Il cinema moderno è nato con Roma città aperta di Roberto Rossellini, ha scritto il critico francese Serge Daney. Con Roma città aperta e con la scena, in quel film, della tortura di un partigiano osservata da un testimone, il don Pietro Pellegrini interpretato da Aldo Fabrizi. «La finalità di quell’idea di cinema in quanto “forcipe” e criterio di verità», avrebbe poi aggiunto un altro critico francese, Alain Bergala, «giustifica agli occhi del regista moderno il terrore e la crudeltà di cosa si filma». Per questo motivo - e per l’impatto che hanno avuto su intere generazioni di spettatori e di cineasti - i film neorealisti di Rossellini sono ancora oggi fondamentali per capire l’evoluzione della storia del cinema e per comprendere in che modo i film realizzati in Italia nell’immediato Dopoguerra (da Rossellini a De Sica, Visconti, De Santis, Aldo Vergano) abbiano contribuito a ricostruire l’identità non solo degli italiani dopo vent’anni di fascismo, ma di interi popoli annichiliti dalla tragedia delle guerra.
Su MUBI è possibile vedere due capolavori neorealisti di Rossellini: Roma città aperta, per l’appunto, il primo grande film italiano del Dopoguerra, girato tra l’estate del 1944 e la primavera del 1945, in una città ancora occupata e dominata dalla paura, dalla delazione, dalla miseria morale e materiale, come ha scritto Gianni Rondolino (ed è perfetto che sia disponibile - ancora per pochi giorni - anche la storia di quella lavorazione, raccontata nel 1996 da Carlo Lizzani in Celluloide), e il successivo Paisà (1946;), racconto corale costruito seguendo il percorso di liberazione dell’Italia da sud a nord, in sei episodi che ricostruiscono aneddoti e ricordi dello stesso Rossellini e dei collaboratori Sergio Amidei, Federico Fellini, Marcello Pagliero, Vasco Pratolini.
Al momento su MUBI manca l’ultimo tassello della trilogia neorealista, Germania anno zero (1948), ma è disponibile il successivo L’amore (1948), film composto dagli episodi Una voce umana, con una straordinaria Anna Magnani alle prese con il più famoso monologo di Cocteau (una donna al telefono, un’ultima disperata chiamata all’amore perduto, un saggio di virtuosismo di corpo e parola), e Il miracolo, dove l’attrice romana è una pastorella che incontra un vagabondo (interpretato da Fellini!) che scambia per san Giuseppe. La svolta intimista di Rossellini all’epoca non fu accettata da chi si aspettava ancora gli affreschi collettivi del Dopoguerra, ma il regista era già entrato in una fase nuova, aperta a un’indagine soprattutto umana.
Infine, tra i film di Rossellini sulla piattaforma, ancora per pochi giorni è disponibile India (1959), resoconto tra documentario e finzione di un soggiorno in quel paese, nel quale è evidente l’apertura verso uno stile ancora diverso e più moderno, libero e senza strutture. Non è un caso, del resto, che proprio in quegli anni Rossellini fosse impegnato a favorire gli esordi di giovani registi che lo veneravano come un maestro, e anche grazie a lui sarebbero diventati i cineasti della nouvelle vague: Truffaut, Godard, Rohmer, Rivette, Rouch...
Roberto Rossellini su MUBI
Roma città aperta
Drammatico - Italia 1945 - durata 98’
Regia: Roberto Rossellini
Con Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Vito Annichiarico, Maria Michi, Marcello Pagliero, Harry Feist
Al cinema: Uscita in Italia il 31/03/2014
Paisà
Drammatico - Italia 1946 - durata 126’
Regia: Roberto Rossellini
Con Carmela Savio, Gar Moore, Dots M. Johnson, Harriet White, Alfonsino Pasca
L'amore
Drammatico - Italia 1948 - durata 78’
Regia: Roberto Rossellini
Con Anna Magnani, Federico Fellini
in streaming: su MUBI Amazon Channel MUBI
India
Documentario - Italia 1959 - durata 90’
Titolo originale: India: Matri Bhumi
Regia: Roberto Rossellini
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