L’attore con la macchina da presa

Parliamo di un grande, forse ancora misconosciuto, nel caso da recuperare alla velocità della luce. Grazie a RaroVideo Channel, nel pacchetto di The Film Club, è possibile vedere i film da regista di John Cassavetes, già attore (e che attore). Di origine greca da parte di entrambi i genitori, nato e cresciuto a New York, ex stella dell’Actors Studio del quale finisce per contestare il metodo, in aperta polemica con Lee Strasberg, quando scopre e si innamora del cinema europeo, a partire dal neorealismo.

Da un suo laboratorio di recitazione dove all’immedesimazione attori e attrici devono sostituire l’improvvisazione nasce l’idea del primo film Ombre (1958). Storia di tre fratelli mulatti dalle diverse aspirazioni, in quasi tutti i casi destinate a infrangersi tra le difficoltà dei rapporti personali e le scelte sbagliate. Girato in 16 mm in spazi non ricostruiti e con molti esterni, tra comparse prese dalla strada, ha un montaggio che segue un’idea quasi musicale di libertà, free jazz o giù di lì, Charles Mingus compose una colonna sonora di oltre tre ore che però John utilizzò solo in minima parte. La versione proposta è quella di 81 minuti più vicina all’integrale originale, quindi da non perdere.

Non è da meno Volti, girato una decina d’anni dopo con la stessa carenza di mezzi (interni a casa sua e della suocera) ma con più consapevolezza dell’idea di racconto. Un marito cerca il divorzio e finisce tra le braccia di una squillo (Gena Rowlands, moglie del regista), la moglie va praticamente col primo che passa (Seymour Cassel) e poi tenta il suicidio. Resa dei conti tesissima tra i due, apprezzata anche dall’Academy che nomina all’Oscar Cassavetes per la sceneggiatura e l’attrice protagonista esordiente Lynn Carley, mentre John Marley (il marito) vinse la Coppa Volpi a Venezia. Sul set, come runner, un giovanissimo Steven Spielberg, affamato di cinema.

Altro giro con Una moglie (1974). Scena di coppia: lui, Peter Falk, lavoratore irruento, lei, Gena Rowlands, nevrotica ai limiti del disturbo caratteriale, e infatti l’“interessamento” della suocera la fa finire in manicomio. Falk, all’epoca celeberrimo tenente Colombo, aiutò l’amico (che aveva scritto la parte pensando al terzo amigo, Ben Gazzara) finanziariamente, Cassavetes aveva anche preso parte alla serie poliziesca (è l’affascinante direttore d’orchestra omicida del primo episodio della seconda stagione).

Si prosegue con L’assassinio di un allibratore cinese (1976), con Gazzara costretto ad ammazzare un pesce piccolo di Chinatown per sdebitarsi con le persone sbagliate, un gruppo di mafiosi che in verità gli trama alle spalle per fregargli il locale di spogliarelli che è tutta la sua vita. Un noir, e non poteva essere altrimenti da parte di un artista che aveva frequentato il genere da attore. Conclude il ciclo La sera della prima (1977), splendida prova di Gena Rowlands nei panni di un’attrice di teatro distrutta dalla morte drammatica di una fan.

John Cassavetes su The Film Club