Amy Schumer non mi è mai stata particolarmente simpatica. Non è tanto il fatto che sia diventata molto famosa e molto ricca sfruttando il peggior cascame del patriarcato più idiota, ovvero quel tabù che impone ai benpensanti e ai bigotti di ridacchiare nervosamente tutte le volte che sentono la parola vagina. Non importa il contesto. Basta che una comica ripeta incessantemente la parola vagina e noi, che siamo talmente poco abituati a sentire e/o profferire la parola vagina, ridacchiamo più di quella volta che in seconda media la professoressa di geografia è stata costretta a farci mezz’ora di educazione sessuale cercando di non pronunciare mai la parola vagina. Ad Amy Schumer non contesto di essere entrata nella dieta d’intrattenimento di un sacco di persone per una banalità del genere. Al massimo la invidio e penso che la grande saggia malvagia Wanna Marchi ha fatto anche cose buone urlando belluinamente che le persone a forma di gonade maschile vanno sodomizzate.

 Amy Schumer non mi è mai stata particolarmente simpatica per questo motivo qui, per le accuse di plagio che hanno costellato la sua carriera. Non mi sta antipatica come comica, mi sta antipatica come personaggio pubblico che non si è mai presa le sue responsabilità per avere saccheggiato il lavoro di tanti colleghi. Schumer, però, ha un contratto da rispettare con Netflix per il suo terzo speciale Emergency Contact, ha una carriera da mandare avanti, ha un figlio da mantenere e un pelo sullo stomaco da far acconciare periodicamente. Quindi non può andare tanto per il sottile. Ci sarà tempo più avanti per prendersi le proprie responsabilità, adesso c’è da fatturare. E Netflix è ben consapevole che ogni tipo di pubblicità è un’ottima pubblicità: a guardare lo speciale di Amy Schumer ci saranno i fan sfegatati di Amy Schumer (vagina!) e quelli che guardano Amy Schumer solo per il gusto di odiare Amy Schumer. Io, che non faccio parte di nessuna di quelle due categorie, guardo Emergency Contact per continuare a cercare di capire perché una persona che tiene il palco bene come Amy Schumer si ritrovi con così tanta acqua alla gola da dover riciclare non solo battute altrui – la gag sul sesso coniugale che è disgustoso in quanto sesso tra famigliari è, pur non plagiata, quantomeno trita (non riesco a trovarla in rete ma credo di averla sentita anche da Louis C. K.) – ma anche battute che le appartengono e che aveva già fatto anni fa. Sempre raccontando della vita sessuale con il marito, Schumer dice che lei spegne sempre la luce prima di fare sesso; il suo uomo la riaccende puntualmente e lei pensa “Oh mio dio, che tenero, pensi davvero che spengo la luce per non farmi vedere da te” implicando che sia il contrario. Una battuta che la comica aveva scritto nel 2015.

Detto questo, ribadisco un concetto: avercene di comiche e comici che tengono il palco come Schumer e che hanno la stessa maneggevolezza con i tempi della comicità. Sarà che oltre a essere una monologhista con tutti i crismi (pure quello del plagio), Schumer è anche una persona di spettacolo di grande scaltrezza. Il suo set inizia con due pietre angolari: un momento di crowdworking in cui sceglie una ragazza del pubblico a cui si rivolgerà svariate volte durante lo spettacolo, come forma di coinvolgimento a sineddoche per tutti gli spettatori presenti; e un bit in cui prende per il culo se stessa e i suoi difetti fisici, uno stratagemma retorico vecchio come l’arte oratoria (il cleuasmo) che da sempre è stato abbracciato (e implementato, sviluppato ed evoluto) dal linguaggio della stand-up. Che è anche una furbata per fare intendere al pubblico: se prima tratto me stessə in quel modo qui, poi quello che dico sugli altri deve per forza passare in cavalleria.

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Amy Schumer: Emergency Contact

La tecnica che Schumer preferisce e in cui riesce meglio è nettamente quella della ripresa, dove la punchline di ogni battuta arriva sempre come addenda a sorpresa di una frase di per sé compiuta – “Quando ero incinta un’amica continuava a ripetermi che dovevo fare yoga prenatale, così sono corsa a prenotarmi. Per il cesareo”. L’accumulo di questo andamento sardonico, che ferma il flusso per poi farlo ripartire quando l’inerzia si è già spostata, fornisce allo spettacolo un ritmo sincopato e non così prevedibile come si potrebbe immaginare. E consente a Schumer di passare indenne, sorvolando alcuni (pochissimi a dire il vero) momenti di banalità sconcertante in cui l’unico motivo per cui dovremmo ridere è che a dire certe cose è lei. A parte il prevedibile minimo sindacale di flash scadenti – questo spettacolo l’ha scritto e realizzato in un periodo in cui ha creato due serie tv e ha partecipato come presentatrice a SNL e agli Oscar: troppa roba – Schumer dimostra di essere animale da palcoscenico bello tosto, nonché comica in grado di essere divertente anche quando dice isterectomia ed endometriosi al posto di vagina. Emergency Contact, inoltre, trasuda di uno strano senso di nostalgia anti-boomer, in cui il ricordo dei bei vecchi tempi – la dieta ricca di latte che causava flatulenza, i vaccini per la varicella spartani e il papilloma virus – provoca un’ilarità tenera soprattutto per la consapevolezza che, vivaddio, in teoria non torneremo più indietro. In teoria.

Autore

Nicola Cupperi

Scrive per FilmTv perché gliel'ha consigliato il dottore. Nel tempo libero fa la scenografia mobile. Il suo spirito guida è un orso grigio con le fattezze di Takeshi Kitano.

Lo speciale

locandina Amy Schumer: Emergency Contact

Amy Schumer: Emergency Contact

Stand-up Comedy - USA 2023 - durata 51’

Titolo originale: Amy Schumer: Emergency Contact

Regia: Amy Schumer

Con Amy Schumer

in streaming: su Netflix Netflix basic with Ads