Storia di un italiano

Ricchissima la collezione di film con Alberto Sordi proposta da The Film Club. Ben 12 titoli, di alcuni dei quali (Amore mio aiutami, I complessi e Nell’anno del Signore su RaroVideo Channel, Il vedovo, Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? e I nostri mariti su Minerva Classics) ci siamo già occupati, altri però sono novità. Come i primi due in ordine cronologico: Amori di mezzo secolo e L’arte di arrangiarsi, entrambi del 1954 disponibili il primo su RaroVideo e il secondo su Minerva.

Amori di mezzo secolo è un film composto da cinque episodi realizzati da grandi autori quali Rossellini, Pietrangeli e Germi ma due sono di registi meno noti come Glauco Pellegrini (meno noto per modo di dire: scrisse e diresse il remake Gli uomini, che mascalzoni!) e Mario Chiari. Proprio quest’ultimo dirige l’Albertone nazionale, ancora giovane, nell’episodio Dopoguerra 1920, storia di un burino che lascia il paese per raggiungere i camerati della Marcia su Roma quando l’interesse per la Capitale è invece rivolto ai suoi locali notturni. In uno di questi lo trova la sua fidanzata giunta dal paese, una scatenata Silvana Pampanini.

L’arte di arrangiarsi è un classico di Luigi Zampa scritto da Vitaliano Brancati (come altri due precedenti di Zampa: Anni difficili del 1948, Anni facili del 1953: una specie di trilogia sull’italico opportunismo). Sordi è un giovane voltagabbana che cambia casacca (e fidanzate) alla bisogna, ma finisce in galera quando tenta di truffare un nobiluomo legato al Vaticano.

Sempre del 1954 è disponibile su Minerva Classic Accadde al commissariato, scatenata farsa tribunalizia diretta da Giorgio Simonelli con Alberto eccentrico venditore di bolle di sapone che si reca “al lavoro” vestito di tutto punto ma con una gonna al posto dei pantaloni. Motivo per cui finisce davanti al commissario Nino Taranto.

Con Lo scapolo di Antonio Pietrangeli (1955, Minerva Classic) comincia per Sordi una fase nuova della carriera, più matura e compiuta, meno legata al macchiettismo dei ruoli precedenti benché sia pure questo suo scapolo un “tipo”, un cliché di maschio italiano destinato a capitolare causa insistenze della mamma da una parte e desiderio di calore e sicurezza “domestici”, più che per vero amore, dall’altra. La commedia è apparentemente leggera ma si capisce come gli sceneggiatori, tra i quali Ettore Scola e Ruggero Maccari, volessero graffiare.

Un salto di oltre dieci anni per incontrare uno dei personaggi più memorabili di Sordi, ancora in un film di Zampa: Il medico della mutua (1968, Minerva Classic). Il dottor Guido Tersilli entra in concorrenza con i colleghi per accaparrarsi più mutuati possibili, anche giocando sporco, finché non avrà bisogno lui delle cure loro... Anche qua, uno scapolo (almeno all’inizio) e una mamma. Sordi si è costruito il personaggio e il famoso medico torna l’anno successivo in Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue (Minerva Classic) diretto però da Luciano Salce.

Alberto Sordi su The Film Club