Il film di Francesco Rosi Il caso Mattei esce nelle sale nel 1972 e vince la Palma d’oro a Cannes ex aequo con La classe operaia va in Paradiso di Elio Petri. Giorni di gloria per il cinema italiano. Ma cerchiamo di non dare nulla per scontato.
Enrico Mattei è figura tra le più significative del Dopoguerra. Partigiano, diventa l’esponente cattolico più importante del Cln. Dopo la guerra viene incaricato dal governo Dc di smantellare il carrozzone fascista dell’Agip, che lui invece riqualifica. Fonda l’Eni nel 1953, comincia una politica estera “parallela” in Nordafrica per la fornitura petrolifera e intrattiene solidi scambi commerciali in materia energetica con l’Unione Sovietica, grazie all’intermediazione dell’amico Luigi Longo, figura di spicco del Pci. Anche ombre nelle sue operazioni internazionali, come il presunto interesse attivo nell’ascesa al potere di Gheddafi.
Il 27 ottobre 1962 Enrico Mattei muore in un incidente aereo sopra i cieli di Pavia, in località Bascapè, di ritorno dalla Sicilia. Il caso Mattei parte da qui e procede non linearmente attraverso una fitta trama di ritagli realistici e documentaristici, con interventi di personaggi autentici (tra i quali Ferruccio Parri da materiale d’archivio e l’ex capo dei servizi segreti francesi Thyraud De Vosjoli) e ricostruzioni drammaturgiche con attori.
Gian Maria Volonté dà di Mattei un’interpretazione quasi mistica, lontana dall’understatement del personaggio (come ebbe a denunciare Montanelli, che pure del presidente Eni fu critico spietato). Al di là dello stile dell’attore, la scelta di una immedesimazione “creativa” e quasi iperrealista è invece importante perché rimarca da parte di Rosi la contaminazione tra un piano più vero del vero (i contenuti, le interviste, la partecipazione dello stesso regista/detective) e i meccanismi romanzeschi e puramente cinematografici del flashback, della recitazione, della messa in scena. Il risultato resta eccezionale, come è stato possibile vedere grazie alla proiezione della copia restaurata alla Mostra di Venezia, venerdì 31 agosto 2012, dopo la consegna del Leone d’oro alla carriera al cineasta.
(qui la pagina dedicata al film da parte della Cineteca di Bologna)
A essere oltremodo rivoluzionario è il suono del film. Perché Il caso Mattei non si guarda e basta: si sente, anzi, l’ossessione della ricerca cronachistica, e quella febbre di successo e progresso che anima Mattei/Volonté ha un contrappunto inarrestabile in colonna sonora. Come un sordo stantuffare che aumenta la tensione rendendo cacofonica la verità. Ma qual è, la verità? Ufficialmente, Enrico Mattei è morto in un incidente aereo. Nella vulgata popolare, cresciuta a dismisura anche in seguito all’uscita del film, in anni di forte contrapposizione politica, sociale e ideologica, responsabili sarebbero le “sette sorelle”, ovvero le major del potere petrolifero americano.
Rosi aveva chiesto al giornalista di “L’Ora” di Palermo Mauro De Mauro, interpretato nella pellicola da Aldo Barberito, di investigare sulle ultime ore di Mattei in Sicilia, nei pressi di Enna per la precisione, dove De Mauro scoprì che il presidente Eni aveva incontrato un uomo vicino a una cosca mafiosa e un sospetto contatto della Cia in Italia. Prima dell’inizio delle riprese De Mauro scompare per sempre. Lupara bianca? Fatti legati all’eversione (il giornalista militò nella 10ª Flottiglia Mas ed era vicino ad ambienti neofascisti)? O invece, appunto, conseguenza dell’indagine voluta da Rosi? Ancora oggi, a mezzo secolo dalla caduta di quell’aereo, di sicuro c’è solo che Mattei è morto. Come e perché, ancora non si sa.
Pubblicato su Film Tv n° 35/2012
Il film
Il caso Mattei
Biografico - Italia 1972 - durata 118’
Regia: Francesco Rosi
Con Gian Maria Volonté, Luigi Squarzina, Peter Baldin, Franco Graziosi
in streaming: su Rai Play
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