Con Misel Maticevic, Sandra Hüller, Rainer Bock, Stephan Grossmann, Uwe Preuss, Flonja Kodheli
in streaming: su MUBI MUBI Amazon Channel
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