C’è qualcosa di profondamente familiare, quasi archetipico, nel film Piccolo ragazzo di montagna, la trasposizione cinematografica del classico svizzero di Selina Chönz e Alois Carigiet, in onda su Tv2000 la sera del 12 aprile. Ma non è solo nostalgia a tenere incollati allo schermo. È la delicatezza con cui Xavier Koller (Premio Oscar per Viaggio della speranza) e Stefan Jäger rileggono una storia che tutti credono di conoscere, aggiungendo sfumature, contraddizioni, realtà sociali e anche un pizzico di magia.

Una piccola campana, un grande gesto
La vicenda raccontata nel film di Tv2000 Piccolo ragazzo di campagna è tanto semplice quanto potente: Uorsin, detto Ursli, riceve per il corteo tradizionale di Chalandamarz una campanella minuscola, oggetto di scherno tra i suoi coetanei. Ma dietro questo oggetto c’è molto di più. Simboleggia la sua posizione marginale nel villaggio, l’umiliazione pubblica legata alla povertà della sua famiglia e l’ingiustizia subita.
Per riscattarsi, Ursli compie un gesto straordinario: affronta da solo la montagna in pieno inverno per recuperare la grande campana che era appartenuta a suo nonno. Un atto di coraggio che non è solo avventuroso, ma profondamente simbolico: un’infanzia che si ribella, che agisce, che cambia le cose.
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Oltre i ruoli, dentro le sfumature
Ursli (Jonas Hartmann) è il cuore del film di Tv2000 Piccolo ragazzo di campagna. Non è il solito bambino eroe senza paura, ma un ragazzo che si muove tra fragilità e determinazione. Koller e Jäger lo rendono credibile, concreto. Il suo desiderio di riscatto non nasce da capriccio, ma da un bisogno profondo di dignità.
Roman (Laurin Michael) è l’antagonista, almeno inizialmente. È lui a rubare la campana e la capretta Zilla a Ursli. Ma dietro il bullo si nasconde un bambino ferito. Figlio di un padre violento, Roman agisce secondo il modello che conosce. Il film non lo giustifica, ma lo spiega. In questo c’è un messaggio educativo potente: la cattiveria spesso ha radici visibili, e chi la pratica è a sua volta una vittima.
Seraina (Julia Jeker) rompe lo stereotipo della bambina graziosa relegata al ruolo decorativo di blumenmädchen. Diventa parte attiva della storia: scopre la verità sul furto del formaggio, organizza la liberazione della capretta e si ribella ai limiti imposti dal suo genere. È un piccolo personaggio femminile, ma con una grande forza narrativa.
Il padre (Marcus Signer) e la madre (Sarah Sophia Meyer) di Ursli sono figure che comunicano la tenacia di chi vive tra le montagne. Quando la madre parte per lavorare in città, l’opera suggerisce con semplicità l’idea della famiglia che lotta per sopravvivere, senza cadere nel melodramma.
Figure secondarie ma significative, il maestro (Peter Jecklin) e il prete (Andrea Zogg) rappresentano le istituzioni del villaggio. Il maestro è rigido, il prete è buono. Due modelli educativi a confronto, entrambi superati dalla forza autonoma dell’azione dei bambini.

Identità, povertà, coraggio, cambiamento
Il film di Tv2000 Piccolo ragazzo di campagna esplicita il divario sociale. Non è solo la piccola campana a definire Ursli, ma il fatto che “non ha niente”. La scelta di mostrare la sua famiglia in difficoltà economiche aggiunge realismo e toglie alla storia quella patina di favola troppo lontana dalla vita.
Ma racconta anche di tradizione e cambiamento. La Chalandamarz è una tradizione maschile dei Grigioni, celebrata il 1º marzo per scacciare l’inverno. Ma qui i ruoli si rompono. Ursli rifiuta l’umiliazione, Seraina rifiuta la passività. Alla fine, bambini e bambine marciano insieme, in cerchio. La tradizione non viene cancellata, ma trasformata. È un film che spinge a pensare: cosa resta delle tradizioni se non si evolvono?
In un mondo dove la natura è ancora protagonista, il lupo, solitamente minaccia, qui diventa guida e salvezza. Salva Ursli dalla neve, lo osserva, lo accompagna. È la natura che punisce ma anche protegge. È anche una metafora dell’ignoto che, se affrontato senza paura, può rivelarsi complice.
Un’opera tra fiaba e realtà
Il film di Tv2000 Piccolo ragazzo di campagna cammina sul crinale tra realtà storica e immaginario fiabesco. Visivamente potente, grazie al lavoro magistrale del direttore della fotografia Felix von Muralt, Piccolo ragazzo di montagna costruisce un mondo credibile e poetico. L’ambientazione nei Grigioni, la cura scenografica, i costumi d’epoca, tutto restituisce un passato senza tempo. La musica di Martin Tillman accompagna le immagini con delicatezza, senza mai invadere la narrazione.
Dietro la semplicità apparente, la produzione è stata lunga e complessa. Ci sono voluti anni per ottenere i diritti del romanzo, trovare il finanziamento (oltre mezzo milione di franchi) e costruire il villaggio in cui si svolge la storia. Una sfida produttiva vinta, che conferma Xavier Koller come uno dei pochi registi capaci di fare cinema popolare di qualità in Svizzera, con uno sguardo autentico sulle radici culturali del Paese.
Piccolo ragazzo di montagna è un film per famiglie, ma non è un film “solo per bambini”. Parla di giustizia, di ruoli, di coraggio, di rispetto. Non edulcora la realtà, non ha paura di mostrarne le asperità, ma riesce a offrire speranza senza falsità. La lezione finale non è imposta, ma vissuta. Ed è semplice come una grande campana tra le mani di un ragazzino: per cambiare le cose, a volte basta crederci davvero.
Filmografia
Piccolo ragazzo di montagna
Drammatico - Svizzera 2015 - durata 110’
Titolo originale: Schellen-Ursli
Regia: Xavier Koller
Con Martin Rapold, Leonardo Nigro, Andrea Zogg, Herbert Leiser, Peter Jecklin, Tonia Maria Zindel
in streaming: su Prime Video Apple TV
Viaggio della speranza
Drammatico - Svizzera, Turchia, Regno Unito 1990 - durata 110’
Titolo originale: Reise der Hoffnung
Regia: Xavier Koller
Con Necmettin Cobanoglu, Nur Sürer, Emin Sivas, Erdinç Akbas, Yaman Okay, Yasar Güner
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