Critico da sempre attento a ogni forma con cui il cinema può manifestarsi, dal documentario al grande cinema industriale, il nostro Giona A. Nazzaro propone un festival eterogeneo e coerente, interessato a ordinare l’esistente non chiudendosi sulla mappatura, ma guardando alle frontiere, al possibile.
Il Concorso di questo suo secondo anno è sulla carta interessante, attento all’inclusione geografica, di genere e di generi. Il dramma realista, canone principe del mercato festivaliero, si coniuga a questioni importanti e con trattamenti peculiari (dal ruolo della donna in India, per esempio, nell’ambiente operaio di Declaration di Mahesh Narayanan, alla guerra nel film liricheggiante di Hilal Baydarov, Sermon to the Fish).
L’autorialismo trova forme fresche (vedrete Gigi la legge di Alessandro Comodin, fiction dagli strumenti documentari e il tono leggiadro, il coming of age femminile Stella est amoureuse di Sylvie Verheyde, sequel d’autore, o l’opus n. 2 di Helena Wittman, il sorprendente Human Flowers of Flesh), quando non un’aria mutante, prossima al genere (il crudissimo Bowling Saturne di Patricia Mazuy, l’apertura fantastica e materica di Piaffe di Ann Oren, persino la commedia in Il pataffio di Francesco Lagi, Armata Brancaleone dei giorni e degli attori nostri).
Il documentario passa dallo studio di sistema del mondo dei rifiuti dell’austriaco Nikolaus Geyrhalter di Matter Out of Place al film-saggio liberissimo di Aleksandr Sokurov, con il gioco sulla dittatura in deep fake Fairytale, passando per la traccia di una prima persona in Tales of the Purple House dell’iracheno Abbas Fahdel. Ma non c’è solo il Concorso, naturalmente.
Fuori citiamo la preapertura animata (premiata ad Annecy) di Manodopera - Interdit aux chiens et aux italiens, e poi opere che vanno dall’apertura grand public Bullet Train (a cui abbiamo dedicato la cover di FilmTv 31/2022) ad autori fuori formato come João Pedro Rodrigues & João Rui Guerra da Mata e Sylvain George.
Le sorprese si cercano in Cineasti del presente (noi scommettiamo sul primo lungo di Ana Vaz, É noite na América, e, di Sorayos Prapapan, Arnold is a Model Student) oppure tra corti dei Pardi di domani (mentre nel concorso Corti d’autore ci sono nomi che chi segue il cinema d’oggi sa essere importanti: Klotz & Perceval, Poggi & Vinel, Kamal Aljafari, Darezhan Omirbaev, l’esordio da regista della musa di Mandico Elina Löwensohn…). Ci sono anche i film per pargoli di Locarno Kids.
E poi, sì, c’è tutto Douglas Sirk.
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