In un villaggio di pescatori irlandesi un figliol prodigo (Paul Mescal) viene accusato di violenza sessuale. Sua madre Aileen (Emily Watson) vuole e deve credere alla sua innocenza. Creature di Dio è la seconda collaborazione tra Anna Rose Holmer e Saela Davis dopo The Fits, diretto dalla prima e montato dalla seconda: stavolta sono passate entrambe dietro la macchina da presa.
In Creature di Dio scegliete di adottare non la prospettiva della vittima o del carnefice ma di un personaggio che sta in una zona di mezzo, solo in apparenza esterna.
SAELA DAVIS: Il punto di vista di Aileen ci interessava perché è una persona che in tutta la sua vita non ha mai messo in discussione il modo in cui vanno le cose. Non è una giovane e audace fanciulla della nuova generazione come sua figlia, è invischiata in tradizioni e abitudini dure a morire. Seguire il percorso di cambiamento di qualcuno come lei è stato stimolante.
ANNA ROSE HOLMER: In questo film come in The Fits non ci interessava affrontare direttamente la violenza, ma indagarne gli echi. Il punto della storia non riguarda soltanto la dialettica vittima-aggressore ma il modo in cui l’atto di violenza compiuto da Brian si riverbera, erodendo la fiducia e l’amore all’interno della comunità.
Emily Watson è strepitosa in un ruolo di complessità viscosa che riporta alla mente quello da lei affrontato in Le onde del destino.
SD: Pensavamo anche al film di Von Trier quando ci immaginavamo di coinvolgerla. Abbiamo discusso con lei consapevoli dell’importanza di tenere a mente da dove viene e chi è Aileen, e il momento in cui si trova emotivamente quando cominciamo a raccontarla. Per Emily era essenziale catturare la voce del personaggio, per spostarsi da se stessa e immergersi nei più piccoli dettagli del personaggio, quindi lavorando anche sulla parlata precipua di quella zona geografica.
ARH: Abbiamo si può dire quasi un’ossessione per il modo in cui puoi raccontare una storia attraverso il corpo, e cercavamo quindi interpreti, come Emily e Paul Mescal, in grado di trattenere con sé il carico di tensione emotiva del racconto.
Accompagnate la vostra protagonista in un percorso di sovversione del concetto di maternità abnegante e omertosa che lei ha suo malgrado introiettato.
SD & ARH: Uno degli elementi fondamentali in questa storia era la relazione stretta da Aileen con le altre donne. In assenza di Brian, si è costruita una nuova vita, occupa una posizione di rilievo nel proprio lavoro, e ha un bel rapporto con Sarah. L’arco della sua trasformazione si completa una volta che lei decide di ascoltare. La sua è una comunità tradizionale, che giudica le madri in base alle azioni figli, ma alla fine Aileen è spinta a valutare chi è, lei, come persona, e se può mettersi contro convinzioni radicate rifiutando l’idea che la sua identità sia esclusivamente definita da Brian. Ciò le consente per la prima volta di guardare se stessa al di fuori di questa ristretta visione della maternità.
Stilisticamente, Creature di Dio è prossimo a un horror, a una storia di possessione.
Per noi questo film è in progressione una ghost story: man mano che la vicenda procede ci spostiamo in profondità nella psicologia di Aileen, e abbiamo veicolato questo movimento grazie ai codici e agli strumenti dell’horror puro. Perché Aileen è infestata dalla decisione che ha preso e volevamo che ogni cosa, dalla fotografia al sound design, rispecchiasse questa sensazione.
Il film
Creature di Dio
Drammatico - Irlanda, Regno Unito, USA 2022 - durata 100’
Titolo originale: God's Creatures
Regia: Saela Davis, Anna Rose Holmer
Con Aisling Franciosi, Emily Watson, Paul Mescal, Isabelle Connolly, Marion O'Dwyer, Toni O'Rourke
Al cinema: Uscita in Italia il 04/05/2023
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