C’è un momento nel film Until Dawn – Fino all’alba, al cinema dal 24 aprile con Sony in collaborazione con Eagle Pictures, in cui i protagonisti si rendono conto che ogni morte conta. Non è solo una frase drammatica: è una regola, un avvertimento, una condanna: “Morire non è il problema. Il problema è sapere che ci stiamo consumando”.
Il nuovo film di David F. Sandberg è più di un horror: è un labirinto, un puzzle emotivo, un gioco sadico con il tempo e con i generi. Tratto dall’omonimo videogioco cult targato PlayStation Studios, Until Dawn – Fino all’alba è un’esperienza cinematografica radicale, strutturata come un ciclo di incubi, dove ogni notte è una nuova storia, un nuovo modo di morire e, forse, una nuova possibilità di capire cosa stia succedendo.

Vivi. Muori. Ripeti. Cambia tutto.
Un anno dopo la scomparsa inspiegabile di sua sorella Melanie, Clover (Ella Rubin), la protagonista del film Until Dawn – Fino all’alba, si mette in viaggio con un gruppo di amici per raggiungere Glore Valley, una località remota, dimenticata, che sembra fuori dal tempo. Con lei ci sono Max (Michael Cimino), ex fidanzato tormentato; Megan (Ji-young Yoo), sensitiva inquietante; Nina (Odessa A’zion), disillusa e impulsiva; e Abe (Belmont Cameli), cinico fidanzato di Nina, outsider in cerca di una via d’uscita.
Quando il gruppo esplora un vecchio centro visitatori abbandonato, viene brutalmente massacrato da un killer mascherato. Ma invece di morire definitivamente… si risvegliano. Sempre nello stesso punto. Sempre all’inizio della stessa sera. Solo che, ogni volta, l’incubo cambia forma.
Un serial killer si trasforma in una strega mostruosa. Poi in creature deformi. Poi in loro stessi. Il loop è spietato, e ogni reset li consuma. “Non è solo l’ambiente a trasformarsi”, ha spiegato Sandberg, “sono anche loro. Tornano ogni volta meno umani, più vicini a ciò che li terrorizza”.
La paura è anche relazione
Clover è l’anima del film Until Dawn – Fino all’alba, il cuore emotivo, la ferita aperta. Ella Rubin le dona intensità fisica e vulnerabilità assoluta, tra fango, sangue e trappole per orsi. “Quando muori ripetutamente, non può essere bello”, ha sottolineato la produttrice Lotta Losten. “Ella ha questo modo crudo e autentico di farci sentire il terrore”.
Max, l’ex che non ha mai smesso di volerla proteggere, è interpretato da un Michael Cimino energico e disperato: “Ogni notte ci cambia. Scopriamo chi siamo davvero solo quando ci viene tolto tutto”.
Tra le interpretazioni più sorprendenti c’è Ji-young Yoo nei panni di Megan, la sensitiva. La sua possessione da parte delle anime perdute è un momento potente e disturbante. Yoo lo ha descritto così: “Megan è il nucleo spirituale del gruppo. Crede che Melanie abbia lasciato un’energia, un’eco. E lei la sente”.
Nina e Abe rappresentano lo scetticismo, la sopravvivenza, e anche una forma di disincanto che rende il gruppo credibile. Nina ride in faccia alla morte, Abe la guarda con fastidio. “Non sono venuto qui per questo”, dice lui. E in effetti, nessuno lo ha fatto.
E poi c’è Melanie (Maia Mitchell), la scomparsa che sembra chiamare sua sorella dall’aldilà… o da un luogo ancora più contorto. Il suo ritorno intermittente, tra video sgranati e apparizioni ambigue, è inquietante e fondamentale.
“Chiamatemi ufficiale di legge. O chirurgo. O psicologo”. Così si presenta, invece, Peter Stormare, enigmatico, inquietante, irresistibile. Il suo dottor Hill è il custode di Glore Valley, forse il regista dell’incubo. “È uno di quei personaggi che non puoi definire al 100%”, ha dichiarato l’attore. “Ed è per questo che è così affascinante”. È lui a spiegare (senza spiegare) che “la valle è bloccata nel tempo. E la gente qui si caccia nei guai”.

Horror a capitoli, dolore a strati
Sandberg e Dauberman hanno concepito il film Until Dawn – Fino all’alba come un omaggio radicale al genere horror. Ogni notte del loop è un nuovo sottogenere: slasher, ghost story, body horror, creature feature. “Volevamo usare tutta la cassetta degli attrezzi dell’horror”, ha detto Sandberg. “Ogni volta che il pubblico pensa di aver capito dove va la storia… cambiamo le regole”.
La struttura è quindi un multiverso dell’orrore, ma anche una riflessione sulla scelta e sulle conseguenze. “Questo film parla di decisioni”, ha aggiunto Dauberman. “Ogni scelta ha un peso, e spesso è mortale”.
Il tempo stesso è un personaggio: una clessidra domina la scena, scandisce le ore fino all’alba. Quando si svuota… arriva l’inferno. Poi si ribalta. E si ricomincia.
Un incubo tangibile
Girato principalmente a Budapest, il film Until Dawn – Fino all’alba è costruito su set fisici, veri, vissuti. Le ambientazioni - il Welcome Center in stile vittoriano, la casa mezza sepolta tra gli alberi, le grotte minerarie sotterranee - sono claustrofobiche, gotiche, sporche. “Senti l’orrore nei tappeti”, ha scherzato Ella Rubin.
Tutto è reale. Il sangue. Le ferite. Le trasformazioni. I personaggi muoiono e tornano, ma i loro corpi raccontano ogni morte: vene in rilievo, pelle pallida, denti extra. Non sono zombie. Sono qualcosa di peggio. “Stanno diventando i mostri che li inseguono”, ha sintetizzato Dauberman.
Al centro dell’orrore c’è un nucleo umano: il legame tra sorelle, l’amicizia, l’amore che sopravvive anche alla morte. Clover vuole ritrovare Melanie. Il gruppo vuole salvare Clover. Ma il prezzo è altissimo. “Abbiamo solo un tot di morti”, sottolinea il personaggio di Max. “E poi è finita per sempre”.
Fino all’alba, oltre la paura
Until Dawn – Fino all’alba non è solo un film da vedere. È un’esperienza da sopportare, da affrontare, da condividere. Un viaggio che reinventa il linguaggio dell’horror mainstream senza tradirne le radici. “Mi piacciono i film horror visti al cinema”, ha confidato Sandberg. “Perché si sente tutto. Le urla. I salti. I respiri trattenuti. La tensione collettiva”.
Ecco perché Until Dawn – Fino all’alba è destinato a diventare un punto di riferimento: non solo un adattamento ben fatto, ma un’opera autonoma, viscerale, forse necessaria. Un incubo lucido, costruito con intelligenza, sudore, e una passione feroce per il cinema horror.
“Non possiamo più morire. Non ancora. Dobbiamo vivere… almeno fino all’alba”.
Filmografia
Until Dawn - Fino all'alba
Horror - USA 2025 - durata 94’
Titolo originale: Until Dawn
Regia: David F. Sandberg
Con Peter Stormare, Odessa A'zion, Maia Mitchell, Michael Cimino (II), Ella Rubin, Belmont Cameli
Al cinema: Uscita in Italia il 24/04/2025
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