Nel panorama del cinema sportivo ispirazionale, il film The Hill, su Netflix dal 15 aprile, si piazza con fermezza tra le storie che non vogliono soltanto raccontare la scalata di un atleta, ma usarla per parlare di qualcosa di più grande: la visione, il sacrificio e il potere redentivo della fede. Diretto da Jeff Celentano, con la sceneggiatura di Angelo Pizzo (Hoosiers, Rudy) e Scott Marshall Smith, il film racconta la vera storia di Rickey Hill, un ragazzo texano segnato da una malattia degenerativa alla colonna vertebrale e un talento miracoloso con la mazza da baseball.

Una lotta contro tutto e tutti
Rickey Hill, il protagonista del film Netflix The Hill, nasce in una famiglia povera del Texas rurale negli anni ‘60. Fin da piccolo è costretto a indossare tutori alle gambe, ma dimostra un’abilità innata e impressionante nel colpire la palla.
Suo padre James (Dennis Quaid), un pastore rigido e devoto, vede però nel baseball solo un rischio, un potenziale ostacolo al piano che, secondo lui, Dio ha tracciato per il figlio: diventare un predicatore. Ma Rickey ha un’altra visione. Una visione che lo guida, lo tiene in piedi quando tutto sembra crollare. Contro il volere del padre, contro i limiti imposti dal suo corpo, Rickey persegue il sogno di diventare un giocatore professionista.
I personaggi tra archetipi e sfumature
Rickey Hill è il cuore del film Netflix The Hill, un protagonista costruito con cura, senza sconti emotivi né facili scorciatoie. Cresce in una famiglia povera del Texas, imprigionato da tutori alle gambe ma già capace di colpire una palla come pochi. La forza di Rickey non è solo fisica, è soprattutto interiore: è la sua incrollabile visione di un futuro da giocatore professionista che lo tiene in piedi, letteralmente e metaforicamente. Jesse Berry, che lo interpreta da bambino, gli dà una vitalità intensa e vulnerabile, mentre Colin Ford, da adolescente, ne amplifica le frustrazioni, la rabbia e la determinazione.
Intorno a lui si muove una famiglia che lo ama ma non sempre lo comprende, a partire dal padre James, impersonato da un Dennis Quaid che regala una delle sue prove più tese e sincere. James è un predicatore inflessibile, un uomo convinto che il dolore del figlio sia una prova divina per indirizzarlo verso il pulpito e non verso il diamante da baseball. Non è un antagonista classico, ma un uomo guidato dalla fede, e accecato da essa.
La madre Helen, portata in scena da Joelle Carter, resta fedele tanto al marito quanto al figlio, una presenza silenziosa che assorbe le tensioni e tiene unita la famiglia. Gram, la nonna, interpretata da Bonnie Bedelia, è forse il personaggio più tenero e necessario: è lei che permette ai bambini di essere bambini, che porta leggerezza e ironia nella rigidità della casa.
Poi ci sono le figure esterne, come Ray Clemons, un amico fidato interpretato con calore da Randy Houser, e Red Murff, lo scout burbero e leggendario che sarà decisivo per il futuro di Rickey. Tutti, a loro modo, rappresentano sguardi diversi sul talento, la fede e la possibilità del riscatto.

Fede, visione e redenzione
Il film Netflix The Hill costruisce il suo impianto tematico su alcuni assi ben definiti, che non si limitano al genere sportivo. Prima di tutto c’è il conflitto tra due visioni opposte della fede. Quella del padre James è verticale, rigida, gerarchica: Dio è sopra ogni cosa, e tutto il resto (sogni, passioni, talento) viene dopo. Rickey invece vive una fede orizzontale, che attraversa ogni gesto della sua vita, che colora anche il baseball, la competizione, la voglia di superarsi. Per lui, colpire una palla non è meno sacro che recitare un sermone. Lo scontro non è solo teologico, è emotivo, generazionale, personale. Ed è proprio in questa tensione che il film trova la sua linfa.
Ma The Hill è anche una storia sul valore della visione, nel senso più puro del termine: avere un sogno che ti guida quando tutto intorno crolla. Rickey lo ha fin da piccolo, e quella visione lo salva. Non è una fede cieca, è un desiderio alimentato da talento, ostinazione, fatica. Accanto a questo tema emerge la forza della comunità: quando la famiglia Hill non può permettersi l’operazione di cui Rickey ha bisogno, è il villaggio a farsi carico del costo. Un gesto che non è solo economico, ma simbolico: riconoscere il valore di un ragazzo che neppure suo padre riesce a vedere fino in fondo.
Infine, c’è il percorso di redenzione del padre, che passa dalla colpa al perdono, dalla rigidità alla confessione pubblica. È lì che James si sveste della sua autorità per diventare finalmente padre. E in quel gesto, il film ci ricorda che a volte il vero miracolo non è una carriera sportiva, ma la capacità di cambiare.
Una struttura imperfetta, ma un cuore sincero
The Hill non è perfetto. Alcune sequenze sono ridondanti, e il film avrebbe beneficiato di una narrazione meno lineare e più dinamica. La prima parte è troppo concentrata sull’infanzia, mentre il clímax tarda ad arrivare. Ma c’è autenticità nel modo in cui Celentano racconta la vicenda. Non cerca di nascondere i limiti della storia vera, né forza artificiosamente i momenti emotivi. Lascia spazio, e quando arriva la scena della prova con Red Murff, il film si guadagna il suo fuoricampo.
The Hill è un film sul baseball, certo. Ma più ancora, è un film sul rapporto padre-figlio, sulla fede che si evolve, e sul coraggio di inseguire ciò che si ama anche quando tutto sembra remare contro. È un racconto con radici profonde nella tradizione americana, ma che parla universalmente a chiunque abbia dovuto lottare per essere se stesso. Non riscriverà le regole del cinema sportivo, ma lascerà una traccia in chi saprà guardarlo con il cuore aperto.
E, spesso, questo è tutto ciò che conta.
Filmografia
The Hill
Biografico - USA 2023 - durata 126’
Titolo originale: The Hill
Regia: Jeff Celentano
Con Dennis Quaid, Bonnie Bedelia, Scott Glenn, Colin Ford, Joelle Carter, Wilbur Fitzgerald
in streaming: su Apple TV Google Play Movies Rakuten TV Amazon Video Netflix Netflix Basic Ads
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