C’è quel periodo a cavallo tra la fine di un anno vecchio e l’inizio di quello nuovo che da tempo immemore – si dice da quella volta che il biblista e presbitero Ermenegildo Manicardi appese sul portone della sua chiesa di Carpi la lista dei suoi vangeli apocrifi preferiti – viene coerentemente dedicato alle classifiche, i riassunti, le classifiche riassuntive, i consuntivi e i bilanci dell’anno appena trascorso. È una cosa che si può fare in maniera seriosa e tutta convinta, oppure si può fare nella maniera giusta: scherzandoci su, lasciando che una faccenda generalmente implacabile come può essere la realtà venga raccontata non tramite la cronaca, fredda e sterile, ma tramite la lente (che restituisce un’immagine non meno realistica, solo deformata) dell’umorismo.
Tra tutti i riassunti dell’anno appena trascorso, gli speciali festivi e gli almanacchi dell’anno prima, ce n’è uno che spicca per interesse e modernità. E, per quanto sia sublime nella sua filologica ignoranza trash, non stiamo parlando di Ciao 2021.
Yearly Derparted è, innanzitutto, un’operazione furba e semplice. La sua autrice, la scrittrice per la tv (Jimmy Kimmel Live!) e giornalista per il New Yorker Bess Kalb, ha preso (informalmente) ispirazione da un format di TikTok – la serata PowerPoint: gruppi di amici si trovano a casa di qualcuno e ognuno prepara un’ironica presentazione con proiettore su un argomento a scelta – e ha creato uno speciale (non in diretta, ma sceneggiato e montato) in cui svariate persone divertenti si alternano sul podio per recitare un buffo elogio funebre dedicato all’orribile anno appena trascorso.
La cosa davvero interessante di Yearly Departed (si trova su Prime Video) è il fatto che Kelb abbia preso al volo l’occasione per trasformare l’ennesimo show riempitivo di fine anno in una vetrina per sole comiche, faccenda non per niente secondaria nell’ambito di un mondo chiuso, quello della stand-up comedy, in cui certi cascami di maschilismo spinto e subdolo (e certi stereotipi vecchi come una battuta sulle donne in cucina) faticano a essere abbandonati.
Yearly Departed, in sé e per sé, non è uno spettacolo particolarmente riuscito. Non tanto per la qualità delle comiche o dei loro micro set (ognuna ha a disposizione fra i cinque e i dieci minuti), quanto per l’eccessiva macchinosità con cui è stato prodotto e montato. Per dire: alcuni dei momenti più divertenti dello show li trovate sui titoli di coda, quando vengono proposte alcune scene tagliate e viene fuori tutta la vera energia e la spontaneità delle coinvolte. Allo stesso tempo, però, rimane un’operazione interessante e valida. Le protagoniste rimangono (singolarmente) impresse, missione riuscita. Noi vorremmo presentarvene tre: una comica che non sapevate di conoscere già, una comica in erba che si è fatta da sola (gioco di parole non voluto, ma lo abbracciamo) e una outsider che sarà sempre più brava di quanto non sia famosa.
Chelsea Peretti
Chelsea Peretti probabilmente la conoscete per essere stata una delle cose migliori apparse (per sei delle otto stagioni come membro del cast) in Brooklyn Nine-Nine, serie che è già una cosa migliore di per sé. Il suo personaggio nella sitcom poliziesca è Gina, l’assistente del capitano del distretto, una scheggia caotica che vive per la schadenfreude senza curarsi di ciò che gli altri pensano di lei. Un’energia spavalda (gli americani la chiamerebbero swag) che si trasmette anche nella sua comicità e la rende una delle performer (e scrittrici: fra gli altri anche per Saturday Night Live e il Kroll Show) più ingiustamente sottovalutate. Tanto che il suo unico speciale Netflix (Chelsea Peretti: One Of The Greats) non è disponibile fuori dagli Stati Uniti.
Megan Stalter
Megan Stalter probabilmente non la conoscete, anche perché fino a poco tempo fa difficilmente la conoscevano al di fuori di Cleveland. Poi ci ha pensato il caro vecchio internet a fare il suo corso, quello che premia i più testardi fra i talentuosi, e Stalter si è creata, da sola e dal nulla, una carriera che tra radio, podcast e sketch show (autoprodotti creando personaggi e situazioni a ritmo quasi bulimico), l’hanno portata a ottenere un ruolo in Hacks, la miglior serie del 2021 fra quelle mai arrivate in Italia, oltre al ruolo di disturbatrice ufficiale in Yearly Departed. L’energia comica di Stalter, al contrario della laconica e cool Peretti, è letteralmente sguinzagliata e quasi fuori controllo. Per dire: se venisse messa in una stanza insieme a Eric Andre, la reazione nucleare probabilmente raderebbe al suolo un paio di isolati. A meno che qualcuno non faccia intervenire prima le forze dell’ordine per cercare di tenere sotto controllo tutta quella anarchia.
Aparna Nancherla
Aparna Nancherla non la conoscete e basta, ed è una cosa particolarmente ingiusta. Non la conoscete perché in tv ha avuto, sinora, solamente ruoli secondari (High Maintenance, Space Force, Mythic Quest: Raven’s Banquet) o da doppiatrice – è stata la figlia barra sorellastra di BoJack Horseman, personaggio mirabilmente ribattezzato Hollyhock Manheim-Mannheim-Guerrero-Robinson-Zilberschlag-Hsung-Fonzerelli-McQuack. Eppure Nancherla è una comica di stand-up di lusso vero, che riesce a conquistarsi un pubblico senza sbraitare o esagerare, ma affidandosi ad acuti monologhi di osservazione in cui mette sempre in gioco se stessa con un’autoironia dolente che sfiora soltanto il masochismo. Nancherla è anche la cosa migliore uscita da Yearly Departed – forse perché era la comica più adatta, per via del suo stile asciutto ma non arido, al filo rosso dell’elogio funebre. Se lo show di fine anno apparecchiato da Bess Kalb ha fatto conoscere anche solo a tredici persone in più la bontà del talento di Nancherla, allora ha fatto il suo mestiere. Per un ulteriore approfondimento, trovate su Netflix un suo mini speciale di mezz’ora (nascosto dentro a un’antologia).
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