Il programma
BFFB. Bolzano Film Festival Bozen. Nella sigla è inscritta una metodica. La doppia “B” non va letta come un ridondante riflesso narcisistico, ma è una ripetizione (variata) che racconta la natura “dorsale” del posto che ospita la manifestazione. Lo scrive chiaramente nella presentazione della 36ª edizione, dal 18 al 23 aprile 2023, il direttore artistico Vincenzo Bugno: il BFFB, «cresciuto in una città di confine - dove il confine, i confini sono visti come opportunità di dialogo con il fuori da sé -, non può essere che un festival in qualche modo ibrido».
Una caratteristica che emerge chiaramente dai titoli del concorso, che spaziano dal documentario (Le mura di Bergamo di Stefano Savona; Matter Out of Place di Nikolaus Geyrhalter) alla fiction (Im toten Winkel di Ayse Polat), ma si soffermano soprattutto sulle tante possibili interferenze (A dentro mío estoy bailando di Leandro Koch e Paloma Schachmann; Vera di Tizza Covi e Rainer Frimmel; Gigi la legge di Alessandro Comodin).
E proprio queste interferenze tra fiction e documentario rappresentano il tratto peculiare del Novo cinema galego indagato nel Focus Europe Galicia. Tra i due estremi chiamati a confronto, il documentario, come ha dimostrato negli anni, è “costitutivamente” più predisposto a ripensare il proprio statuto, a sperimentare nuove intersezioni: ai suoi diversi universi è dedicata sia la masterclass tenuta dalla produttrice Marta Andreu (l’altra è del sound designer Vasco Pimentel) sia la sezione RealeNonReale composta da Il cerchio di Sophie Chiarello, She Chef di Melanie Liebheit e Gereon Wetzel, The Homes We Carry di Brenda Akele Jorde, Trieste è bella di notte di Matteo Calore, Stefano Collizzolli e Andrea Segre, Umberto Eco - La biblioteca del mondo di Davide Ferrario. L’edizione di quest’anno conferisce uno doppio premio alla carriera a due eccellenze che solitamente le manifestazioni più blasonate “confinano” nella sezione “contributi tecnici”: uno alla direttrice alla fotografia Christine A. Maier e l’altro al “montautore” Jacopo Quadri.
10 eventi da non perdere
secondo Vincenzo Bugno (direttore artistico del Bolzano Film Festival Bozen)
- SEZIONE
FOCUS EUROPE GALICIA
«Per me è molto importante citare l’omaggio che dedichiamo quest’anno al cinema galiziano, una delle grandi realtà cinematografiche europee degli ultimi dieci anni, al di là di qualsiasi cliché sul cinema spagnolo».
- CONCORSO
ADENTRO MÍO ESTOY BAILANDO
«Film degli argentini Leandro Koch e Paloma Schachmann, di produzione in massima parte austriaca, che, cercando le origini della musica klezmer, riflette sul destino e sulla scomparsa della cultura yiddish». - CONCORSO
IM TOTEL WINKEL
«Un’opera che esprime bene l’idea di confine come incrocio di possibilità realizzative è questo film di produzione tedesca, girato in Turchia da una regista di origine curda, Ayse Polat, a livello formale molto interessante».
- CONCORSO
THE HAMLET SYNDROM
«Produzione tedesca realizzata da due registi polacchi, Elwira Niewiera e Piotr Rosołowski, e girata a Kiev. Si tratta di un film che si confronta con i prodromi del conflitto russoucraino prima della sua grande esplosione lo scorso anno». - FILM D’APERTURA
VERA
«Film d’apertura del festival realizzato dalla coppia bolzanino-austriaca Tizza Covi e Rainer Frimmel, e girato in una Roma pasoliniana che riflette, nelle sue forme “contaminate”, l’anima del personaggio a cui ruota attorno».
- CONCORSO
PIAFFE
«Film on the edge, diretto dalla regista e artista Ann Oren, sul limite delle identità: la protagonista, di mestiere rumorista, si identifica a tal punto con un cavallo tanto da arrivare ad assomigliargli anche sul piano erotico-sessuale». - CONCORSO
LE MURA DI BERGAMO
«Documentario di prima linea di Stefano Savona, coraggiosissimo sia a livello produttivo sia per l’impatto emozionale devastante. È una di quelle opere che non ti lasciano indenne e immagino sarà molto forte condividere la visione».
- CONCORSO
GIGI LA LEGGE
«Altro film che gioca a mescolare lo sguardo documentario con la scrittura della fiction. Un’opera, firmata da Alessandro Comodin, ibrida, di confine, anche dal punto di vista linguistico, dato che si fondono e confondono veneto e friulano». - REALENONREALE
IL CERCHIO
«Purtroppo poco visto, il film di Sophie Chiarello è un bellissimo esempio di utopia realizzata, che con candore smonta tutta la retorica in negativo con cui di solito certa stampa racconta le situazioni di multiculturalismo».
- CONCORSO
SISTERS
«Un esempio di contaminazioni innovative è questa co-produzione Trentino Alto Adige-Lettonia, girata da Linda Olte: al centro della storia due giovani sorelle, molto unite, che vivono in un orfanotrofio, ma che rischiano di essere separate».
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