Ci sono due categorie di attori. Quelli che si identificano in pieno con i loro personaggi, o diventano “feticci” di un regista sovrapponendosi alla sua visione del mondo, oppure quelli che trascendono la maschera, sono carne e sangue da cinema prima di tutto fuori scena, nella vita. Per fare un esempio, Robert De Niro appartiene alla prima categoria. Cosa vuoi raccontare di lui che non abbia a che fare con Travis Bikle, Noodles oppure Michael del Cacciatore? James Caan è tutta un’altra cosa e rientra nella seconda tipologia.

Potremmo gettarci a capofitto in questo articolo senza mai neppure citare un titolo perché tanto basta lui, l’uomo, con la sua debordante e complessa biografia. Così ossessionato dal mestiere da non riuscire a mantenere la giusta distanza tra l’esistenza e la finzione, che anzi compenetra continuamente. Un attore che interpreta le parti per vocazione, o per debolezza personale. James Caan ha il vizio del gioco. Allora diventa Ed Deline, ex agente della Cia abilissimo a incastrare grandi gambler e ladruncoli da slot machine nel serial televisivo Las Vegas. Si muove tra i corridoi del Casinò Montecito come tra i vicoli della Strip perfettamente a proprio agio, “suitable” come direbbero gli americani: aderendo benissimo alla realtà che non è tale, perché fiction, e invece lui conosce come fosse vera. Un paradigma, il grande Deline. Dimostra come James Caan riesca a mettere se stesso dentro le interpretazioni. I registi, per lo meno quelli degni, lo scelgono per questo.

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James Caan in Giardini di pietra (1987) regia di Francis Ford Coppola


Francis Ford Coppola nel 1987 lo raccoglie con il cucchiaino e nei Giardini di pietra gli regala la memorabile parte del sergente Hazard, un veterano incaricato di rendere gli onori militari e cimiteriali ai ragazzi che dal Vietnam tornano a casa nei “body bag”, morti stecchiti. Film di una bellezza devastante non tanto (non solo) per quel che racconta, ma per quel che si respira fuori campo. Coppola lo dirige poco tempo dopo la morte del figlio, vittima di un assurdo incidente nautico; Caan dopo cinque anni di blocco totale causati dalla depressione per la scomparsa dell’adorata sorella. Depressione curata con il metodo Morgan, la cocaina, e con quello che si trova nei ricettari di ogni buon divo decaduto dalle parti di Hollywood: whisky nelle sue numerose declinazioni. Giardini di pietra diventa così una sofferta riflessione sul lutto di un regista e di un attore che stanno malissimo sul serio e per questo riversano la loro cupezza, palpabile in ogni inquadratura.

James Caan ha avuto quattro mogli, ogni matrimonio si è risolto in un divorzio, in alcuni casi con strascichi pesanti, privazioni, casini a non finire per l’affido dei figli (cinque in tutto), beghe legali, alimenti, nuove depressioni, colpi bassi... Non è un caso che il suo unico film da regista, pressoché dimenticato ma ai tempi apprezzato dalla critica, sia Li troverò ad ogni costo (1980), storia di un operaio costretto a cercare come un matto i figli affidati alla ex moglie e fatti sparire dall’Fbi perché sottoposti al programma di protezione dei testimoni (il testimone in questione è il nuovo marito della ex). Certo, il film visto oggi ha qualche ingenuità per come descrive l’individuo che non contando un fico secco viene saccagnato dal sistema; ma ancora una volta Caan, anche protagonista, è come se si giocasse tutto: carriera, credibilità...

In effetti se dovessimo individuare una caratteristica del suo stile è proprio quella di interpretare ogni parte, o almeno le più significative e meno alimentari, come fosse l’ultima, la più importante, quella per la quale investe ogni briciola del proprio vissuto. Perché non finisce mica qui la tumultuosa vicenda di Mister Caan. Qualcuno ricorda la torbida storia di Heidi Fleiss, la cosiddetta Hollywood Madam, maitresse d’altissimo bordo incastrata dai federali nel 1993 perché il suo giro d’affari era in milioni di dollari evasi dalle tasse? Ebbene, indovinate chi era coinvolto nel suo business di escort destinate ai piani alti della politica e dello showbiz Usa? Bingo.

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James Caan in Misery non deve morire (1990) insieme a Kathy Bates


Quelli sono per Caan anni rampanti. Il nostro non si fa mancare nulla, tra denunce per minaccia armata e violenze, fino a riabilitarsi con i lavori socialmente utili. Proprio in quel periodo, diciamo dopo Misery non deve morire fino a Marlowe. Omicidio a Poodle Springs (1998), realizzato per la cable Tv, ha solo parti di seconda o terza fila. Negli anni Zero si riprende, cambia vita, si tranquillizza, dimostra ancora una classe pazzesca in Las Vegas ma su grande schermo gli manca il ruolo dirompente che non sia la riproposizione di uno dei tanti “se stesso” visti al cinema (soprattutto Sonny Corleone). Da Mickey occhi blu (1999) a Disposta a tutto (2008), passando anche per Dogville (2003), James Caan è spesso presenza stucchevole e di maniera. Ma certo non per colpa sua.

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Da sinistra James Caan, Marlon Brando, Francis Ford Coppola, Al Pacino e John Cazale

Autore

Mauro Gervasini

Firma storica di Film Tv, che ha diretto dal 2013 al 2017, è consulente selezionatore della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e insegna Forme e linguaggi del cinema di genere all'Università degli studi dell'Insubria. Autore di Cuore e acciaio - Le arti marziali al cinema (2019) e della prima monografia italiana dedicata al polar (Cinema poliziesco francese, 2003), ha pubblicato vari saggi in libri collettivi, in particolare su cinema francese e di genere.

FILMOGRAFIA ESSENZIALE

locandina El Dorado

El Dorado

Western - USA 1967 - durata 127’

Titolo originale: El Dorado

Regia: Howard Hawks

Con John Wayne, Robert Mitchum, James Caan, Charlene Holt, Paul Fix, Arthur Hunnicutt

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Dopo una comparsata in Irma la dolce di Wilder (1963), James Caan esordisce su grande schermo in un thriller domestico abbastanza di culto, Un giorno di terrore di Walter Grauman (1964), dove interpreta un teppista agitato, ma è con El Dorado che l’attore ha la sua prima vera chance. Il film, molto amato dai cinéphile, pur essendo assai ironico (e parecchio autoreferenziale), è una specie di rifacimento di Un dollaro d’onore (1959), con Caan nel ruolo del giovinastro scaltro che fu di Ricky Nelson. Con il rispetto che si deve a Hawks, Wayne e Mitchum, i due protagonisti, il modello era tutt’altra cosa...
locandina Non torno a casa stasera

Non torno a casa stasera

Drammatico - USA 1969 - durata 97’

Titolo originale: The Rain People

Regia: Francis Ford Coppola

Con Shirley Knight, James Caan, Robert Duvall, Tom Arledge

Coppola “scopre” James Caan e inizia una lunga amicizia. Un film giovanile, con un piede nella New Hollywood lisergica di Easy Rider e l’altro ancora nel cinema indipendente, a metà strada tra Vague europee e Roger Corman. Rivisto oggi, Non torno a casa stasera è più interessante che bello, anche se gli spunti sono tantissimi e i temi curiosamente malickiani (La rabbia giovane). Caan è un giocatore di football un po’ tonto caricato in auto dalla protagonista Shirley Knight. Recitazione misurata, nonostante Stanislavskij.
locandina Il padrino

Il padrino

Drammatico - Usa 1972 - durata 178’

Titolo originale: The Godfather

Regia: Francis Ford Coppola

Con Marlon Brando, Robert Duvall, Al Pacino, James Caan, Sterling Hayden

Al cinema: Uscita in Italia il 22/02/2022

in TV: 24/12/2024 - Sky Cinema Drama - Ore 06.55

in streaming: su Apple TV Microsoft Store Google Play Movies Paramount Plus Paramount Plus Apple TV Channel Now TV Netflix Netflix basic with Ads Timvision Paramount+ Amazon Channel Amazon Video

Nel ruolo di Santino “Sonny” Corleone James Caan entra nel mito. Più per scelta patriarcale che per diritto dinastico, dato che il fratello Fredo (John Cazale) è maggiore, toccherebbe a lui succedere a don Vito (Marlon Brando) nella guida degli affari di famiglia. Non ha l’intelligenza e la sensibilità shakespeariana per l’intrigo del fratello minore Michael (Al Pacino). Ha invece un sacco di amanti, da una delle quali nascerà Vincent (Andy Garcia), che dal padre eredita il carattere sanguigno e irruento. Splendida la prova di Caan, molto fisica, lontana dall’impostazione di Brando e Pacino, ma anche dall’understatement di Robert Duvall (Tom Hagen).
locandina 40.000 dollari per non morire

40.000 dollari per non morire

Drammatico - USA 1975 - durata 111’

Titolo originale: The Gambler

Regia: Karel Reisz

Con James Caan, Paul Sorvino, Lauren Hutton

in streaming: su Apple TV

Piccolo cult personale, con James Caan credibilissimo nella parte di un intellettuale che vende l’anima a un demone tutto particolare, quello del gioco. Ricognizione molto fredda da parte di Reisz sull’animo di un uomo che sceglie di autodistruggersi, e sull’istinto di sopravvivenza che ancora lo sorregge. Sceneggiatura di James Toback.
locandina Killer Elite

Killer Elite

Azione - USA 1975 - durata 122’

Titolo originale: The Killer Elite

Regia: Sam Peckinpah

Con James Caan, Robert Duvall, Burt Young, Gig Young

in streaming: su Apple TV Amazon Video



Un “minore” dello zio Sam, come sempre non per colpa sua (non ha avuto il final cut). Splendidi, però, l’inizio, quando Caan viene tradito dall’amico Robert Duvall, e la fine, quando invece si vendica, dopo essere andato a scuola di arti marziali. Memorabile resa dei conti al porto, tra navi in disuso.
locandina Rollerball

Rollerball

Fantascienza - USA 1975 - durata 125’

Titolo originale: Rollerball

Regia: Norman Jewison

Con James Caan, John Houseman, Maud Adams, John Beck

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Rollerball sta agli anni 70 come Blade Runner agli 80. Caan perfetto come campione di un gioco spietato, “pompato” ad arte da chi detiene il potere affinché gli istinti della gente si sfoghino nelle arene, o davanti alla Tv. Splendidi décor, immaginario potente e ritmo a tratti antinarrativo. Lucido e molto contemporaneo.
locandina Arriva un cavaliere libero e selvaggio

Arriva un cavaliere libero e selvaggio

Western - USA 1978 - durata 120’

Titolo originale: Comes a Horseman

Regia: Alan J. Pakula

Con Jane Fonda, James Caan, Jason Robards, Richard Farnsworth, George Grizzard, Jim Davis

in streaming: su Apple TV Amazon Video

Altro film da riscoprire, a suo modo seminale (il personaggio del capitalista Jason Robards, J.W. Ewing, ispirerà il mitico J.R. di Dallas). Caan è il cowboy solitario e peckinpahiano Frank, che aiuta l’allevatrice Jane Fonda a resistere agli speculatori. Ma a mangiarsi tutto e tutti è Richard Farnsworth, che verrà candidato all’Oscar e solo anni dopo sarà giustamente rivalutato come splendido protagonista di Una storia vera di David Lynch.
locandina Strade violente

Strade violente

Drammatico - USA 1981 - durata 122’

Titolo originale: Thief

Regia: Michael Mann

Con James Caan, Tuesday Weld, James Belushi, Willie Nelson

in streaming: su

Il confronto in carcere tra James Caan e il mentore Willie Nelson “the brightest star of the country sky” è tra i nostri momenti di cinema preferiti in assoluto. Nonostante sia contemporaneo, quello del ladro professionista di Michael Mann è forse il ruolo più western di James Caan, per la laconicità e il senso morale che acquista ogni sua azione. Un capolavoro, veramente.
locandina Giardini di pietra

Giardini di pietra

Drammatico - USA 1987 - durata 112’

Titolo originale: Gardens of Stone

Regia: Francis Ford Coppola

Con James Caan, James Earl Jones, Anjelica Huston, D.B. Sweeney, Mary Stuart Masterson

in streaming: su Apple TV Amazon Video

Dopo anni di oblio, James Caan viene richiamato da Coppola per uno dei film più belli della carriera di tutti e due. Ancora il Vietnam (forse fuori tempo massimo, infatti il pubblico diserta) ma come riflessione postuma sul dolore e la morte. Apocalypse Now, in confronto, sembra Disneyland, per come Giardini di pietra riesce a essere sobrio e misurato. Che l’autore di entrambi sia lo stesso testimonia la sua grandezza.
locandina Misery non deve morire

Misery non deve morire

Thriller - USA 1990 - durata 104’

Titolo originale: Misery

Regia: Rob Reiner

Con James Caan, Kathy Bates, Lauren Bacall, Frances Sternhagen

in streaming: su Apple TV Rakuten TV

Da un capolavoro di Stephen King, un film che mantiene alla grande la tensione del libro, il senso di inquietudine dell’ambiente chiuso, la vulnerabilità nella malattia, la sofferenza implicita in ogni processo creativo, a partire dalla scrittura. Ottima la regia di Reiner, ma il film è tutto sulle spalle dei due protagonisti, Caan e Kathy Bates. Lei vince l’Oscar, lui non viene neanche nominato (vince Jeremy Irons per il giustamente dimenticato Mistero Von Bulow).
locandina Omicidi di provincia

Omicidi di provincia

Thriller - USA 1993 - durata 127’

Titolo originale: Flesh and Bone

Regia: Steven Kloves

Con Dennis Quaid, James Caan, Meg Ryan, Gwyneth Paltrow, Scott Wilson

Altro piccolo cult. Caan è un disgustoso padre padrone responsabile di un massacro. Dennis Quaid il figlio che lo subisce da sempre. Certo, si fa fatica a credere che i due attori possano essere padre e figlio, e la sceneggiatura (dello stesso regista) è a tratti farraginosa. Ma il film è comunque un pugno nello stomaco per come descrive senza sconti il proletariato bianco dell’America rurale, feroce e fragile allo stesso tempo.