The Legionary - Fuga all’inferno di Peter MacDonald, disponibile sul canale Full Action di The Film Club, è il miglior film con Jean-Claude Van Damme insieme a Timecop di Peter Hyams (1994) e a La prova da lui stesso diretto nel 1996. Racconta una storia ambientata tra Marsiglia e il Marocco nel 1925. Alain Lefèvre è un pugile al quale il mafioso corso-marsigliese Lucien Galgani (Jim Carter) fa la tipica offerta che non si può rifiutare, affinché a un certo punto di un certo incontro vada al tappeto. Come da copione, non accade, e per evitare la vendetta del clan Lefèvre si arruola nella Legione straniera che lo spedisce per il durissimo addestramento nella regione marocchina del Rif, dove i berberi di Abd el-Krim sono in rivolta contro le forze coloniali francesi (e spagnole).

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Una scena di The Legionary - Fuga all’inferno


Da un film con Van Damme, in questo caso anche co-autore del soggetto, ci si aspettano due cose: botte e azione. Ci sono in abbondanza grazie soprattutto al lavoro di uno dei migliori stunt coordinator britannici, il veterano Greg Powell. Tuttavia The Legionary è qualcosa in più, il copione di Sheldon Lettich (sodale di Van Damme) e Rebecca Morrison è piuttosto accurato dal punto di vista storico. Nonostante l’ambientazione tra Francia e France-Afrique, la produzione è totalmente britannica, così come il cast principale e il regista MacDonald, grande direttore delle seconde unità (di solito le troupe addette alle scene d’azione in esterni e a quelle di massa) di titoli come L’impero colpisce ancora, Rambo 2 - La vendetta, il Batman di Tim Burton e The Bourne Ultimatum.


Di The Legionary è particolarmente interessante il tema. Esiste un filone specifico della cultura popolare francese legato al mito del legionario. Il film di riferimento è uno dei più celebri, e meravigliosi, di Julien Duvivier, La bandera (1935). Anche in quel caso un uomo, Jean Gabin, dopo un crimine si arruola nella legione straniera (spagnola: quella che si mosse con Franco contro i repubblicani) braccato da un poliziotto. Ma il cardine dell’immaginario dell’epoca è una canzone scritta da un ex legionario, Raymond Asso, musicata dalla pianista Marguerite Monnot e portata al successo prima da Marie Dubas e poi da Édith Piaf: Mon légionnaire.

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Una scena di The Legionary - Fuga all’inferno


Per inciso: la Dubas fu per la Legione un po’ quello che Ornella Vanoni è stata per la mala milanese ai tempi di Strehler, una sorta di cantrice ufficiale, un’altra sua canzone “legionaresca”, Le fanion de la Légion, “il gagliardetto della legione”, testo sempre di Asso, divenne un successo clamoroso. The Legionary - complice anche l’origine francofona del belga Van Demme - non scorda le radici e chiude sui titoli di coda con una versione (devo dire stupenda) di Mon légionnaire di Ute Lemper. La canzone racconta di una donna che amò per una notte intera un legionario svanito all’alba senza mai dire il suo nome, e si strugge nel ricordo. Ne esiste anche una versione diciamo così, eccentrica, di Serge Gainsbourg, con videoclip di Luc Besson.



Autore

Mauro Gervasini

Firma storica di Film Tv, che ha diretto dal 2013 al 2017, è consulente selezionatore della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e insegna Forme e linguaggi del cinema di genere all'Università degli studi dell'Insubria. Autore di Cuore e acciaio - Le arti marziali al cinema (2019) e della prima monografia italiana dedicata al polar (Cinema poliziesco francese, 2003), ha pubblicato vari saggi in libri collettivi, in particolare su cinema francese e di genere.

IL FILM

locandina The Legionary - Fuga all'inferno

The Legionary - Fuga all'inferno

Azione - USA 1998 - durata 95’

Titolo originale: Legionnaire

Regia: Peter McDonald

Con Jean-Claude Van Damme, Adewale Akinnuoye-Agbaje

in streaming: su Full Action Amazon Channel Apple TV Amazon Video Pluto TV