Nato dal caos politico e sociale del Brasile, il film The Nightwatcher – Il Vendicatore in onda su Rai 4 il 18 aprile si presenta come un’opera senza mezze misure. È diretto, brutale e non cerca di piacere a tutti. Colpisce duro e, nel farlo, centra il bersaglio, almeno quando non inciampa nella sua stessa rabbia.
La storia ruota attorno a Miguel, agente federale di un’unità speciale chiamata DAE. Quando sua figlia muore per colpa di un sistema sanitario corrotto e allo sbando, Miguel si spezza. Quello che resta non è più un servitore dello Stato, ma un uomo in guerra contro di esso.
In piena manifestazione politica, una maschera antigas gli cade ai piedi. Quel gesto, tanto banale quanto simbolico, segna la nascita del suo alter ego: il Vendicatore. Da quel momento, inizia a eliminare senza pietà ministri, governatori, imprenditori e burocrati che rappresentano, nel suo sguardo, il cuore nero della corruzione brasiliana.

Giustizia sommaria in maschera
Il personaggio di Miguel, interpretato con intensità nel film di Rai 4 The Nightwatcher – Il Vendicatore da Kiko Pissolato, non è un eroe nel senso classico. È un uomo devastato che si aggrappa alla violenza per dare un senso al vuoto che lo divora. La sua crociata personale contro il marcio del potere si trasforma in un’ossessione. Il film non lo idealizza: è chiaro fin da subito che ha perso il controllo, che la sua è più una vendetta che una rivoluzione. La somiglianza con personaggi come Frank Castle (il Punisher) è inevitabile, sia per l’origine drammatica, sia per i metodi spietati.
Accanto a lui troviamo Nina, giovane hacker e commessa in una fumetteria, interpretata da Tainá Medina. Inizialmente costretta ad aiutarlo, finisce per diventare la sua complice. La dinamica tra i due è tra gli aspetti più riusciti del lungometraggio, grazie anche alla leggerezza pop che lei introduce in un contesto altrimenti cupissimo. Le sue battute, le citazioni nerd, la sua energia ribelle bilanciano la durezza del protagonista, pur senza approfondire davvero il suo personaggio.
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Senza vie di mezzo
I nemici del Vendicatore sono politici e imprenditori tratteggiati come figure quasi da fumetto, caricaturali, eccessive, senza ambiguità. Il film di Rai 4 The Nightwatcher – Il Vendicatore sceglie la via della semplificazione: da una parte c’è il bene tradito, rappresentato da Miguel, dall’altra il male corrotto, privo di sfumature. Non c’è spazio per vie di mezzo. È una scelta che funziona sul piano spettacolare, ma che indebolisce ogni tentativo di analisi politica.
Miguel non è un simbolo di speranza, ma di rabbia. È un “eroe” per tempi cinici, un uomo rotto che rompe il mondo intorno a sé. Come Batman o il Punisher, è motivato da un trauma, ma manca totalmente di un codice morale rigido. Uccide perché può, perché deve, perché non vede alternativa. È mosso dal disprezzo per un sistema politico ed economico percepito come irrimediabilmente marcio. Il Brasile rappresentato è uno Stato fallito dove la giustizia istituzionale ha smesso di funzionare, e allora arriva il giustiziere. Il problema? L’opera non propone una soluzione, la risposta è solo violenza.
Il contesto in cui il film è stato girato e distribuito rende tutto ancora più teso. L’uscita nei cinema brasiliani è avvenuta proprio nei giorni delle elezioni del 2018, in un clima carico di polarizzazione e sfiducia. È impossibile ignorare il collegamento tra la narrazione del lungometraggio e la realtà politica di quel momento. Per quanto la produzione abbia cercato di vendere il tutto come “intrattenimento puro”, la presenza di un antieroe che uccide politici in un Brasile instabile non poteva che far discutere.

Tra blockbuster e fumetto dark
Dal punto di vista tecnico, il film di Rai 4 The Nightwatcher – Il Vendicatore sorprende. L’ambientazione nella città immaginaria di Santa Cruz, costruita fondendo elementi di San Paolo, Rio de Janeiro e Brasília, è efficace. La fotografia cupa, i toni saturi, l’atmosfera urbana decadente ricordano Gotham City, ma con un’anima tropicale. La colonna sonora a base di rock aggressivo spinge sull’adrenalina, mentre le scene d’azione sono ben realizzate, dinamiche e credibili. Il montaggio alterna con successo momenti di tensione e violenza a sequenze più intime, anche se in alcuni punti il ritmo subisce frenate brusche che spezzano l’energia del racconto.
Ciò che invece lascia a desiderare è la scrittura. Il copione, firmato da un team numeroso, è spesso sbilanciato. I dialoghi risultano artificiosi, pieni di frasi fatte e battute che sembrano tradotte male da sceneggiature americane. Alcuni momenti drammatici vengono calcati fino all’eccesso, come la scena della morte della figlia, resa con ralenti, sfocature e musiche enfatiche al punto da diventare quasi parodia. Questo tipo di approccio melodrammatico si ripresenta più volte, indebolendo l’impatto emotivo complessivo.
Il film sembra non sapere esattamente cosa vuole essere. Insegue il modello dei cinecomic hollywoodiani, ma allo stesso tempo cerca di farsi portavoce di una rabbia politica profonda. Il problema è che non riesce a tenere insieme le due cose. Il risultato è una narrazione che oscilla tra denuncia e spettacolo, tra riflessione e mitizzazione della violenza. Non viene mai messa seriamente in discussione la moralità del protagonista, mentre i suoi avversari sono ridotti a burattini da abbattere.
Contraddizioni da vedere
Il personaggio del Vendicatore nasce, non a caso, nel pieno delle proteste brasiliane del 2013, e affonda le sue radici in un clima culturale dove la giustizia privata e l’autoritarismo trovano un’eco preoccupante. Sia nei fumetti originali di Luciano Cunha a cui il film si ispira sia nella trasposizione cinematografica, l’idea di fondo resta la stessa: il sistema non funziona, quindi va abbattuto con la forza. È un messaggio che, se non viene contestualizzato, rischia di legittimare posizioni pericolose.
Ma, al di là delle critiche e delle ambiguità, il film di Rai 4 The Nightwatcher – Il Vendicatore ha il merito indiscusso di essere una novità assoluta nel panorama del cinema brasiliano. È un esperimento coraggioso, che prova a portare nel proprio contesto un genere dominato da Hollywood. Le sue debolezze sono evidenti, ma anche comprensibili: è il primo tentativo serio di creare un supereroe nazionale con radici locali, ed è normale che inciampi cercando la sua identità.
The Nightwatcher – Il Vendicatore è quindi un film da vedere, non perché perfetto, ma perché mosso da una spinta necessaria. Fa discutere, provoca, si sporca le mani. E soprattutto dimostra che anche il cinema sudamericano può entrare nel gioco dei supereroi. Magari, con più maturità nella scrittura e una visione più chiara sul messaggio da trasmettere.
Filmografia
The Nightwatcher - Il vendicatore
Thriller - Brasile 2018 - durata 108’
Titolo originale: O Doutrinador
Regia: Gustavo Bonafé, Fábio Mendonça
Con Kiko Pissolato, Tainá Medina, Samuel de Assis, Carlos Betão, Tuca Andrada, Eduardo Chagas
in streaming: su Apple TV Google Play Movies Amazon Video Rai Play
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