Magari siete di quelli che han sempre masticato amaro perché la principessa Leia rischiava di apparire una sorta di ruota di scorta rispetto a Luke nella genealogia degli Skywalker («Ce n’è un’altra!») e, in generale, nella saga di Star Wars. Allora Obi-Wan Kenobi, terzo original del franchise (ex) lucasiano per Disney+, è pensato anche per voi, nella sua foga di rimettere le cose a posto.
Infatti, nel raccontare un’avventura tra prima e seconda trilogia, con protagonista il buon vecchio Kenobi (McGregor, che lo indossa ormai come una seconda pelle), disilluso e provato dopo il tradimento di Anakin e lo sterminio degli Jedi, autoesiliatosi su Tatooine per tenere d’occhio da lontano Luke, punta da subito l’attenzione su una baby Leia peperina e protofemminista, capace di tenere testa a tutti i maschi intorno, dal compagno di scuola antipatico al padre adottivo senatore Organa, fino al protagonista.
A fugare ogni dubbio, quando gli emissari dell’Impero la rapiscono e Ben si mostra titubante a schiodarsi da Tatooine per timore di lasciare incustodito Luke, subito gli viene ricordato che lei non è meno importante del fratello. Insomma, l’impressione ancora una volta è che queste serie dell’universo Star Wars nascano più che altro per amministrare in sicurezza l’esistente a beneficio di impallinati e sorcini, da un lato colmando lacune nella continuity (indispensabili? Davvero dovevamo conoscere tutto di Boba Fett?) e dall’altra rifacendo una verginità politically correct al franchise, come qui nell’imporre quella simmetria che fuga ogni rischio di accuse ex post di maschilismo e sessismo.
Per la verità, Obi-Wan Kenobi inizia pure bene, con il tran tran monotono e depressivo del nostro, impegnato a tenere un profilo bassissimo come operaio in una fabbrica di macellazione degli animali del deserto, mentre l’Impero dà la caccia agli ultimi Jedi scampati tramite i suoi Inquisitori, compresa la zelante Terza sorella Reva Sevander. Poi, però, parte una storia vista mille volte, la missione di salvataggio con l’eroe stanco e in difficoltà a ritrovare lo smalto di un tempo, e, mentre si manifestano al solito ruggini e veleni nei ranghi imperiali, ricompare Darth Vader tirato a lucido, il vocione di James Earl Jones e Hayden Christensen/Anakin che fa capolino nei flashback e ustionato sotto il casco dopo l’ennesimo scontro con Kenobi.
Questa è forse l’intemerata che si perdona meno alle (tante, troppe) teste dietro una serie nata come riformattazione di un film (Joby Harold ha riscritto il copione originale di Hossein Amini). Perché si rivela appieno quale mezzuccio per tenere in piedi, a colpi di duelli bicromatici di spade laser, un racconto tirato per le lunghe e poco appassionante, tra l’effetto Paper Moon di Obi-Wan & Leia, le star fan di Star Wars che fanno capolino in cameo (Benny Safdie, Kumail Nanjiani, per citarne giusto un paio), il solito repertorio visivo ormai consunto e stucchevole, fino a qualche scivolata demenziale («Addio Darth!», così Obi Wan saluta l’ex allievo dopo aver constatato che nulla più di Anakin rimane in lui). Vista l’aria che tira, che davvero la Forza sia con noi spettatori!
La serie tv
Obi-Wan Kenobi
Fantascienza - USA 2022 - durata 56’
Titolo originale: Obi-Wan Kenobi
Con Ewan McGregor, Hayden Christensen, Vivien Lyra Blair, Ian McDiarmid, Flea, Kim House
in streaming: su Disney Plus
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