Agatha Christie ha raccontato che per prima cosa le venne il titolo. Raggiunta un’amica per il tè, questa buttò da una parte il libro che stava leggendo e disse «non male, ma perché non l’hanno chiesto a Evans? E tu», aggiunge Christie, «decidi subito che quello sarà il titolo del tuo prossimo libro. Non sai chi sia Evans, ma al momento giusto lo saprai». Pubblicato nel 1934, quando la scrittrice era già famosa, è un giallo-rosa, con una scia di delitti e una giovane coppia di investigatori dilettanti: Frankie, rampolla spigliata e scatenata del nobile locale (siamo in campagna), e Bobby, figlio del vicario e innamorato di lei sin da quando erano ragazzini.
La serie in tre puntate scritta e diretta da Hugh Laurie è elegante, divertente, un po’ prevedibile nella successione degli omicidi, sequestri, colpi di scena, apparizione (o agnizione) di nuovi personaggi, trascinata soprattutto dalla vitalità di Lucy Boynton (Bohemian Rhapsody, Assassinio sull’Orient Express) e dalla solidità di Will Poulter (Midsommar, Maze Runner, Detroit) e dal resto del cast, ineccepibile come sempre nei prodotti british (ma Emma Thompson e Jim Broadbent hanno solo un cameo alla fine del primo episodio, mentre Laurie appare alla fine del secondo e si ritaglia nel terzo un ruolo breve e minaccioso).
Gradevole, non aggiunge niente all’infinita lista di riduzioni tv da Christie. Ha se mai il pregio di ricordare il suo lato light, non solo i tratti ironici che caratterizzano i suoi detective classici, ma quella tendenza all’intermezzo sentimentale, al battibecco romantico che Christie inaugurò nel 1922 con Avversario segreto, dove appare la sua prima coppia di investigatori innamorati: Tommy e Tuppence, quattro romanzi e alcuni racconti fino a Le porte di Damasco, del 1973, in cui indagano, bisticciano, si sposano, aprono la loro agenzia investigativa, diventano agenti segreti, hanno tre figli e (a differenza di Poirot) invecchiano, dai 20 agli oltre 70 anni. Christie li creò ispirandosi ai giovani reduci squattrinati e in cerca di lavoro del primo dopoguerra, come «una giovane coppia moderna», dando a Tuppence la sveltezza d’intuito e la determinazione che in Perché non l’hanno chiesto a Evans? caratterizza Frankie.
Poco noti da noi (anche se sempre tradotti), in patria sono popolari e, negli anni, le loro avventure sono state adattate in serie radiofoniche e televisive. Bobby e Frankie sono costruiti anche sulla loro falsariga, come l’intricato mystery nel quale si buttano a capofitto riproduce tutto quel groviglio di orrori famigliari ed ereditari che la scrittrice (e dopo di lei tanti altri) disseppellì dalla pacifica quiete dell’Inghilterra rurale. Hugh Laurie adatta con humour e sveltezza, complice con la sua coppia e i loro aiutanti. Ma proprio lui, proprio il perfido Dr. House, non riesce a trasmettere quel lato oscuro e inquietante preannunciato dalla scena pre titoli, in cui un’ape si posa su un vetro e la mano di una donna (che non vediamo in viso) la schiaccia con un giornale.
La serie tv
Perché non l'hanno chiesto a Evans?
Giallo - Gran Bretagna 2022 - durata 58’
Titolo originale: Why Didn't They Ask Evans?
Creato da: Hugh Laurie
Regia: Hugh Laurie
Con Will Poulter, Lucy Boynton, Maeve Dermody, Daniel Ings, Jonathan Jules, Alistair Petrie
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