Riassunto della stagione 1
In un futuro distopico a una manciata di generazioni di distanza dal nostro presente, un misterioso imbuto genetico barra evento traumatico ha causato la perdita della vista dell’intero genere umano. La maggior parte delle vecchie conoscenze sono andate perdute per sempre, sostituite da un nuovo modo di vivere e imparare che ha riportato l’umanità a una condizione tribale e superstiziosa.
Esistono insediamenti più grandi e più piccoli, stabili e nomadi. Gli Alkenny, per esempio, sono una piccola tribù non stanziale arroccata sulle montagne, comandata dal forte guerriero dal dubbio passato Baba Voss (Jason Momoa). Un bel giorno Baba torna al villaggio con la donna straniera e incinta che ha scelto come compagna, Maghra, la quale dà presto alla luce due gemelli, un maschio (Kofun) e una femmina (Haniwa). Nel frattempo facciamo la conoscenza anche della regina Kane, sovrana della ricca città di Kanzua – capitale del regno Paya – la quale prospera attorno a una vecchia diga ancora funzionante. La regina, crudele e volitiva, incarica il suo più fedele e abile generale, Tamacti Jun, di rastrellare i territori attorno a Kanzua in cerca di Streghe. Cosa sono le Streghe? Sono i figli naturali di Jerlamarel, il primo uomo dopo 500 anni a nascere con il dono della vista, in grado di passare in eredità il proprio superpotere a tutta la sua prole.
Kane odia e teme Jerlamarel, ed è intenzionata a sradicare tutta la sua schiatta dalla faccia della Terra. Già dalla prima puntata scatta l’azione cieca, coreografata con grande originalità: i cacciatori di Streghe, che non vanno tanto per il sottile, vengono a sapere da un traditore degli Alkenny che nel villaggio sono nati due bambini partoriti da una misteriosa donna straniera. Per non saper né leggere né scrivere (scusate), Tamacti Jun raggiunge il villaggio nascosto con l’intenzione di eliminare i neonati. Baba Voss prepara le difese e riesce a respingere la prima ondata nemica. Ma i cacciatori di Streghe sono in troppi, e troppo preparati alla guerra. Baba decide di seguire gli indizi lasciati da Jerlamarel attorno al villaggio, scoprendo un ponte sospeso che conduce gli Alkenny al sicuro, in un nuovo insediamento a valle, sulle rive di un fiume. Nella seconda puntata c’è già il primo twist, il primo mattone nella costruzione di un mondo e di una storia molto ramificati: Maghra, Baba Voss e l’anziana del villaggio, Paris, si accorgono che i neonati Kofun e Haniwa effettivamente ci vedono, ma scelgono di non pensarci finché i bambini non saranno abbastanza grandi.
Baba riceve addirittura una visita dal misterioso Jerlamarel, che gli chiede di prendersi cura di quelli che sono effettivamente i suoi figli, e di crescerli forti e orgogliosi. Per farlo, il vedente affida al guerriero cieco una scatola contenente la conoscenza (alcuni dei pochi libri ancora rimasti sulla Terra). Baba e Maghra scelgono di non investire i loro figli del peso della conoscenza, e nascondono i libri dove loro non possano trovarli. Paris non è d’accordo e segretamente, al compimento del dodicesimo anno di età, rivela ai giovani i loro veri natali e consegna loro la scatola di libri. Passano gli anni, Kofun e Haniwa sono ormai quasi adulti e letterati. Nel frattempo, Tamacti Jun dichiara fallita la propria missione dopo quasi vent’anni di peregrinazioni: non è riuscito a ritrovare le Streghe indicate da Kane, ed è pronto a suicidarsi per espiare l’onta. Ma la regina riceve una nuova dritta sempre dallo stesso traditore, che indica ai kanzuani la nuova posizione del villaggio Alkenny. Tamacti Jun può farsi perdonare, e parte immediatamente all’attacco.
Intanto, durante un viaggio la famiglia Voss subisce l’imboscata di un gruppo di schiavisti, che rapisce Kofun e spinge Baba a confessare ai propri amati il suo vergognoso passato da negriero. L’uomo salva il figlio con uno spargimento di sangue chirurgico, e la famiglia fa ritorno al villaggio solo per scoprire che i cacciatori di Streghe sono già arrivati e sono pronti per attaccare. Baba, Maghra, i gemelli, la guerriera ombra Bow Lion e Paris scappano rocambolescamente via fiume grazie a una zattera precedentemente costruita dal capo di un villaggio che ormai non esiste più. Paris consegna ai fratelli l’ultima lettera di Jerlamarel, che contiene le indicazioni sulla sua ubicazione, e il gruppo decide di raggiungerlo. Parallelamente, la quarta puntata si conclude con la scomparsa anche di Kanzua: il circolo di notabili più vicino alla regina è stanco dei suoi sanguinosi capricci e della sua ossessione nei confronti di Jerlamarel, e trama per eliminarla e sostituirla. Kane, venuta a conoscenza del complotto, pur di non rinunciare al potere è disposta a far collassare la diga sulla città, sommergendola e condannando tutti i suoi sudditi. Piuttosto ingiustamente, Kane è l’unica a sopravvivere, ma fuggendo viene catturata da schiavisti che lavorano per una fabbrica di seta, dove l’ex regina viene portata e costretta ai lavori forzati. Al gruppo di Baba, nel frattempo, si unisce anche Boots, un altro dei figli di Jerlamarel; e quando i fuggiaschi vengono nuovamente scovati da Tamacti Jun e sono costretti a separarsi, Maghra esce allo scoperto e svela finalmente la sua vera identità per avere salva la pelle: è la sorella minore di Kane, principessa e vera erede al trono di Kanzua.
Anni prima, come ci viene raccontato all’inizio della sesta puntata, il Re della casata Kane aveva scelto la figlia minore come sua erede, causando un discreto disdoro da parte della sorella. Disdoro ancor più magnificato dall’arrivo a corte di Jerlamarel, che non ricambia l’interesse di Kane e sceglie invece di sedurre Maghra. Tamacti Jun sceglie di credere a ques’ultima e si mette al suo servizio. Nel frattempo il viscido Boots mente a Baba, dicendo di aver assistito all’assassinio di Maghra. La regina Kane, intanto, rivela il suo status nobiliare allo schiavista, che fa recapitare a Tamacti Jun una richiesta di riscatto. Il cacciatore di Streghe e Maghra vanno a soccorrere quella che è ancora ufficialmente la regina, la quale, dopo essere stata salvata appena in tempo, rivela ai due il terribile segreto della distruzione della diga. Il gruppo di Baba Voss, invece, dopo aver pianto la supposta morte di Maghra prosegue nel suo cammino per raggiungere la roccaforte di Jerlamarel, la Casa dell’Illuminazione. Le guardie che la difendono permettono il passaggio unicamente a Kofun e Haniwa. Baba acconsente, ma in realtà non ha nessuna intenzione di lasciare i figli a loro stessi e li segue di nascosto.
I ragazzi raggiungono finalmente la Casa, illuminata a giorno (coerentemente con il nome) grazie all’energia elettrica, colma di tutti i libri che i vedenti sono riusciti a salvare. Jerlamarel li accoglie e presenta loro un’altra mezza dozzina di fratellastri, tutti in possesso della vista. Kofun e Haniwa capiscono in fretta la vera natura del padre, che nonostante tutta la conoscenza accumulata non è meno superstizioso dei non vedenti. Si ritiene, infatti, il prescelto da Dio per salvare l’umanità dal buio, e si è auto assegnato la missione di riportare la vista nel mondo. Per portare a termine il suo piano, il machiavellico Jerlamarel deve comunque trattare con le potenti popolazioni vicine. A una di queste, il popoloso e ultra-militarizzato stato di Trivantes, il profeta promette in dono uno dei figli durante una trattativa con un Colonnello che, seguendo gli ordini del suo Generale, è venuto in cerca dei figli di Baba Voss.
Jerlamarel consegna Haniwa ai trivantiani, e incarcera Kofun che aveva origliato la trattativa. Baba Voss interviene all’ultimo secondo per salvare il figlio, quindi affronta Jerlamarel e lo acceca in combattimento. Padre e figlio scappano dalla Casa dell’Illuminazione, non prima di aver scoperto che il Generale trivantiano a cui l’uomo ha consegnato Haniwa altri non è che Edo Voss (Dave Bautista), fratello maggiore di Baba. Nel frattempo, sull’altro fronte, la regina Kane è riuscita, con l’aiuto del sempre più subdolo Boots, a liberarsi di Tamacti Jun e a mantenere la lealtà dell’esercito di cercatori di Streghe. Le sorelle decidono di dichiararsi sovrane congiunte, e la prima stagione si chiude con Maghra che giura di trovare la famiglia, mentre Baba, Kofun e Paris vogliono raggiungere Trivantes per salvare Haniwa.
Riassunto della stagione 2
Un mese dopo il termine della prima stagione, Baba, Kofun e Paris hanno raggiunto i confini di Trivantes. Baba aggredisce un soldato trivantiano e ne ruba la divisa, con il piano di infiltrarsi nella capitale e cercare di salvare la figlia. Ordina a Kofun e Paris di aspettarlo fuori dalla città per sette giorni, e solo allo scadere del tempo pattuito dovranno andare a cercare soccorsi alternativi.
Nel frattempo Haniwa è alla mercé di Edo, che cerca vendetta tremenda vendetta nei confronti del fratello minore (apparentemente responsabile per la morte dei genitori) e per questo ha tenuto nascosta ai suoi superiori la cattura della ragazza. Solo la sua luogotenente Wren è al corrente della presenza di Haniwa, dal momento che deve prendersi cura della prigioniera. C’è un piccolo inghippo però: anche Wren ci vede, e ha sempre mentito ai trivantiani sulla sua condizione. Haniwa se ne accorge abbastanza presto, e dopo un primo momento di tensione le due giovani cominciano a conoscersi e si avvicinano. Sul fronte delle due regine, invece, la casata Kane non si arrende all’estinzione e raggiunge la città vassalla di Pennsa, proprietà di Lord Harlan, la quale viene eletta nuova capitale del regno di Paya. La regina Kane sembra non aver imparato neanche un briciolo di umiltà dalla sua spiacevole avventura con gli schiavisti, e si rivela sempre più fuori controllo mentendo urbe et orbi sul fatto che i responsabili per la tragedia della diga di Kanzua siano proprio quei guerrafondai dei trivantiani.
La prima puntata della seconda stagione si chiude con la cattura di Baba Voss e con il primo confronto fra i due fratelli. Confronto che non va per niente bene dal punto di vista di Baba, per il quale comincia un tour de force di torture abbastanza ragguardevoli. Dopo quattro giorni di botte varie, Baba viene rinchiuso in cella con un redivivo compagno d’eccezione: Tamacti Jun, che viene salutato con un’amichevole garrota. Appena prima di soffocare, Tamacti Jun riesce a rivelare al Voss buono che Maghra è ancora viva e lotta insieme a loro. Poco dopo, Edo decide di presentare alla città il suo nuovo prigioniero, per umiliarlo e spezzarne lo spirito. In questo modo, però, Haniwa viene a sapere della presenza del padre a Trivantes e con l’aiuto di Wren, la quale ha scelto di stare dalla parte dell’amica un po’ più che amica, libera Baba e Tamacti Jun, quest’ultimo intenzionato a redimere una vita passata agli ordini di una psicopatica.
La fuga è rocambolesca, abbastanza per dare a Edo il tempo di rivelare il suo piano folle: usare la figlia dell’odiato fratello come sfornatrice di soldati vedenti, un corpo d’élite sufficiente a conquistare un mondo cieco. I buoni riescono a scappare, risparmiando la vita di Edo e lasciando Wren fra i ranghi nemici. In base ad alcuni messaggi lasciati da Kofun, che nel frattempo si è rimesso in viaggio con Paris, Haniwa scopre l’ubicazione della madre, e la famiglia più stramba del mondo sembra in procinto di riunirsi. Non così in fretta però: durante il viaggio, vengono assaliti da un gruppo di furfanti e sono fortunosamente tratti in salvo dalla vecchia Paris, alla guida di un gruppo di guerriere noto come la Bussola, società segreta tutta al femminile che esiste da tempo immemore allo scopo di attendere la venuta dei primi bambini vedenti per difenderli dalle minacce cui vanno incontro.
Paris, in gioventù, apparteneva al gruppo; ma è stata cacciata quando ha infranto le regole, consentendo a Jerlamarel di rubare l’intera biblioteca della Bussola. L’altro grande ostacolo a una felice riunione della famiglia Voss si consuma a Pennsa: Kane ha intenzione di sposare lord Harlan per garantirsi ancora più potere; il furbo Harlan è d’accordo, in cambio dell’immantinente produzione di un erede che solidifichi la sua posizione di nuovo re. Kane, però, perde il bambino e in qualche modo riesce a convincere Maghra che la soluzione più agile per evitare ribellioni da parte di un popolo che non le conosce è che sia quest’ultima, in quanto co-reggente, a prendere in sposa Harlan. La terza puntata si conclude con Jerlamarel che perde la testa. Letteralmente. Edo gli fa visita per sapere se è stato lui ad aiutare Baba a fuggire; quando il Generale, però, deduce che il profeta ha perso la vista e non gli è più di nessuna utilità, lo decapita e se ne va.
Il quarto episodio è di servizio, con il gruppo di Baba costretto a fermarsi in un villaggio sulla strada per curare le ferite di quest’ultimo. Nel frattempo Edo scopre un’altra informazione essenziale: Kofun e Haniwa sono stirpe reale di Paya, e il Generale tenta di convincere il direttivo di Trivantes ad attaccare il regno vicino, con l’ulteriore scusa della pericolosità dei vedenti. Il consiglio militare di Trivantes, però, è altrettanto impegnato sul fronte opposto; ma garantisce a Edo la possibilità di aprire un dialogo diplomatico con i payani. A Pennsa, intanto, viene celebrato il matrimonio tra Maghra e Harlan, sotto lo sguardo mica tanto convinto di Kofun, che viene circuito dalla regina Kane e rischia forte di finire fra le grinfie della matta arrivista. La quale non solo rimane fedele alla sua bugia sul crollo della diga di Kanzua, ma pretende anche delle scuse ufficiali da Trivantes, senza le quali dichiarerà una guerra che è l’unica persona al mondo a volere. Baba Voss, Haniwa e Paris finalmente raggiungono Pennsa e si riuniscono a Maghra. Il buonumore svanisce in fretta, quando la co-regina confessa il matrimonio politico a cui è stata moralmente costretta dalla sorella. Baba prende la notizia così così, diciamo. Non uccide nessuno, ma solo per amore di Maghra.
Nella quinta puntata c’è spazio per una scena piuttosto bizzarra, con l’intera famiglia allargata (zia Kane e il secondo babbo adottivo Harlan compresi) per la prima volta riunita per cena attorno allo stesso tavolo. Kane manipola i presenti neanche fossero marionette, e continua ad avvicinarsi sempre di più al subdolo progetto di entrare in guerra contro Trivantes. Maghra e Baba, però, riconoscono la serpe in seno; e invece di litigare fra loro decidono di trovare un modo pacifico per destituirla definitivamente e mantenere la serenità del regno. Intanto, però, la vipera Kane continua ad avvolgere fra le sue spire l’ingenuo Kofun: la regina matta vuole sedurre il nipote e farsi mettere incinta, in modo da avere un figlio vedente a disposizione per proseguire nel suo lungo piano di dominio del mondo conosciuto.
Nella sesta puntata hanno luogo le trattative diplomatiche fra gli emissari di Trivantes, a cui prende parte come osservatrice anche Wren, e quelli di Paya. Nessuno vorrebbe una guerra, tranne Edo e Kane. Mentre Maghra riesce a convincere gli emissari di Trivantes che riuscirà a spodestare Kane e a mantenere la pace, la sorella ha già messo in moto il suo piano diabolico: durante la notte fa massacrare i diplomatici stranieri, facendo ovviamente ricadere la colpa sui payani e costringendo il consiglio di guerra di Trivantes ad avallare un conflitto armato. L’unica a sopravvivere al massacro è Wren, che al momento dell’attacco era in compagnia di Haniwa. Costretta a giustificare lo scampato pericolo a Edo, gli confessa che in realtà ci vede. A Pennsa, in seguito alla nottata che ha condannato il reame alla guerra, Kane se la sente davvero calda e arringa la folla. Maghra e il redivivo Tamacti Jun, però, decidono finalmente di smascherarla davanti a tutti, rivelando il segreto della distruzione della diga. Kane è passibile di condanna a morte, ma si salva annunciando di essere incinta.
Mentre Baba ed Edo preparano le rispettive truppe per la battaglia finale, Maghra scampa a malapena a un tentativo di assassinio notturno, salvata dal sacrificio di Harlan. L’episodio finale è interamente dedicato all’epica battaglia fra l’esercito di Trivantes, più numeroso e meglio armato, e quello di Paya, il cui unico vantaggio è quello di conoscere meglio il terreno in cui si svolgerà lo scontro, un antico forte abbandonato. Le cose si mettono immediatamente male per i buoni, che vengono salvati dal provvidenziale intervento di Paris, accompagnata dai guerrieri delle Tribù Nascoste, per niente favorevoli all’espansione di Trivantes. Infuria una battaglia truculenta, che Baba e i suoi riescono a vincere grazie all’astuzia e all’aiuto di Kofun e Haniwa. Quest’ultima riesce anche a salvare Wren, con le due che si dichiarano il rispettivo amore. La degna conclusione della stagione è affidata allo scontro tra i fratelli coltelli: Edo e Baba si affrontano all’ultimo sangue, con quest’ultimo che esce vincitore nonostante il desiderio di risparmiare la vita al fratello. La seconda annata di See si conclude con un mondo sull’orlo della guerra totale, e con una regina fuori di testa pronta a riprendersi tutto quello che è convinta le appartenga.
All’inizio – giusto il tempo di un trailer e mezza prima puntata eh, ci concediamo almeno quello per essere malfidenti – questa serie sembrava un po’ una mungitura destinata a tutti quei super appassionati ancora in stress post-traumatico provocato dalla fine spompata di Game of Thrones; una circonvenzione di spettatore incapace, il quale vede Jason Momoa vestito scarsamente di pelli mal conciate, sudato, crepato di lerciume, protagonista di un mondo che non c’è, e subito il pensiero va a Khal Drogo e ai bei tempi in cui i bicchieri di Starbucks non rimanevano dentro le inquadrature di Westeros.
Invece See si è dimostrata essere la più valida fra le serie fantasy in circolazione insieme a The Witcher, con cui condivide la fastidiosa caratteristica di avere una seconda stagione di molto superiore alla prima. Merito in primis di Stephen Knight (Peaky Blinders e Taboo, solo per quanto riguarda le serie) e della pazienza con cui ha voluto costruire solide premesse di worldbuilding, un ampio parco personaggi ognuno con il proprio vissuto che alimenta le proprie motivazioni, e intrecci abbastanza classici – la lotta per il potere, una profezia che sta per avverarsi, un passato perso nel mistero della superstizione – che però si sviluppano con la stessa inesorabilità misteriosa e quasi religiosa che ammanta i toni e le atmosfere di See.
È una serie cui vanno donati un po’ di tempo e un po’ di fiducia, ma che sa – e saprà, si spera, con la terza stagione in arrivo – dare grosse soddisfazioni agli appassionati del genere.
La serie tv
See
Fantascienza - USA 2019 - durata 52’
Titolo originale: See
Creato da: Steven Knight
Con Jason Momoa, Patricia Drake, Leo Rano, Timothy Webber, Damaris Lewis, Franz Drameh
in streaming: su Apple TV Plus
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