Narrativa d’anticipazione. Così si definiscono quei racconti che provano a immaginare con plausibile realismo il futuro, senza scivolare nelle facili scappatoie della sci-fi, anzi, basandosi su previsioni e proiezioni a partire da dati scientifici e rigorosi. Come Extrapolations che, fin dal titolo, allude a queste ultime e immagina gli sviluppi a breve termine del riscaldamento globale terrestre e gli effetti sulla nostra vita della crescita incontrollata delle temperature, tra scioglimento dei ghiacci e siccità, inondazioni e incendi, nuove patologie fisiche e mentali, migrazioni di massa ed estinzioni di specie animali e vegetali, improbabili vie di fuga nel cloud in attesa di tempi migliori e azioni folli di ecoterrorismo dirette a salvare il pianeta.
Insomma, c’è ben poco da stare allegri, anche perché sullo sfondo s’intuiscono giochi di potere e compromessi sulla pelle di tutti (rectius: dei più poveri e dei più indifesi), compiuti da governi nazionali e organizzazioni globali, a loro volta manipolati da cinici affaristi miliardari come il luciferino Nick Bilton (vero nome Nikolai, visti i tempi...). Anche se forse alla fine, chi deve pagare pagherà l’ecocidio che ha messo in moto e nei giovani si può ancora riporre un briciolo di speranza. Extrapolations è una serie ambiziosissima e blasonatissima, farina del sacco del medesimo Scott Z. Burns che in Contagion immaginò bene con anticipo il COVID-19 e qui gioca in quei paraggi, anche nella medesima confezione indie deluxe (tra i registi Gregory Jacobs, sodale storico di Soderbergh), reclutando fior di firme (pure Dave Eggers). Intelligentemente, si è scelto di costruire un’antologia sui generis, dove ogni episodio stempera la sua autoconclusività in un arazzo comune pieno di rimandi interni e incrociati che cerca di tenere dentro un po’ tutto il mondo, lungo un arco di tempo dal 2037 al 2070, fino a un epilogo-summa.
Si percepisce con chiarezza l’ansia di fare e dire la cosa giusta da parte di una certa Hollywood democratica, ben rappresentata nel cast all star (Streep, Norton, Miller, Cotillard, Maguire, Whitaker, etc.), come pure l’intenzione di coniugare riflessione e spettacolarità, andando oltre la superficie (per esempio nell’episodio 3, dietro la storia del rabbino capo a Miami, che lotta per preservare la sinagoga di fronte alle inondazioni e si confronta con una giovanissima fedele, si affronta la questione del silenzio di Dio).
Nel rideclinare continuamente in generi diversi la serie, si arriva persino a lambire un certo blockbuster para-apocalittico e la spy story (gli episodi 4 e 5, quasi un dittico, da punti di vista diversi) e a costruire favole nere alla Black Mirror (gli episodi 6 e 7, sul lato oscuro delle nuove tecnologie presunte salvifiche). Ma Extrapolations non riesce quasi mai a farci credere nei suoi personaggi, perché sono pure dichiarazioni d’intenti, semplici tesi e antitesi in un gioco delle parti cerebrale e freddo. E quando, alla fine, postula una sorta di salvifico reset, dove si può scongiurare l’apocalisse, grazie a una tecnologia virtuosa finalmente nella mani giuste, sembra, in fondo, esibire solo l’ennesima manipolazione di massa che ha raccontato fino a quel momento, però questa volta ai danni di noi spettatori.
La serie tv
Extrapolations - Oltre il limite
Fantascienza - USA 2023 - durata 51’
Titolo originale: Extrapolations
Creato da: Scott Z. Burns
Con Sienna Miller, Hari Nef, Alexandra Lopez Galan, Diane Lane, Isabelle McCalla, Matthew Rhys
in streaming: su Apple TV Plus
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