“Selene-ene-a / È un mistero e non si sa / Il peso sulla luna / È la metà della metà” cantava Domenico Modugno in un twist di culto del ‘62. Diceva anche che è facile ballar sulla Luna; ed effettivamente su questo ci ha azzeccato, visto che i seleniti figli dei fiori mostrati in questa serie hanno una grande passione per danze rituali e comunicative. Però no: il peso sulla Luna di Moonhaven non è la metà della metà.
Non è questione di riscrivere le leggi della fisica; è che il povero Modugno non poteva mica immaginarsi un futuro in cui la Terra è esattamente come adesso ma un po’ peggio – a un centimetro dall’apocalisse climatica invece che a un chilometro – e per questo un gruppo di coloni viene inviato sul nostro satellite per sperimentare il potere di terraformazione e organizzazione sociale di IO, un’intelligenza artificiale all’avanguardia che riesce a creare ambienti vivibili (e a gravità uguale alla Terra) nello spazio, oltre a rappresentare l’ultima e unica speranza per la sopravvivenza del genere umano. Facciamo finta di dimenticare tutte le implicazioni – ovvero che siamo noi i responsabili del nostro stesso rischio d’estinzione – e proviamo a fare il tifo per queste povere sacche di carne e anima che tentano di assicurarsi un futuro in un universo a cui il nostro destino tange davvero poco.
Moonhaven è una serie scritta e creata da Peter Ocko, vecchio smandrappone dei salotti buoni degli sceneggiatori tv (Boston Legal, Pushing Daisies, The Office, Elementary, Black Sails) che è in giro fin dai tempi di Baby Blues, la versione sitcom del classico di John Hughes La donna esplosiva. Una roba che non ve la raccomando neanche se avete il santino di Hughes in salotto. Ocko è uno bravo, però, e soprattutto professionale. E la faccenda si percepisce nella struttura narrativa di Moonhaven, solida come un monolite. Le premesse stese dall’episodio pilota sono le seguenti: oltre a essere a una lettera di distanza dal trasformarsi nella protagonista di Twilight, Bella Sway è un terrestre (ma orfana di madre selenita) che si barcamena, senza avere una quadra ben precisa della sua vita, come pilotessa e come contrabbandiera. Caso vuole che, all’ultimo minuto, Bella venga convocata per trasportare sulla Luna la responsabile di IO, Indira Mare, e la sua guardia del corpo Joe Manganiello (per il supereroe modello di intimo e campione di Dungeons & Dragons non c’è bisogno del nome del personaggio).
Indira è diretta sulla Luna per l’ultimo appello all’umanità prima del grande esperimento: dopo 100 anni di test sul satellite, finalmente l’intelligenza artificiale che ha reso possibile la vita nello spazio verrà trasferita sulla Terra per cercare di ricreare quell’idillio, ambientale e sociale, che è stato stabilito sulla Luna. Contemporaneamente, però, il poliziotto Paul Serno (Dominic Monaghan) si trova costretto a indagare su una rarità per gli standard lunari: l’omicidio di una giovane ragazza, che guarda caso era pure la sorella biologica di Bella. Cosa c’entra Bella Swan nelle faccende di Selene-ene-a? Cosa nascondono i vertici della società lunare, e perché vorrebbero cominciare a disubbidire ai “consigli” di IO proprio ora dopo 100 anni di acquiescenza? E qual è il vero significato di IO, un’intelligenza artificiale in grado di monitorare e prevedere i comportamenti di ogni singolo essere umano? Un sacco di belle cose misteriose, nessuna delle quali particolarmente innovativa, ma tutte messe insieme con grande senso narrativo e di messa in scena.
Adesso vi do un motivo in più per attendere con ansia la distribuzione italiana di Moonhaven – prodotto da AMC quindi con una distribuzione italiana ballerina, come è già capitato di accennare – ed è un meta-motivo che va al di là del genere (se vi appassiona la fantascienza classica qua c’è un bel lavoro di mitopoiesi e creazione dell’atmosfera) o della qualità nella realizzazione (decisamente valida). Se andate su IMDb noterete che Moonhaven ha una valutazione da parte degli utenti terribilmente bassa (al momento è 4,2 su 10).
Accidenti, dice il lettore più attento, ma allora volete propinarci quella che in realtà è una brutta serie, o comunque una serie che piace a voi critici ma a noi spettatori no. Ecco, non è proprio così. A spulciare le recensioni degli utenti che accompagnano i voti, si nota una cosa meravigliosa: tutte le valutazioni estreme arrivano da persone che, nelle loro recensioni, si lamentano quasi esclusivamente di due faccende ben precise. Ovvero A) che è ora di finirla con queste storie sulla Terra che sta per diventare inospitale a causa nostra perché si sa che non è vero e dovete smetterla di dirmi cose che non voglio sentire e B) che questa ridicolaggine dei personaggi femminili che battono in combattimento quelli maschili non la vogliamo proprio più vedere perché non esiste al mondo, e sicuramente non ho bisogno di una serie in cui la mia fragile mascolinità viene messa in discussione. Ora, io non lo so mica se vi fidate di me quando vi dico che Moonhaven, valutata a partire dal suo pilota, ha l’aria di essere una serie valida, interessante e costruita con la giusta cura; ma se non dovesse essere questo il caso, allora vi invito a fidarvi al contrario di quella mandria di involuti che ha scritto recensioni di quel tenore. Se loro l’hanno trovata ideologicamente inaccettabile, a voi che siete persone di una certa ragionevolezza dovrebbe piacere quasi sicuramente.
La serie tv
Moonhaven
Fantascienza - USA 2022 - durata 60’
Titolo originale: Moonhaven
Con Emma McDonald, Chloe Harris, Philip O'Sullivan, Nina Barker-Francis, Seán T. Ó Meallaigh, Ellen Costa
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