In Hail to the Thief, l’album più politico dei Radiohead in cui il quintetto dell’Oxfordshire cantava la distopia concreta del governo Bush, Thom Yorke si lamentava nel brano di apertura: “Sei un tale sognatore/ da voler cambiare il mondo?/ Io resterò a casa per sempre/ Dove due + due fa sempre cinque”. Il brano è chiamato in maniera evocativa proprio 2+2=5, con esplicito riferimento a 1984, il romanzo in cui George Orwell sistematizzava un potere burocratico e onnisciente in grado di fornire equazioni fallaci e repressive ai cittadini.
Yorke, però, postulava anche l’inconsapevole rinuncia ai sogni di emancipazione attraverso la libera sottomissione volontaria dei cittadini a un regime totalitario nei quali questi trovavano una serenità conformata e inconsapevole simile a quella ipotizzata in Il mondo nuovo di Aldous Huxley, confermando come utopia e distopia siano le due facce della stessa medaglia e come le due visioni non siano affatto inconciliabili.
‘1984’ di Orwell vs Un mondo nuovo di Huxley prova a muoversi sul crinale di queste due grandi narrazioni del Novecento, una apparentemente più libera – quella di Brave New World – dove la ricerca scientifica ha soggiogato l’umanità attraverso l’eugenetica e le droghe sintetiche creando l’illusione di un’eterna jouissance, e l’altra – quella di 1984 – centralizzata, statalista, in cui la popolazione vive in uno stato di perenne guerra e miseria, dove il sesso e l’amore sono disincentivati.
Da un lato quindi l’impossibilità di ribellarsi alla gioia e al piacere in una società dalla libertà fittizia, dall’altro l’orgasmo come atto politico all’interno di un totalitarismo.
Due visioni in aperta contrapposizione che sono al contempo il frutto delle derive antagonistiche di un rapporto umano docente (Huxley)-allievo (Orwell), due caratteri opposti e inconciliabili ma che hanno avuto modo di conoscersi all’Eton College (il quale formerà la loro visione di una società classista) e di stimarsi prima di separarsi definitivamente.
Huxley, anti ideologista e antistalista, scriverà Brave New World dopo essersi trasferito in una stazione balneare del Mediterraneo assieme alla moglie per evadere dai nazionalismi imperanti degli anni trenta e sarà conosciuto per il suo dandismo mondano e la passione per le tecnologie (un mondo col quale sarà apertamente critico) oltre che per l’essere uno sperimentatore di droghe lisergiche; Orwell, giornalista squattrinato, militante socialista e rivoluzionario (il che lo porterà a considerare Huxley un intellettuale arroccato nella sua torre d’avorio), frequenterà invece i sobborghi londinesi, a contatto con la povertà della classe operaia fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale, durante la quale scriverà La fattoria degli animali per poi chiudersi in una piccola casa isolata dal mondo in un’isola scozzese e dare forma a 1984.
È il documentario stesso a porsi la domanda su quale dei due autori abbia avuto la visione più cristallina sul nostro mondo, in quale delle due diramazioni sia immerso il nostro presente, trovando la risposta all’interno di una perfetta sintesi tra le due posizioni, entrambe cruciali per analizzare le dinamiche di controllo verticali o orizzontali del contemporaneo, con i suoi sistemi di sorveglianza, l’editing genetico, l’onnipresenza delle telecamere, il desiderio di eterno godimento, la gamification, la manipolazione del linguaggio, la post-verità, in una prospettiva non dissimile a quella teorizzata da Dave Eggers ne Il cerchio: una struttura circolare in cui controllo centralizzato, autocontrollo, frustrazione e desiderio di godimento convivono ina una rete globale dalla quale non sembra esserci via d’uscita.
Il film
'1984' di Orwell vs Un mondo nuovo di Huxley
Documentario - Francia 2020 - durata 54’
Titolo originale: George Orwell, Aldous Huxley : 1984 ou Le Meilleur des mondes ?
Regia: Caroline Benarrosh, Philippe Calderon
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