Per chi non ha avuto la fortuna di nascerci o di frequentarla fin dalla tenera età, è difficile riuscire a immaginarsi e figurarsi la gestalt della montagna. Non l’immagine da cartolina, non l’iconografia con cui abbiamo archiviato in memoria il concetto, non (solo) il sentiero antropico battuto appositamente per permettere ai cittadini o ai campagnoli o ai marittimi di raggiungere una malga accessibile per passare una lieta domenica di passeggiate e gozzoviglie con famigliari e amici; bensì l’esperienza unitaria e totale di un ecosistema che incapsula, nel suo piccolo (relativamente parlando) non infinito, lo stesso mistero e fascino dello spazio profondo. La montagna è un ignoto che va esplorato, conquistato, conosciuto passo dopo passo accettando di mettere in gioco i propri limiti fisici e mentali. È un istinto che esiste da sempre.

Per questo il CAI (Club Alpino Italiano) esiste da 162 anni – e Quintino Sella andrebbe studiato anche al di là dei suoi meriti politici e scientifici; e per questo il Trento Film Festival, una delle costole culturali più preziose dell’associazione, quest’anno festeggia in piena salute (miracoli dell’aria di montagna) la sua settantatreesima edizione, rendendolo uno dei festival cinematografici più longevi d’Italia e del mondo.
L’edizione del 2025 si terrà dal 25 aprile al 4 maggio con obiettivi che, sin dalla sua ideazione nel 1952 per festeggiare l’80° anniversario della Società Alpinisti Trentini, rimangono immutati nella loro sostanza nonostante il fisiologico ampliamento degli orizzonti: raccontare la montagna e proporre uno sguardo libero che spazia sulle vette di tutto il mondo. I film selezionati per questo 73° appuntamento sono 126, con ben 31 anteprime assolute, 16 anteprime mondiali e 77 anteprime italiane. Il festival verrà inaugurato con un botto imperdibile: Mar de Molada, documentario realizzato da Marco Segato, racconta la creazione dell’omonimo spettacolo teatrale di prevenzione civile di Marco Paolini. Una pièce campestre in quattro iterazioni che ha attraversato tutto il Veneto, dalla Marmolada al mare, seguendo il corso del Piave per illustrare l’impatto dell’uomo sull’ambiente.

Il Trento Film Festival, tuttavia, non è mai stato e mai sarà solo proiezioni. Accanto al grande cinema – quest’anno impreziosito anche da una selezione di 5 film western di grandi autori (da Peckinpah ad Altman) che dimostrano come il genere vada al di là di deserti e praterie – e alla speciale sezione retrospettiva (Destinazione...) dedicata quest’anno allo specifico culturale dell’Argentina, la manifestazione propone anche incontri, scambi umani e presentazioni che forniscono il quadro più completo possibile sullo stato del racconto sulla montagna.

C’è spazio, dunque, per ospiti di grande calibro, per alpinisti e scalatori di fama come Matteo Della Bordella, Hervè Barmasse, Sean Villanueva O’Driscoll, Maurizio “Manolo” Zanolla e Federica Mingolla, e per figure di cultura come Mario Calabresi, Mauro Corona, Davide Van De Sfroos, Giovanni Storti, il già citato Marco Paolini e Don Luigi Ciotti. Un’offerta totale, che punta a uno scopo alto e necessario: fornire il quadro più esaustivo ed evocativo possibile sull’ambiente più affascinante che esista.

Il 73° Trento Film Festival inizia il 25 aprile e finisce il 4 maggio: per ulteriori informazioni sul programma completo, sulle modalità di acquisto di biglietti, abbonamenti e accrediti, sui luoghi delle proiezioni e degli eventi collaterali, e sul calendario degli incontri e delle mostre vi invitiamo a visitare il sito ufficiale della manifestazione www.trentofestival.it.
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