La canzone di Kenneth

Ken Loach ha annunciato l’addio al cinema attivo (la regia, per intenderci) per raggiunti limiti di età. Ha da poco compiuto 87 anni e il suo ultimo film, The Old Oak, era in concorso a Cannes solo lo scorso mese di maggio. Continuerà a supervisionare progetti insieme al socio storico e sceneggiatore Paul Laverty, crescere nuove leve (la sua società Sixteen Films produce anche cortometraggi di registi e registe esordienti) ma la filmografia è arrivata a un punto. The Film Club propone un ripasso di alcuni dei suoi titoli migliori e più significativi, con l’aggiunta di una rarità.

Partiamo da quest’ultima: Fatherland, disponibile su RaroVideo. Diciamo una cosa: il titolo che fa da spartiacque nella filmografia del Nostro è L’agenda nascosta del 1990. Prima Loach realizzava soprattutto film di produzione televisiva, quasi tutti firmati con il nome esteso Kenneth Loach, già indirizzati al sociale e a un certo tipo di stile neorealista (Vittorio De Sica era uno dei suoi punti di riferimento) ma non ancora “loachiani”. Fatherland, del 1986, appartiene a questo periodo, è una coproduzione che coinvolge l’emittente tedesca ZDF e racconta la storia di un cantante di Berlino Est fuggito dall’altra parte in cerca del padre scappato trent’anni prima.

Nella library di The Film Club si prosegue con Riff-Raff - Meglio perderli che trovarli (1991, RaroVideo). Riff-Raff, oltre a essere il titolo di un grandioso brano degli AC/DC, è un termine gergale traducibile con “feccia”, e per Loach ha una connotazione sociale, proletari e sottoproletari, operai dei settori meno tutelati fotografati nel momento immediatamente successivo agli anni di governo di Margaret Thatcher che aveva smantellato il welfare e i diritti sindacali. Con un giovanissimo, bravissimo Robert Carlyle.

Piovono pietre (1993, TFC Premium) è un grande classico di Loach, duro come il suo titolo («quando piove sui poveri piovono pietre» recita un proverbio inglese) ma anche aperto alla solidarietà tra chi è disperato o sa riconoscere la disperazione (il prete). Premio della giuria al Festival di Cannes del 1993, resta uno dei maggiori successi del regista.

Meno fortunato, ma non meno bello, il successivo Ladybird Ladybird (1994, RaroVideo) storia della lotta di una donna dal passato difficile per riavere i due suoi bambini sottratti dai servizi sociali per una segnalazione errata. Il suo carattere instabile e lo status del compagno, esule paraguaiano, non aiutano, ma lei è tenace. Maggie (Crissy Rock) è uno dei grandi personaggi di Ken Loach, che qui cambia stile, macchina da presa a mano, adesione totale ai patimenti di uomini e donne stritolati da un sistema ingiusto. La storia del compagno di Maggie è la prima scintilla di un interesse nuovo, o forse antico, per il Sudamerica e i suoi regimi fascisti. Da qui La canzone di Carla (1996, RaroVideo) il primo film, di 14, scritto da Paul Laverty, con ancora Carlyle che da Glasgow segue Oyanca Cabezas in Nicaragua per capire che ne è stato della lotta sandinista.

Ken Loach su The Film Club