«Una donna è come una bustina di tè: capisci quanto può reggere la pressione solo quando l’hai messa nella situazione peggiore, dentro l’acqua bollente»
Eleanor Roosevelt
The First Lady è una serie prodotta e distribuita (a partire dalla metà di aprile) dalla major Paramount tramite la sussidiaria Showtime, ovvero uno dei molti servizi (l’altro grande assente è Hulu) a non essere ancora disponibili in Italia. The First Lady è, soprattutto e innanzitutto, la serie con il cast più clamoroso del 2022 e forse oltre: si alternano davanti alla macchina da presa Viola Davis, Michelle Pfeiffer, Gillian Anderson, Dakota Fanning, Regina Taylor, Aaron Eckhart e Kiefer Sutherland; con ruoli secondari riservati a caratteristi giganteschi (Jackie Earle Haley, Michael Potts, Judy Greer) e interpreti enormi, come Ellen Burstyn.
The First Lady è anche la terza avventura seriale comandata da Susanne Bier (The Night Manager, The Undoing - Le verità non dette), già regista del film (In un mondo migliore) che nel 2011 è stato premiato con l’Oscar al miglior film straniero. The First Lady, infine, ha l’ambizione di rappresentare approfonditamente un aspetto che è sempre rimasto (relativamente) in secondo piano nel discorso pubblico americano: quante volte il mondo dell’intrattenimento ha raccontato e glorificato i grandi presidenti della storia statunitense, mantenendo sullo sfondo o trattando come accessori le spose che, volenti o nolenti, li hanno accompagnati nel difficile e talvolta odioso percorso che li ha portati a vincere un lungo soggiorno premio alla Casa bianca? Insomma, sulla carta The First Lady è una di quelle serie che si potrebbero definire una scommessa sicura: affronta un’angolatura poco esplorata dalla narrativa popolare, ha coinvolto un cast stellare (non tanto per la potenza dei nomi, quanto per le capacità artistiche) e si è affidato a una regista classica e di classe, oltre che già avvezza al formato della miniserie televisiva. L’unico elemento ignoto è lo showrunner Aaron Cooley, esordiente assoluto nel ruolo con un passato da attore e assistente personale sul set di Joel Schumacher.
Il fatto che il capotreno di The First Lady abbia così poca esperienza nella conduzione di una locomotiva televisiva di tale portata si riesce a percepire. Si sente nella struttura didascalica della narrazione, nell’enfasi retorica con cui ci si approccia agli snodi più drammatici delle vicende e, generalmente, nella sensazione che alla serie manchi una struttura ben delineata. Ma andiamo con ordine. The First Lady sceglie di approfondire le tre donne che – insieme a Jacqueline Kennedy – hanno maggiormente influenzato, guidato, sostenuto e magnificato il mandato presidenziale dei rispettivi mariti, anche (se non soprattutto) tramite le loro iniziative personali.
Gillian Anderson è quasi irriconoscibile (e potente come non mai) nel ruolo di Eleanor Roosevelt, moglie “politica” ma non per questo meno supportiva (da separati in casa, dopo che lei scoprì il tradimento di lui) di Franklin Delano, il presidente di più lungo corso (quattro giri di giostra) nella storia statunitense. Michelle Pfeiffer veste i panni brutalmente onesti e invidiabilmente forti (nonostante le fragilità) di Betty Ford, sposa di Gerald (in seconde nozze) e first lady per caso: a pochi giorni dall’imminente pensione politica del marito, tanto vicina da poter toccare con mano la prospettiva di una vita al di fuori delle gabbie del circo burocratico, i Ford si trovano a coprire prima il vuoto lasciato dall’evasore fiscale Spiro Agnew, vicepresidente dimissionario, e quindi quello enorme rimasto dopo l’impeachment di Nixon e la sua rinuncia alla presidenza.
Viola Davis, infine, si immerge perfettamente nei panni di Michelle Obama per raccontare i dubbi di una donna moderna, forte, indipendente, ambiziosa alla faccia dell’estrazione popolare (e dei bastoni fra le ruote che la società americana mette a chi è di estrazione popolare) e del gigantesco problema razziale Usa; una donna che vuole sostenere i progetti del marito – più idealista, ingenuo e ottimista di lei – non prima però di essere stata rassicurata sul fatto che il percorso presidenziale di Barack non metterà in discussione la sicurezza delle figlie, la serenità famigliare e la carriera di Michelle.
In The First Lady c’è un’enorme quantità di carne al fuoco, organizzata in sei diversi piani temporali – il presente delle tre donne a partire dal momento in cui sono diventate first lady, e il passato che le ha formate come persone – che si alternano, collegati fra loro da risonanze tematiche. L’episodio pilota funziona se date alla miniserie di Susanne Bier il giusto valore: uno sguardo in profondità su una Storia a cui il grande pubblico (specie quello internazionale) non ha mai avuto particolare accesso. Perché potremmo anche dichiarare collettivamente conclusa la prassi di trattare le figure femminili in grado di influenzare e migliorare il mondo e la società liquidandole con la frase fatta “Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna”. Anche fosse effettivamente così, non basta più. È il caso di raccontarle approfonditamente, queste figure, senza nascondersi dietro la supposta verità di un aforisma.
La serie tv
The First Lady
Biografico - USA 2022 - durata 56’
Titolo originale: The First Lady (2022)
Creato da: Aaron Cooley
Regia: Susanne Bier
Con Viola Davis, Michelle Pfeiffer, Robert Tinsley, Natasha Tina Liu, Opal Alladin, Gillian Anderson
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