C’è una regina che porta scarpe pesanti da campagna e un foulard legato intorno ai capelli e che, se s’impantana con l’auto contro una roccia in mezzo a un torrente, sa benissimo che le si è rotto il semiasse anteriore perché da ragazza, durante la guerra, faceva il meccanico. È regina da più di cinquant’anni, tutta d’un pezzo, impenetrabile, con l’immancabile borsetta agganciata al braccio e una famiglia turbolenta da sedare, talvolta occultare, sempre ricondurre sotto la propria inossidabile regalità.
Elisabetta II d’Inghilterra ha attraversato crisi devastanti, da quella del ‘56 di Suez quando, a soli quattro anni dall’incoronazione e appena trentenne, constatò il crollo irreversibile dell’Impero, ai turbolenti anni ‘60 antimonarchici, dai ferrei anni ‘80 del “regno Thatcher” alla furibonda ondata mediatica che, alla morte di Lady Diana, ha rischiato di travolgere la monarchia. Su queste ultime giornate, pochissime, si concentra The Queen di Stephen Frears, acidissimo ritratto di una famiglia borghese disastrata (quella reale) e di una famiglia piccolo-borghese avida (quella di Tony e Cherie Blair), del sottile gioco di alleanze, strattoni e voltafaccia politici che si è intessuto intorno a un lutto di risonanza mondiale.
Indipendentemente dalla simpatia o dall’antipatia che si può provare per Diana Spencer, non c’è dubbio che l’ex principessa di Galles corrispondesse, per astuzia o sensibilità, per grazia o mondanità, ai bisogni, alle illusioni e anche alla volgarità dei nostri giorni. Gazzella dagli occhi spesso dolenti, non si sottraeva all’esibizione, né caritatevole né personale. A differenza di una regina di gamba corta e di tombale riservatezza che per tutta la vita con la sua sola presenza ha ridimensionato le intemperanze di sorelle, figli, zii, nuore, cugini, parenti tutti, oltreché di un marito marpione.
Frears, nativo di Leicester, Inghilterra, conosce a memoria, anzi a pelle, quello di cui parla: è nato nel 1941, con il latte ha succhiato il rispetto per una famiglia reale che restava a Londra mentre piovevano sulla città le bombe del Blitz (e rievoca quei momenti e quel collante, per un attimo, attraverso le parole della regina madre), all’inizio degli anni ‘60 ha cominciato a bazzicare gli arrabbiati del Royal Court Theatre, è stato assistente di Lindsay Anderson e di Karel Reisz, si è fatto le ossa nella televisione spudorata anni ‘70, ha segnato la rinascita del cinema inglese nel 1985 con un film marginale su marginali (My Beautiful Laundrette), non si è fatto fagocitare da Hollywood, ma è tornato a fare piccoli film rabbiosi e divertenti, alla ricerca spesso di radici popolari solide e lontane (The Snapper, The Van, Liam, lo stesso Lady Henderson presenta).
Radicale, liberale, se laburista certamente critico nei confronti della gestione Blair, Stephen Frears non fa parodia, ma se mai satira, e se mette al centro dello schermo la regina e la famiglia reale, gli addetti stampa e i politici, sta certamente perseguendo un senso, storico e culturale. Il senso di The Queen, sotterraneo ma inequivocabile, si precisa a poco a poco: circondata da un marito arrogante e stolido, un figlio confuso e opportunista, un primo ministro arrivista con moglie rampante, Elisabetta, con la sua spigolosa sottomissione alla ragion di stato, finisce tuttavia per rappresentare “quel che resta dell’Inghilterra”, in termini di dignità, riservatezza, autorevolezza e persino radici profonde.
Una regina che va a rendere omaggio a uno splendido cervo (ucciso in una battuta a pagamento da uno dei nuovi ricchi della City) sta in realtà ossequiando i tempi passati, la solidità campagnola dell’isola imperiale. Una regina che ha il coraggio di uscire in pubblico a leggere i biglietti contro di lei e contro la corona riconosce nella propria l’identità di un paese ormai snaturato dal liberismo selvaggio. In fondo, una regina che tollera un film così, dimostra di essere a capo di una grande democrazia.
Frears l’arrabbiato, che tratteggia con ferocia Tony Blair, sua moglie, i principi Filippo e Carlo e che non mette nemmeno in scena la genia degli Spencer (al fratello di Diana è riservato solo un pezzetto del footage autentico che si mescola alle riprese), sta tutto dalla parte di Elisabetta (una Helen Mirren strepitosa non solo per mimesi, ma soprattutto per sensibilità profonda) e della regina madre (la scozzese che stette sotto i bombardamenti, la più amata dagli inglesi, bicchiere di scotch sempre a portata di mano): due signore di ferro, neppure simpatiche, che racchiudono però il genio del tempo e del luogo.
IL FILM
The Queen. La regina
Commedia - Gran Bretagna/Francia/ 2006 - durata 97’
Titolo originale: The Queen
Regia: Stephen Frears
Con Helen Mirren, Michael Sheen, James Cromwell, Sylvia Syms
Al cinema: Uscita in Italia il 15/09/2006
in streaming: su Nexo Plus Apple TV Rakuten TV Timvision
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