Gulp! Ora anche Billy Butcher e i suoi (non tutti, però) hanno i superpoteri proprio come Patriota e i Sette? È un piccolo grande shock somministrato ai fan fin dai primi promo di stagione, che peraltro riavvicina la serie al comic book di partenza, dove i Boys già partivano potenziati con il Composto V per fronteggiare i Super fuori controllo. Ma, nell’economia del racconto gestito con una certa sicurezza dallo showrunner Eric Kripke, saccheggiando liberamente il materiale di partenza, questa novità cade a fagiolo in una stagione dove, tra giochi di potere corporativi e forme di sottomissione psicologica, protagonisti tanti maschi tossici e prevaricatori, nessuno è indenne dalla tentazione di ergersi sopra gli altri e i confini tra le parti in lotta si fanno sempre più sfumati.
Al centro c’è sempre il desiderio di vendetta di Butcher (Urban, roccioso) nei confronti di Patriota (Starr, inquietante), con i due che si contendono Ryan, il figlio (Super) della violenza del secondo alla moglie del primo, anche se ora i Boys sono ufficializzati nella loro funzione di controllori degli eccessi dei superumani e l’ingenuo Hughie è alle dipendenze di una giovane politica idealista, ma con più di uno scheletro nell’armadio.
Il ritorno in scena di Soldier Boy (da noi Soldatino, non proprio il massimo come traduzione), sorta di Captain America patriottardo ma marcio fino al midollo, emblema della Vought per decenni, a lungo creduto morto in missione, potrebbe offrire a Butcher l’arma per annientare la sua nemesi. Il lavoro di riscrittura del fumetto nella serie continua anche in questa terza stagione che gioca sempre a rincarare la dose, facendo a gara con gli eccessi concepiti da Ennis & Robertson, fin da subito, con il Super che si rimpicciolisce nell’uretra del suo amante per un gioco erotico sui generis e poi, starnutendo, senza volere ritorna alle dimensioni normali, facendo esplodere il corpo del partner.
D’altronde, c’è un episodio (attesissimo) dedicato alla mitica vicenda di Herogasm che, però, è meno scatenata che nei comics. Ma il piacere qui sta anche nella comparazione continua con il fumetto, almeno per i fan in comune. Invece, per chi è fan solo della serie (e sono la maggior parte, s’immagina), la scelta - intelligente - è sempre più quella di reinventare liberamente personaggi e psicologie (Stormfront nella scorsa stagione, Soldier Boy in questa), genealogie e mitologie, sviluppi e destini (Queen Maeve e Black Noir, in particolare), spostando il bersaglio della satira dalle convenzioni dei fumetti supereroistici all’attualità e al presente.
Così la parabola del velocista nero A-Train strizza l’occhio a Black Lives Matter, Abisso e consorte sfotticchiano le coppie vip social, c’è un reality per Super che è una sorta di mix tra The Bachelor e X-Factor, l’esperto di supereroi e informatore dei Boys, The Legend (nel fumetto una parodia di Stan Lee), diventa una sorta di ex mogul dei media modellato sul mitico produttore Bob Evans e, soprattutto, il radicalizzarsi psicotico di Patriota, con la sua massa di sostenitori pittoreschi e violenti, ricorda Trump e l’Alt-right. Finale di nuovo in stallo, con il giovane Ryan sull’orlo del lato oscuro (o meglio: più oscuro).
La serie tv
The Boys
Supereroi - USA 2019 - durata 64’
Titolo originale: The Boys
Creato da: Evan Goldberg, Eric Kripke, Seth Rogen
Con Karl Urban, Tilda Swinton, Erika Prevost, Derek Wilson, Daveed Diggs, Prosha Hussein
in streaming: su Amazon Prime Video
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