Questa valida sitcom si intitola This Fool – letteralmente: ‘Sto scemo, laddove “Fool” porta un significato vernacolare affettivo più simile al nostro “Babbo” che a un insulto vero e proprio – e nonostante sia stata ideata, realizzata e recitata da perfetti (per quanto adorabili) sconosciuti, potrebbe presto finire sui nostri schermi.
Non tanto perché è una produzione/distribuzione Hulu – contenitore disneyano assente sul nostro mercato, ma con facili sbocchi internazionali grazie a Disney+ e a Star – quanto per un motivo molto più subdolo e scivoloso. I bianchissimi dirigenti Disney, infatti, potrebbero gentilmente regalarci This Fool memori del sorprendente successo di Abbott Elementary, gran serie arrivata dal nulla e tornata a casa con una manciata di nomination agli Emmy, prototipo di quella che gli executive molto pallidi chiamano Serie etnicamente connotate ma scritte così bene che tutti possono rivedercisi – e soprattutto i bianchi poco progressisti possono guardarle senza sentirsi in pericolo per la sopravvivenza della loro “cultura”.
This Fool è ambientata a South Central, famigerata zona di Los Angeles che (nello stereotipo) riesce a essere malfamata anche dopo l’applicazione del filtro bellezza sitcom. È il quartiere delle gang, del degrado e dei bulletti sfaccendati che polleggiano tutto il giorno sul marciapiede e ti fanno brutto se anche solo ti azzardi a sfiorarli con lo sguardo. Ma questi sono anche tutti concetti violentemente anni ‘90: il presente è più complicato e sfaccettato – non per forza migliore eh, giusto più complicato e sfaccettato causa moltiplicazione di fattori e conoscenze – e il creatore (e protagonista) della serie Chris Estrada lo ben sa.
Tanto da essersi regalato un protagonista, il tenero e anche un po’ fesso Julio, che ha appena superato i 30 e non solo è, caratterialmente, l’antitesi perfetta del tipico gangster latino, ma ci tiene anche a rincarare la dose continuando ad abitare con la mamma, frequentando la fidanzatina del liceo che si approfitta della sua incapacità di imporsi, e lavorando per un’associazione non profit che si chiama Hugs not Thugs (“Abbracci non delinquenti”) e che lavora sulla redenzione e il reinserimento di ex galeotti facendo cucinare loro splendidi mini cupcakes rosa.
This Fool è un gran bell’esempio di situation comedy moderna, che confonde la struttura a sketch lunghi classica del genere con un arco narrativo (e di sviluppo dei personaggi) tipico invece della narrazione non da sitcom. La vita di Julio, infatti, fino al giorno prima dell’inizio della serie era ben instradata sui binari della noia e della volontà (più o meno consapevole) di non affrontare neanche per sbaglio i propri problemi personali. Poi inizia la serie, e il cugino Luis (ex gangster) esce di prigione dopo 17 anni.
Rimasto fermo alle obsolete pratiche sociali del 2005 – quando gay era, abbastanza inspiegabilmente, il blando insulto più usato e più eclettico –, Luis ha disperato bisogno dell’aiuto del cugino per navigare in un mondo in cui i rottami di certe dinamiche anni ‘90 come lui non hanno più senso. Al contempo, Julio necessita di una svegliata di quelle giuste per riprendere vagamente in mano una vita ben spesa – ad aiutare la gente che ha bisogno non si sbaglia mai – ma senza alcuna direzione precisa. Il dubbio che This Fool fosse roba buona ci era venuto già preventivamente, quando abbiamo letto fra i produttori il nome di Fred Armisen (ex Saturday Night Live e, più importante, fra i migliori intelligenti scemi in circolazione).
La certezza è arrivata con l’episodio pilota. Non tanto per tutte le belle cose che già abbiamo segnalato, quanto per la giustezza con cui Estrada e compagnia hanno saputo curare i dettagli. Inizi a guardare This Fool perché sei attirato dalla premessa e dall’ambientazione, continui a seguirla perché i personaggi secondari e gli intrecci comici sembrano tagliati su misura da un sarto per adattarsi perfettamente ai toni della serie.
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