Nel panorama del cinema erotico europeo degli anni Settanta, pochi film hanno avuto l’ambizione di coniugare sensualità patinata e introspezione relazionale quanto Emilienne, l’ultima regia di Guy Casaril, in onda su Cielo l’11 aprile. Distribuito nel 1975 e ispirato al romanzo omonimo di Claude des Olbes, il film Cielo Emilienne si presenta all’apparenza come l’ennesimo derivato del più celebre Emmanuelle, ma sotto la superficie levigata si cela un tentativo - incompleto ma interessante - di esplorare la complessità del desiderio femminile e le contraddizioni della liberazione sessuale borghese.

Betty Mars, Nathalie Guérin
Emilienne (1975) Betty Mars, Nathalie Guérin

Tra arte, seduzione e inganno

Il film Cielo Emilienne ruota attorno a un ménage à trois composto dalla protagonista omonima (Nathalie Guérin), il marito Claude e la giovane artista Nouky (Betty Mars), che si insinua con abilità nelle dinamiche di coppia. La trama si sviluppa in modo volutamente ellittico, evitando la progressione narrativa classica e abbandonandosi a una spirale emotiva e sessuale. Nouky si presenta come un talento artistico alla ricerca di spazio; Emilienne, gallerista raffinata, ne è subito affascinata. Nessuna delle due sa, inizialmente, che Claude e Nouky sono già amanti.


L’inganno si consuma dolcemente: Emilienne posa nuda per Nouky, si lascia sedurre, e infine acconsente a una convivenza a tre che sembra per un attimo promettere armonia. Ma la verità riemerge, e con essa la crisi. Quando la relazione si disgrega, Emilienne precipita in una discesa emotiva e sensuale, fatta di incontri con sex workers e di esperienze estreme, nel tentativo di ritrovare una connessione con sé stessa e con il piacere perduto.


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Corpi in conflitto

I tre protagonisti del film Cielo Emilienne non sono tanto individui quanto archetipi. Emilienne è l’emblema della borghese emancipata, elegante e colta, che si scopre fragile di fronte a un desiderio che la travolge. Claude incarna il maschio permissivo e complice, che più che “liberare” la moglie, si crogiola nel proprio feticismo voyeuristico. Nouky, infine, è il catalizzatore del dramma: una giovane bisessuale seduttrice, allo stesso tempo manipolatrice e vulnerabile, che agisce per amore e per vendetta.


È proprio Nouky il personaggio più problematico: costruita come figura ambigua, oscillante tra la musa e la rovina, si inserisce nella lunga tradizione di rappresentazioni stereotipate della bisessualità femminile. Nonostante l’apparente apertura mentale del film, lo sguardo resta maschile, e l’amore tra donne si consuma solo all’interno di una cornice che ne limiti l’autenticità: o per il piacere di un uomo, o come deriva della solitudine post-relazione.

Betty Mars
Emilienne (1975) Betty Mars

Libertà sessuale o illusione borghese?

Apparentemente il film Cielo Emilienne celebra la libertà sessuale. La protagonista esplora il suo desiderio senza colpa né condanna sociale; suo marito la sostiene, e l’omosessualità non è demonizzata. Ma sotto questa superficie edonista, si cela una riflessione amara: la sessualità liberata degli anni Settanta resta spesso incorniciata da codici maschili. Il piacere femminile è mostrato, ma raramente compreso. La “liberazione” è, in fin dei conti, un altro ruolo da recitare.


Il film offre anche uno spaccato del costume dell’epoca: le relazioni aperte, la cultura artistica bohémien, il corpo femminile come oggetto e soggetto. Non mancano elementi disturbanti, come le derive hard nella seconda parte - un’orgia in un bordello, scene voyeuristiche grottesche - che rompono l’armonia softcore iniziale. L’ingresso di un neonato nel finale segna il ritorno al reale, con un’ironia quasi crudele: la sessualità libera ha conseguenze, e non sempre piacevoli.

Un erotismo patinato, ma instabile

Dal punto di vista visivo, il film Cielo Emilienne è un perfetto esempio di cinema erotico seventies: colori caldi, abiti sontuosi, arredi kitsch e una fotografia che ammorbidisce ogni contorno. Merito anche della colonna sonora di Nino Ferrer, che infonde un tono languido e psichedelico. Il problema principale resta però la regia di Casaril: ambiziosa ma poco incisiva. Il film alterna momenti di vera grazia visiva a passaggi goffi, quasi televisivi, dove il pathos si affloscia in un’estetica da fotoromanzo.


I limiti si accentuano nei dialoghi e nella direzione degli attori, mai davvero all’altezza del compito. Betty Mars, celebre cantante pop, riesce comunque a emergere grazie a un carisma naturale e a un timbro vocale affascinante. È lei il vero motore del desiderio nel film.

Betty Mars, Nathalie Guérin
Emilienne (1975) Betty Mars, Nathalie Guérin

Un’eredità controversa

A cinquant’anni dalla sua uscita, Emilienne resta un film controverso. Non abbastanza audace da essere un cult dell’erotismo radicale, né abbastanza profondo per diventare un dramma psicologico riuscito, si colloca in quella zona grigia del cinema europeo dove il corpo femminile è al centro, ma raramente al comando.


Eppure, qualcosa rimane. Forse è il fascino decadente del periodo, o l’ambizione (fallita ma sincera) di raccontare la fluidità del desiderio senza moralismi. Emilienne non è un grande film: è semmai una testimonianza visiva di un’epoca in cui si poteva ancora credere che l’erotismo fosse arte, e non solo intrattenimento.


In sintesi, Emilienne è un’opera imperfetta, a tratti contraddittoria, ma non priva di fascino. Per chi è interessato al cinema erotico d’autore, ai suoi limiti e alle sue aspirazioni, è un film che vale la pena riscoprire. Non per ciò che riesce a dire, ma per tutto quello che, nel suo pudore mascherato da audacia, lascia solo intravedere.

Filmografia

locandina Emilienne

Emilienne

Erotico - Francia 1975 - durata 95’

Titolo originale: Emilienne

Regia: Guy Casaril

Con Betty Mars, Pierre Oudrey, Nathalie Guérin