«Fa’ che io sia qualcosa ogni minuto di ogni giorno della mia vita. Fa’ che io sia intirizzita, o al caldo. Che io sia affamata, o troppo piena. Che io sia onesta, oppure peccatrice. Purché io sia qualcosa ogni benedetto minuto». Prima della cruciale partita finale di Ragazze vincenti: La serie, Carson Shaw legge alle sue compagne queste parole, tratte da Un albero cresce a Brooklyn di Betty Smith: un romanzo arcinoto negli Stati Uniti, soprattutto perché acquistato e consumato a frotte dai soldati al fronte.
Ed è proprio mentre uomini e ragazzi vengono spediti a combattere l’Asse oltreoceano che nasce l’All-American Girls Professional Baseball League, aprendo alle giocatrici l’accesso allo sport professionista: qualsiasi cosa, pur di garantire al pubblico l’irrinunciabile “american pastime”. O quasi: nei primi anni 40 “all-american” è sinonimo di “dalla pelle bianca”, e se per Carson e colleghe varcare le porte dello stadio suona come un primo, eccezionale, passo verso l’emancipazione, all’afroamericana Max Chapman non basta esser la miglior lanciatrice su piazza, tranquillamente al livello dei suoi omologhi maschi, non le lasciano fare neppure il provino.
Avanza su questi due binari narrativi la serie ispirata al cult movie anni 90 di Penny Marshall con Geena Davis e Tom Hanks: due romanzi di formazione paralleli - personali, sessuali, sportivi, sociali. Da un lato quello di Carson, che letteralmente fugge da una vita preordinata di moglie di provincia per fare la ricevitrice professionista nelle Rockford Peaches, e nel frattempo scopre l’amore per la compagna di squadra Greta, ma anche le proprie impreviste qualità di leader; dall’altro quello, molto più tortuoso e accidentato, di Max, che oltre a far fronte alla discriminazione sistemica, deve perseguire una maturità sfuggente, fare i conti con le conseguenze della propria ossessione, conoscere se stessa e la propria famiglia.
Diversamente dalla maggioranza di remake e reboot superficialmente nostalgici, i co-autori Abbi Jacobson (attrice e comedian, di grande successo in Usa con lo show - da noi assurdamente inedito - Broad City; qui veste anche la divisa della co-protagonista Carson) e Will Graham (Mozart in the Jungle) inseguono tutte le possibilità consentite da un adattamento, sia in senso contenutistico-narrativo sia di formato. Ragazze vincenti è una serie “inclusiva”, nel senso che finalmente, nel 2022, può includere e far materia principale di racconto quel che il film originale (per scelta o per forza) era stato costretto a lasciare fuori o ai margini del campo: la queerness che caratterizzava gli spogliatoi della AAGPBL - e che gli organizzatori cercavano esplicitamente di “contrastare”, cancellando con trucco, parrucco e “costumi” i tratti più mascolini e/o meno conformi alla femminilità da cartolina delle giocatrici - e il cammino, obliquo, faticoso e solo a volte convergente, delle altete nere (il personaggio di Max è un amalgama delle vere Toni Stone, Mamie Johnson e Connie Morgan). «Non si piange nel baseball», ma con Ragazze vincenti un po’ sì; si ride molto, anche, grazie a una trama che riecheggia quella del film, ma se ne distanzia abbastanza per garantire sorprese, e a un cast di attrici e caratteri già indimenticabili.
La serie tv
Ragazze vincenti - La serie (2022)
Commedia - USA 2022 - durata 52’
Titolo originale: A League of Their Own (2022)
Creato da: Will Graham, Abbi Jacobson
Con Abbi Jacobson, Chante Adams, Alfredo Tavares, Johnna Leary, April Mouton, D'Arcy Carden
in streaming: su Amazon Prime Video
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